ELEZIONI 2022, DA PALAMARA A ITALIANI CON DRAGHI: 14 SIMBOLI NON AMMESSI
Liste Pd tra new entry, conferme ed esclusi - M5S, malumori su listino Conte - Renzi: "Sì a confronto tv a 4, vediamo chi fugge" - Calenda sfida Meloni, Letta e Conte: "Necessario almeno un confronto"

Elezioni 2022, da Palamara a Italiani con Draghi: 14 simboli non ammessi
Sono 14 i simboli depositati al Viminale che non sono stati ammessi alle elezioni politiche 2022.
Tra questi la lista dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara ’Palamara Oltre il Sistema’ e il simbolo ’Italiani con Draghi - Rinascimento’.
In dettaglio, i 14 contrassegni depositati non ammessi alle elezioni sono: Partito Liberale Italiano, Movimento Politico Libertas, Sud chiama Nord (ritirato), Partito Pensionati al Centro, Democrazia Cristiana, Pensiero e Azione Ppa, L’Italia s’è desta, Lega per l’Italia, Partito Federalista Italiano, Movimento per l’instaurazione del socialismo scientifico cristiano- No alla cassa forense, Democrazia Cattolica Liberale, Palamara oltre il Sistema, Italiani con Draghi Rinascimento, Up con de Magistris.
Liste Pd tra new entry, conferme ed esclusi
Non una notte dei lunghi coltelli, ma una giornata intera scandita dai continui rinvii della riunione della Direzione, chiamata ad approvare le liste del Pd per le prossime elezioni.
Poi, comunque dopo la mezzanotte, il via libera (tre voti contrari e cinque astenuti), con conferme, new entry, esclusioni e rinunce che portano dietro di sé l’inevitabile strascico di polemiche. Tanto che Base riformista, la componente che fa capo al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, decide di non partecipare al voto, dopo la decisione di cassare il nome di Luca Lotti, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio con premier Matteo Renzi.
C’è anche chi tra le candidature viene inserito ma decide comunque di farsi da parte. Solo in extremis accetta Monica Cirinnà, responsabile Diritti del partito, destinata al collegio senatoriale di Roma 4, comprendente anche il comune di Fiumicino, guidato dal marito Esterino Montino. Rinuncia invece Federico Conte, deputato uscente di Leu, inserito nella lista proporzionale del secondo collegio della Campania dietro l’ex segretaria della Cgil, Susanna Camusso. No anche da Alessia Morani, cui era stato assegnato il collegio uninominale di Pesaro per la Camera e il terzo posto nella lista proporzionale. Il costituzionalista Stefano Ceccanti, al quarto posto nel listino del plurinominale Toscana 3, ha annunciato invece spiegazioni per oggi, dopo che già ieri sera aveva smentito la notizia relativa alla sua collocazione.
Lascia invece la Toscana il segretario del partito, Enrico Letta, che oltre a guidare le liste proporzionali in Veneto e Lombardia, si cimenterà nel collegio uninominale della Camera di Vicenza. A Padova sarà in corsa Alessandro Zan, ’padre’ della controversa proposta di legge contro l’omotransfobia, mentre a Verona scenderà in campo Alessia Rotta. A guidare la lista proporzionale del Senato nel collegio plurinominale che comprende le tre province sarà invece l’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin, schierata anche in Piemonte come numero tre nel primo collegio plurinominale, davanti a Francesco Verducci e dietro Anna Rossomando e Andrea Giorgis. Quest’ultimo sarà anche nel collegio uninominale di Torino.
Enrico Borghi, ora a Montecitorio, sarà invece capolista nell’altro collegio plurinominale. Alla Camera, nella prima circoscrizione, la capogruppo Debora Serracchiani sarà capolista nel primo collegio proporzionale, l’ex ct della nazionale di pallavolo e ora responsabile Sport del partito, Mauro Berruto, nel secondo. Riccardo Magi, invece, presidente di Più Europa, si presenterà nel collegio uninominale di Torino 1. Nell’altra circoscrizione, capolista saranno il capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro, e Chiara Gribaudo.
Tris di capolista donne nel proporzionale alla Camera in Toscana: Anna Ascani, Laura Boldrini e Simona Bonafè, con la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Caterina Bini, numero tre in due liste e in campo nel collegio uninominale di Prato. Nel maggioritario, a Grosseto-Siena, l’ex presidente della Regione, Enrico Rossi, mentre a Pisa dovrebbe andare il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni.
Al Senato, il presidente della commissione Affari costituzionali, Dario Parrini, guiderà la lista proporzionale, mentre Andrea Marcucci, capogruppo a palazzo Madama fino all’arrivo di Letta alla segreteria, sarà candidato nel collegio di Livorno e non in quello di Lucca.
In Campania, oltre alla candidatura già ricordata di Camusso e a quella rifiutata di Federico Conte, il ministro della Salute, Roberto Speranza, Stefano Graziano e Piero De Luca, saranno capilista nel proporzionale nei collegi due, tre e quattro della Camera, mentre nel primo del Senato correranno, nell’ordine, Dario Franceschini, Valeria Valente, presiedente della commissione parlamentare sul femminicidio, e Vincenzo Amendola, sottosegretario per le Politiche europee.
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sarà capolista nel primo collegio proporzionale della prima circoscrizione, seguito dell’ex ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, capolista invece nel collegio Viterbo-Rieti della seconda circoscrizione, dove a guidare il Pd nel territorio di Frosinone-Latina ci sarà invece Matteo Orfini. Michela De Biase sarà invece capolista nel secondo collegio della prima circoscrizione sempre del Lazio.
Al Senato, collegio uninominale di Roma centro per Emma Bonino, il terzo per Filippo Sensi (destinatario nei giorni scorsi di un tweet di sostegno da parte di Patrick Zaki), numero tre nella lista proporzionale del secondo collegio guidata dal segretario regionale, Bruno Astorre, seguito dall’ex segretaria della Cisl Annamaria Furlan. Nell’altro collegio capolista sarà invece Cecilia D’Elia, deputata uscente del collegio uninominale Roma centro, in passato appannaggio di Paolo Gentiloni e Roberto Gualtieri. Stavolta correrà Paolo Ciani, leader dell’associazione Demos. Collegio numero quattro invece per Roberto Morassut.
Nonostante le polemiche dei giorni scorsi, confermata la candidatura nel collegio maggioritario del Senato di Bologna per Pier Ferdinando Casini, mentre l’ex sindaco della città felsinea, Virginio Merola, correrà in quello della Camera.
L’economista Carlo Cottarelli guiderà la lista proporzionale in Lombardia per il Senato, il microbiologo Andrea Crisanti, new entry dell’ultima ora, quella per la circoscrizione Europa per il voto degli italiani all’estero.
Tra tante conferme, infine, da segnalare la scelta anche della linea verde, con la decisione di Letta di indicare gli under 35 Rachele Scarpa, Caterina Cerroni, Raffaele La Regina e Marco Sarracino come capilista in Veneto, Molise, Basilicata e Campania.
M5S, malumori su listino Conte
Non si placano le polemiche sul ’listino’ ristretto di Giuseppe Conte, sottoposto al vaglio degli iscritti M5S nell’ambito delle parlamentarie online. Parlando a La Stampa, il leader pentastellato spiega: "Ho proposto una piccola squadra di 15 persone, ma non è questione di fedelissimi... Sono persone che possono contribuire a realizzare le nostre battaglie", prosegue l’ex premier, sottolineando come il listino servirà a garantire "un nucleo essenziale per una continuità d’azione". Sui social il senatore Danilo Toninelli però critica la decisione del presidente M5S e punge: "I listini bloccati lasciamoli alla Meloni o a Letta. Una candidata come Chiara Appendino merita di essere eletta perché ha preso più voti dagli iscritti grazie al suo eccellente lavoro da sindaca, non perché è blindata da una scelta che non ha nulla a che vedere con la democrazia diretta".
Continua a ribadire le sue perplessità anche l’avvocato dei ricorrenti M5S Lorenzo Borrè: "Dubito fortemente - dice il legale all’Adnkronos - che l’introduzione della categoria dei super candidati sia conforme alla disciplina dello statuto. La consultazione per la ratifica della proposta del super listino, che di sicuro ci sarà, perché i ’no’ non hanno mai vinto in questi plebisciti, non ha la forza giuridica di derogare al principio di parità di diritti dei soci, in quanto sarebbe stata necessaria una preventiva modifica statutaria".
Per Borrè "è come se in una corsa automobilistica a un numero ristretto di piloti, scelti unilateralmente, fossero assegnate delle Ferrari mentre gli altri gareggiano alla guida di un go-kart, con la pressoché assoluta certezza che questi ultimi non potranno mai arrivare primi. Mi sembra forzato chiamare democratici questi proceduralismi, li chiamerei piuttosto ’ludi telematici’".
A far alzare più di un sopracciglio in queste ore è anche la presenza nel listino ’contiano’ del notaio Alfonso Colucci, che all’interno del Movimento ricopre l’incarico di ’Organo di controllo’: da statuto, questa figura ha tra i vari compiti anche quello di "vigilare" sul rispetto "delle deliberazioni degli Organi associativi" come l’Assemblea degli iscritti, che in queste ore è chiamata a eleggere i candidati alle politiche, tra cui figura lo stesso notaio. "Se a verificare il voto fosse lui sarebbe poco opportuno", attacca all’Adnkronos la deputata Azzurra Cancelleri, tra coloro che hanno dovuto rinunciare alla ricandidatura a causa della regola del doppio mandato. Fonti 5 Stelle smentiscono però le accuse di incompatibilità indirizzate a Colucci: la certificazione notarile delle votazioni, si sottolinea, viene svolta da un altro notaio, non da lui.
Renzi: "Sì a confronto tv a 4, vediamo chi fugge"
’’Carlo Calenda ha chiesto un dibattito a 4, sfidando Letta, Meloni e Conte. Secondo me è una richiesta sacrosanta e giusta. Dibattito pubblico in tv: nei paesi democratici funziona così. Vediamo chi fugge da questo confronto’’. Lo scrive Matteo Renzi sulla sua E-news.
’’Meloni e Salvini - continua Renzi - sono un pericolo per l’economia, non per la democrazia: hanno fatto promesse assurde, irrealizzabili, flat tax insostenibili e ingiuste. Rimettiamo in fila i fatti e diciamo le cose come stanno: se vincono loro, non perderete la vostra libertà. Al massimo perderete i vostri risparmi’’.
Calenda sfida Meloni, Letta e Conte: "Necessario almeno un confronto"
"Almeno un confronto tra i leader delle quattro coalizioni è necessario. Aiuterebbe gli italiani a valutarne la consistenza e la preparazione". Lo propone su Twitter il segretario di Azione Carlo Calenda, postando le foto di Enrico Letta, Giorgia Meloni, Giuseppe Conte e la sua. "Lavoreremo insieme per dare al paese una casa politica dove repubblicani, liberal democratici e popolari possano ritrovarsi, si legge in un altro post dove commenta le dichiarazioni di Renzi, secondo il quale "il progetto del terzo polo va oltre il 25 settembre".
Quindi una frecciata al centrodestra: "Dalla prospettiva Ue. La destra è divisa su tutto. Berlusconi è alleato con Letta. Meloni e Salvini sono suoi avversari. Mettiamola così. Noi siamo tranquilli da entrambe le prospettive Ue e Italiana", dice retwittando un post di Berlusconi, secondo il quale "la sinistra è divisa su tutto. Il Partito Democratico, che parla ogni giorno di atlantismo, non ha esitato ad allearsi con la sinistra di Fratoianni, che ha appena votato contro l’allargamento della NATO alla Finlandia e alla Svezia".
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.