LA CRISTALLOTERAPIA - II^ parte

L’utilizzo delle pietre per adornare le immagini sacre e per le cerimonie religiose risale ai tempi antichi. Da sempre l’uomo è stato attratto dai preziosi, nei quali vede un riflesso del cielo e di quanto di più puro è in esso contenuto. Questo pensiero è verosimilmente uno sviluppo naturale della concezione delle virtù talismaniche e taumaturgiche delle pietre. Una consapevolezza che l’essere umano ha da sempre, almeno finché è rimasto in stretta connessione con la natura e le sue energie. Cosa che, purtroppo, oggi si è persa a vantaggio della tecnologia e della farmaceutica. Niente paura, però. L’istinto dell’uomo, per quanto soffocato o deviato, dimora sempre e comunque nelle profondità del suo essere e può essere ridestato.
Khepri - amuleto dello scarabeo egizio
Una pietra miliare nell’uso terapeutico dei cristalli fu senza dubbio Santa Ildegarda di Bingen, monaca tedesca cattolica vissuta tra il 1098 e il 1179, insignita del titolo di Dottore da Papa Benedetto XVI nel 2012. Ildegarda fu scrittrice, mistica, teologa ma anche linguista, guaritrice, erborista, gemmologa e molto altro.
Questa donna fu spesso in contrasto con il clero per le sue idee fuori dagli schemi ma la sua santa vita e la sua saggezza ispirata convinsero anche i più reticenti ad accogliere come oro colato le sue parole. I suoi scritti furono addirittura letti da Papa Eugenio III nel corso del Sinodo di Treviri del 1147.
Tra i vari contributi che ella diede agli uomini del suo tempo, degno di nota è quello legato alle scienze naturali. Scrisse due trattati enciclopedici che raccoglievano il sapere medico e botanico di allora. Il primo si intitola: “Physica” (Storia naturale o Libro delle medicine semplici). Il secondo: “Causae et curae” (Libro delle cause e dei rimedi o Libro delle medicine composte).
Santa Ildegarda era illetterata, eppure sapeva parlare e scrivere correntemente in latino e, addirittura, fu l’autrice di una delle più antiche lingue artificiali di cui abbiamo notizia: la cosiddetta “lingua ignota”. Aveva inoltre inspiegabili conoscenze sulle scienze naturali e la medicina, in particolare su quella che nel XII secolo si chiamava “filosofia della natura” (oggi “fisica”), sulla formazione del cosmo e, come già accennato, sulla proprietà delle gemme.
Questa lunga premessa per dire che, trattando la cristalloterapia, avremo spesso a che fare con Ildegarda.
Santa Ildegarda di Bingen, patrona di filologi ed esperantisti
Entriamo, ora, un po’ più nello specifico della cristalloterapia.
Persone poco dotte inseriscono questa disciplina tra le moderne tecniche new age ma, come abbiamo visto, le radici della sua storia sono lontane nel tempo. Fin dai tempi antichi, tutte le culture del mondo hanno utilizzato le pietre sia sotto il profilo energetico-spirituale, sia per la salute fisica. Tanto del singolo, quanto della comunità.
La cosa curiosa è che tutte queste culture, benché distanti geograficamente e nel tempo, utilizzavano le stesse pietre per i medesimi scopi. Ciò dimostra quanto questa pratica sia più legata alla consapevolezza interiore - quindi alla connessione dell’Uomo con il Cosmo - che allo studio a tavolino.
Questa pratica di auto-guarigione non si sostituisce alla medicina - non in tutti i casi, almeno - ma la affianca, la integra, esercitando la sua influenza sia sul piano fisico che su quello psicologico e spirituale.
Tutto ciò che è vivo ha una vibrazione, una frequenza. Ed è appunto quest’ultima che cura e riequilibra.
Benché possano sembrare inerti, i cristalli sono vivi e pulsanti di energia. È questa energia “universale” che lavora a livello profondo, facendoci prendere coscienza di ciò che sta alla base della malattia. Quando si tocca un cristallo in maniera consapevole, quindi con totale apertura, questa energia viene attivata.
C’è di più. Rudolf Steiner, fondatore dell’Antroposofia, ha spesso accennato alle formazioni cristalline nel sangue. Sappiamo inoltre che “l’interazione con le energie delle pietre è favorita dall’acqua, di cui il corpo umano è composto al 70% e che agisce da conduttrice di energie. I cristalli devono perciò essere considerati non come oggetti magici, ma come oggetti ai quali abbiamo la capacità di unirci energicamente”. (cit. “Il grande libro della cristalloterapia” di Reto Vital)
In sintesi, il corpo stesso produce elementi cristallini grazie ai quali, complice l’acqua, trasmette i benefici intrinseci in tutto l’organismo.
La cristalloterapia, altro non è che una amplificazione cosciente di un processo totalmente naturale del nostro corpo.
Le proprietà delle pietre sono tante quante le pietre stesse e sarà interessante andarle a scoprire una ad una.
Affinché l’analisi sia il più approfondita possibile, bisognerà valutare anche il colore, la forma, i minerali che compongono la pietra e il sistema cristallino. Tutti elementi che rendono il minerale quello che è, con la sua specifica vibrazione.
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