TUTTA COLPA DI UNA PEONIA

Benvenuti nel paese dei profferli, delle peonie, di un Moai e di Marzio. Ma esiste davvero un posto così pieno di “cose diverse”?
Tutto nasce da una pura coincidenza. Giorni fa regalo a mia moglie una peonia, ancora non so di che colore perché è solo verdura, qualche giorno dopo leggo di una visita al Centro Botanico Moutan (dal cinese Mu Dan: peonia arborea), aderiamo e ci troviamo come d’incanto in un giardino profumato con circa duecentocinquantamila varietà diverse di peonie provenienti da tutto il mondo, in particolare dalla Cina.
Fiori di una bellezza straordinaria così come di una caducità rapida. Fioriscono in questi primi mesi primaverili, si fanno ammirare per la loro bellezza e presto svaniscono. Mi verrebbe un parallelo con le nostre esistenze, ma sono troppo affascinato da colori, forme e profumi.
Ahimè lasciamo questo paradiso ma entriamo in una scena medioevale: mura, torri, vicoli con case lasciate in pietra viva su cui finalmente troviamo i profferli: scale d’accesso alle case che avevano l’entrata sollevata rispetto alla strada. Giriamo intorno alle mura e ammiriamo questo borgo sospeso, sia per il tempo che pare essersi fermato sia perché poggia su uno sperone di roccia sopra valli profonde e avviluppate da una antica vegetazione.
Girando intorno a questo sperone ci si imbatte in qualcosa di inaspettato: un Moai, una statua tipica dell’Isola di Pasqua (Oceano Pacifico) scalpellinata nel peperino proprio da alcuni indigeni Maori, frutto di un gemellaggio. La statua è rimasta lì dove fu creata perché fu spiegato dai Maori che “è una scultura sacra: porta prosperità al luogo che osserva, a patto che non venga mai spostato. Se viene mosso dal punto in cui viene scolpito, provoca grandi sciagure”.
Mi stavo dimenticando di Marzio.
Sulla torre di ingresso del paese, ma anche su molte finestre, porte e palazzi si trova spesso rappresentata della simbologia inerente a Roma.
Nel Palazzo dei Conservatori sul Campidoglio in Roma, è conservata una statua in bronzo detta ‘Lo Spinario’ che rappresenterebbe Marzio, un giovane ragazzo di Vitorchiano; incaricato di correre a Roma per avvertire i romani che i viterbesi stavano attaccando la sua città.
L’unica sosta che Marzio fece fu per togliersi dal piede sinistro una spina, così come una statua lo immortala. Il povero ragazzo arrivò stremato in Campidoglio per poi morire per la fatica dopo aver consegnato il messaggio.
I Romani rimasero molto colpiti da questo suo atto di fedeltà e vollero ricordare Marzio con una statua e dichiarare la città di Vitorchiano come ‘fidelis’.
Il privilegio più importante fu rappresentato dall’onore di fornire gli uomini per la guardia capitolina. Essi furono denominati "Fedeli di Vitorchiano" e questo privilegio sussiste dal 1267, ancora oggi è possibile ammirare la Guardia del Campidoglio nei costumi che, secondo la tradizione, furono disegnati da Michelangelo Buonarroti, nelle manifestazioni ufficiali del comune di Roma.
Insomma, per aver regalato una peonia ci siamo ritrovati a passare davvero una bella giornata in quel di Vitorchiano, vicino a Viterbo.
(le foto interne sono state realizzate dall’autore - Copertina:VITORCHIANO_ITALIA_Licenze Creative Commons)
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