IN ITALIA ULTERIORI 21.817 CONTAGI E ALTRI 90 MORTI
I dati dalle Regioni - Covid Italia, report: rallentano ancora i ricoveri - Covid Italia, mini quarantena: cosa dicono gli esperti

In Italia ulteriori 21.,817 contagi e altri 90 morti
Sono 21.817 i nuovi contagi da Coronavirus in Italia, secondo i dati e i numeri Covid - regione per regione - del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute. Si registrano inoltre altri 90 morti.
Nelle ultime 24 ore sono stati processati tra antigenici e molecolari, sono 167.495 tamponi con un tasso di positività al 13%. In calo i ricoveri, 336 in meno e le terapie intensive, 13 in meno.
I dati dalle Regioni
(Bollettino Covid - 31 Agosto 2022)
LAZIO
Sono 1.639 i nuovi contagi da coronavirus oggi, 31 agosto nel Lazio, secondo i dati Covid dell’ultimo bollettino della Regione. Da ieri sono stati registrati 6 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 3.068 tamponi molecolari e 10.068 antigenici con un tasso di positività al 12,4%. I ricoverati sono 538, 20 in meno rispetto a ieri, mentre le terapie intensive occupate sono 43, 2 in meno da ieri. Nelle ultime 24 ore sono guarite 8.945 persone. I casi a Roma città sono a quota 802. Nel dettaglio i contagi e i decessi nelle ultime 24 ore nelle aziende sanitarie del Lazio. Asl Roma 1: sono 278 i nuovi casi; Asl Roma 2: sono 308 i nuovi casi e 1 decesso; Asl Roma 3: sono 216 i nuovi casi e 1 decesso; Asl Roma 4: sono 81 i nuovi casi; Asl Roma 5: sono 123 i nuovi casi e 0 i decessi; Asl Roma 6: sono 136 i nuovi casi e 4 i decessi.
Nelle province si registrano 497 nuovi casi. Asl di Frosinone: sono 208 i nuovi casi; Asl di Latina: sono 175 i nuovi casi; Asl di Rieti: sono 56 i nuovi casi; Asl di Viterbo: sono 58 i nuovi casi.
LOMBARDIA
Sono 3.137 i nuovi contagi da Coronavirus oggi, 31 agosto 2022 in Lombardia, secondo i dati Covid dell’ultimo bollettino della Regione. Da ieri sono stati registrati 6 morti per un totale di 42.231 decessi da inizio pandemia. I ricoveri ordinari negli ospedali lombardi sono 633, 26 in meno rispetto alla giornata di ieri, mentre quelli in terapia salgono a 22, uno in più di ieri.
In provincia di Milano i nuovi positivi sono 901 di cui 367 a Milano città. A Bergamo 310, a Brescia 478, a Como 168, a Cremona 110, a Lecco 108, a Lodi 80, a Mantova 117, a Monza e Brianza 270, a Pavia 187, a Sondrio 60 e a Varese 262
SARDEGNA
Sono 446 i nuovi contagi da Coronavirus oggi, 31 agosto 2022 in Sardegna, secondo i dati Covid dell’ultimo bollettino della Regione. Da ieri sono stati registrati 10 morti nell’isola.
Nelle ultime 24 ore sono stati processati, fra molecolari e antigenici, 2.999 tamponi. I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 7, 4 in meno di ieri, mentre i pazienti ricoverati in area medica sono 93, 8 in meno di ieri. In isolamento domiciliare 10.421 persone.
ABRUZZO
Sono 755 i nuovi contagi da Coronavirus oggi, 31 agosto 2022 in Abruzzo, secondo i dati Covid dell’ultimo bollettino della Regione. Da ieri non è stato registrato alcun decesso e il bilancio complessivo resta, quindi, fermo a 3.631 vittime. Da ieri sono guarite 687 persone. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 1.370 tamponi molecolari e 3.710 test antigenici.
Al momento i positivi in Abruzzo sono 26.618, di cui 131 ricoverati in ospedale in area medica, 9 in meno di ieri. Nove le terapie intensive occupate come ieri.
Tra le province con il maggior numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore L’Aquila a 216, Chieti a 173 come Pescara e 157 a Teramo.
TOSCANA
Sono 929 i nuovi contagi Covid in Toscana oggi, 31 agosto, e si registrano quattro decessi. Sono stati eseguiti 1.017 tamponi molecolari e 6.593 tamponi antigenici rapidi, di questi il 12,2% è risultato positivo. Sono invece 1.508 i soggetti testati oggi (con tampone antigenico e/o molecolare, escludendo i tamponi di controllo), di cui il 61,6% è risultato positivo. Gli attualmente positivi sono oggi 82.647, -0,8% rispetto a ieri. I ricoverati sono 291 (11 in meno rispetto a ieri), di cui 11 in terapia intensiva (1 in più). Oggi si registrano 4 nuovi decessi: un uomo e 3 donne con un’età media di 86,5 anni.
Questi i dati, accertati alle 12 di oggi sulla base delle richieste della Protezione Civile Nazionale, relativi all’andamento dell’epidemia in regione. L’età media dei 929 nuovi positivi odierni è di 50 anni circa (9% ha meno di 20 anni, 17% tra 20 e 39 anni, 32% tra 40 e 59 anni, 30% tra 60 e 79 anni, 9% ha 80 anni o più). I nuovi casi sono lo 0,1% in più rispetto al totale del giorno precedente. I guariti crescono dello 0,1% e raggiungono quota 1.283.319 (93,2% dei casi totali)
Di seguito i casi di positività sul territorio con la variazione rispetto a ieri (189 confermati con tampone molecolare e 740 da test rapido antigenico). Sono 376.301 i casi complessivi ad oggi a Firenze (217 in più rispetto a ieri), 92.378 a Prato (49 in più), 108.443 a Pistoia (74 in più), 69.021 a Massa (67 in più), 146.989 a Lucca (119 in più), 159.730 a Pisa (98 in più), 124.443 a Livorno (93 in più), 124.514 ad Arezzo (77 in più), 98.669 a Siena (68 in più), 75.573 a Grosseto (67 in più). Sono 555 i casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni. Sono 353 i casi riscontrati oggi nell’Asl Centro, 364 nella Nord Ovest, 212 nella Sud est.
Covid Italia, report: rallentano ancora i ricoveri
Rallentano ancora i ricoveri Covid in Italia nell’ultima settimana. Complessivamente si registra una ulteriore diminuzione dei pazienti adulti, sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva, pari al 14,2% rispetto alla settimana precedente. Questi i dati al 30 agosto del report degli ospedali sentinella aderenti alla rete di Fiaso, la Federazione aziende sanitarie e ospedaliere. Agosto, dunque, è stato contrassegnato dal segno meno: un calo progressivo delle ospedalizzazioni cominciato già a fine luglio e proseguito per tutto il mese.
A diminuire nell’ultima settimana - evidenzia Fiaso - sono stati sia i ricoverati nei reparti ordinari (-14%) sia i pazienti nelle terapie intensive (-18,2%).
"La recente segnalazione di un aumento dei casi di infezione da Sars-Cov-2 - commenta il presidente Fiaso, Giovanni Migliore - attualmente non si riflette su un aumento dei ricoveri. Registriamo, infatti, un calo dei pazienti che, insieme a quelli osservati nelle precedenti settimane, si traduce in una riduzione della pressione sulle strutture ospedaliere. Molti ospedali hanno chiuso i reparti Covid perché non ci sono più pazienti, ma avendo piani operativi per riattivare tempestivamente quei posti letto. Sarà fondamentale mantenere bassi i numeri e questo passerà necessariamente da una nuova spinta sulla campagna vaccinale per over 60 e fragili: accogliamo con grande ottimismo - sottolinea - l’annuncio del ministero della Salute di avere già a metà settembre la disponibilità di nuovi vaccini aggiornati contro la variante Omicron".
Anche nelle classi di età pediatriche si verifica un calo dei ricoverati ’per Covid’ e un aumento dei ’con Covid’. Questo è l’unico dato in salita della rilevazione odierna che occorrerà osservare nelle prossime settimane", evidenzia ancora il report. "La classe d’età più colpita continua a essere quella da 0 a 4 anni che rappresenta il 71% dei pazienti", ricorda il report.
"Complessivamente sono 31 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati con infezione da Sars-Cov-2 nella rilevazione del 30 agosto effettuata negli ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali aderenti al network sentinella di Fiaso rispetto ai 25 della scorsa settimana - continua il report - Si registra una oscillazione verso l’alto (+24%), ma esclusivamente a carico dei pazienti ’con Covid’, ovvero pazienti arrivati in ospedale per la cura di altre patologie e trovati incidentalmente positivi al tampone pre-ricovero".
Covid Italia, mini quarantena: cosa dicono gli esperti
Covid in Italia, si va verso una mini quarantena ossia una riduzione da 7 a 5 giorni con tampone negativo.
Dopo il parere del Consiglio superiore di sanità (Css) si attendono altre valutazioni, per esempio di tipo epidemiologico, e nel caso una circolare.
Ecco cosa ne pensano gli esperti.
GALLI - "Una possibile riduzione della quarantena dei positivi al Covid ’puzza’ di campagna elettorale" dice all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. "Tutto quello che sento in questo periodo mi sembra fortemente condizionato". Nel merito "francamente mi sembra inutile mettere in ballo indicazioni sulla quarantena, in questo momento in cui ci si attende di valutare cosa succederà con la riapertura delle dell’attività generali del Paese". Per Galli "adottare misure in questo momento di apparente calma" dal punto di vista epidemiologico "senza tenere conto che potrebbe essere del tutto momentanea, mi sembra molto strumentale. Credo che sia ragionevole attendere alcune settimane, anche in relazione alla riapertura delle scuole’.
"Prima di mettermi a fare elucubrazioni, in questo momento, su ’sconti’ di vario genere, ci penserei bene. Se poi, a breve scadenza, le cose miglioreranno, tanto di guadagnato. Si potrebbe obiettare ’riduciamo ora che c’è una relativa calma’, ma se riducessimo proprio nel momento in cui tutto ricomincia non sarebbe saggio. Si sa che la congiuntura di settembre è da sempre critica sul piano epidemiologico" sottolinea.
ANDREONI - Sulla possibilità che si arrivi a una riduzione della quarantena per i positivi asintomatici passando da 7 giorni a 5 con un test negativo al quinto giorno, dice all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), "non credo sia il momento, forse è meglio rimandare questa scelta. Abbiamo di fronte un autunno dove ci sarà sicuramente un rialzo dei casi". "Potrebbe essere un’iniziativa comprensibile ma va fatta in un altro momento, ora serve ancora attenzione" avverte.
CRISANTI - "Se si esce con un test negativo dall’isolamento previsto in caso di positività a Covid, non c’è problema nell’accorciarne la durata da 7 a 5 giorni" dice all’Adnkronos Salute Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. Le valutazioni il ministero della Salute le farà sulla base del parere del Consiglio superiore di sanità (Css), come spiegato dal ministro della Salute Roberto Speranza, il quale ha insistito sul fatto che "secondo le evidenze scientifiche del Css, se una persona è positiva, sintomi o non sintomi, deve stare in isolamento per evitare che il contagio possa diffondersi in maniera troppo larga". Anche Crisanti sarebbe favorevole a un cambiamento delle regole dell’isolamento dei positivi solo a una condizione: "Direi di sì - spiega - se non comporta rischi aggiuntivi per gli altri".
MINELLI - "Oramai consunti per cronica inattività i meccanismi di tracciamento, la quarantena appare piuttosto come una censura o una punizione per chi dovesse risultare positivo al tampone" dice all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. "Consideriamo anche tutti i casi asintomatici che circolano con assoluta inconsapevolezza e ci rendiamo conto di quanto una quarantena solo per alcuni sia del tutto inutile o fuorviante". "Due anni e mezzo di pandemia conclamata, una vaccinazione su vasta scala, e un contagio ormai generalizzato con effetti clinici decisamente meno preoccupanti mi farebbero propendere per una riduzione significativa della quarantena" spiega.
BASSETTI - "La riduzione della quarantena a 5 giorni è una decisione che arriva molto tardivamente, ci sono Paesi come Israele che hanno da un anno l’isolamento dei positivi asintomatici a 5 giorni" dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive ospedale San Martino di Genova. "Noi ci arriviamo tardi e nel momento in cui la quarantena andrebbe eliminata, nel senso che io credo sia giusto affrontare questa malattia infettiva come tante altre che già gestiamo e che non prevedono certo la quarantena".
"Oggi contro Sars-CoV-2 abbiamo i vaccini, anche aggiornati in arrivo, antivirali efficaci e i monoclonali - spiega Bassetti - Abbiamo imparato a conoscerla e oggi è comunque una malattia infettiva come tante altre, non vedo perché si debba mettere una persona in quarantena per Covid e non per l’influenza". Secondo l’infettivologo genovese, "una revisione delle norme sarebbe anche utile per far emergere i positivi sommersi che si fanno il tampone a casa e non si dichiarano. Diamo quindi fiducia ai cittadini - suggerisce - responsabilizziamoli, ovvero chi ha sintomi sta a casa e chi è asintomatico si fa un test e se non può stare a casa esce con la Ffp2".
CICCOZZI - "Tutte le epidemie e le pandemie sono eventi dinamici, specialmente se di origine virale. Il virus cambia. E quindi si modificano le condizioni, le terapie. E’ ovvio che dobbiamo aggiornarci. E questo vale anche per le regole della quarantena dei positivi che, in questa fase epidemiologica, ha senso allentare" spiega all’Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.
L’epidemiologo precisa: "Ciò che valeva un anno fa non vale necessariamente oggi. Questo virus ci sta facendo meno male. Oggi, il più delle volte, non si hanno più sintomi dopo i 4 o 5 giorni. Quindi perché non ridurre la quarantena? Ovviamente con tutte le precauzioni necessarie: se, una volta finiti i sintomi, si deve uscire, è necessario il tampone negativo, altrimenti serve indossare la mascherina che, in questi casi, è imprescindibile".
L’aggiornamento delle regole permette di adattarsi "alla nuova realtà epidemiologica. Del resto abbiamo sempre aggiornato, in questi tre anni, le regole rispetto alle necessità. Ora l’infezione è più leggera e richiede altre indicazioni, la sintomatologia che abbiamo con Omicron pesa meno, con le vaccinazioni siamo abbastanza coperti. E quindi allentare si può".
PREGLIASCO - "In questa fase, in cui si va verso una convivenza con Covid e una normalizzazione, proprio per mantenere anche l’accettabilità di una prassi che è ancora utile, si possono allargare le maglie e rischiare un po’ di più, perché è vero che la massima contagiosità c’è nei primi giorni. Quindi condivido questo approccio che prevederebbe 5 giorni con test negativo per uscire e 15 come uscita definitiva per i positivi a lungo termine". Così all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco.
L’esperto esprime un giudizio "tutto sommato positivo", spiega rimarcando che "c’è comunque un incremento di rischio. Ma in questa fase di difficile accettazione credo che questa soluzione possa mantenere ciò che comunque serve" come protezione "vista l’alta circolazione del virus. Anche qui, continua il docente di Igiene dell’università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi, "si tratta di una mediazione tra la praticabilità, l’accettabilità e il dato statistico che ci dice che i primi giorni sono quelli a maggiore rischio".
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