FIAT 600: 67 ANNI FA ESORDIVA L’UTILITARIA PER TUTTI

Spigolature storiche

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Nel 1955 la casa torinese mostrò al mondo la prima auto italiana realmente accessibile ad un pubblico molto vasto. Fu la capostipite delle utilitarie tricolori

cms_27265/0.jpgUna piccola berlina economica e moderna capace di trasportare comodamente quattro persone? In Italia, nei primi anni Cinquanta, una tale automobile non esisteva. Nel momento in cui il nostro Paese si era finalmente lasciato alle spalle le rovine della guerra e stava per decollare in quel breve ma indimenticabile volo successivamente definito “miracolo economico”, era alta la necessità e la voglia di un veicolo adeguato alle esigenze di famiglie che cominciavano ad intravedere un ragionevole benessere. La Fiat 600 rispose nel migliore dei modi a queste richieste.

LE ORIGINI DELLA FIAT 600

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La Fiat 600 venne ufficialmente presentata al pubblico il 10 marzo 1955 al Salone di Ginevra (il giorno precedente ci fu l’anteprima per la stampa). La sua origine invece va collocata circa quattro anni prima. Infatti risale al 1951 il via libera da parte del presidente Vittorio Valletta a quella complessa operazione per progettare, sviluppare e produrre quasi contemporaneamente i due modelli che avrebbero rivoluzionato l’intera società italiana. Progetto 100 fu il nome interno assegnato alla 600. Quali sarebbero state le caratteristiche fondamentali di quest’auto? Dal verbale del comitato di presidenza del 1° agosto 1951 si legge: “La velocità non dovrà essere inferiore agli 85 km/h e il peso si aggirerà sui 450 kg, di cui 250 per la carrozzeria e 200 per la parte meccanica. La capienza dovrà essere di 4 persone”. Semplice e in parte impossibile, come rimarca nella propria autobiografia (“I miei 40 anni di progettazione alla Fiat”) Dante Giacosa, uno dei più importanti progettisti nell’intera storia della Fiat, attivo dalla fine degli anni Venti al termine dei Sessanta.

cms_27265/2_1661314034.jpgL’auto giusta al momento giusto. Fu talmente indovinata che, sebbene sia rimasta in produzione per un periodo relativamente breve, ancora oggi, dopo 65 anni, ne osserviamo tracce apparentemente invisibili. Perché il segmento B, quello delle utilitarie, l’ha praticamente inventato lei; quelle doti di economicità, comfort, stile gradevole e semplicità le ritroviamo nelle compatte che tutti i giorni vediamo circolare. Utile, appunto. La motorizzazione di massa in Italia è stata avviata da questo modello; l’altrettanto indimenticabile 500 (che uscì due anni più tardi) completò l’opera. Per questi e altri motivi, questa piccola auto dalla forma curiosa merita un omaggio anche oggi, in un mondo completamente diverso e dopo un’evoluzione tecnica pari ad un salto geologico.

Diana Filippi

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