ASPETTANDO L’INCARICO SI PREPARA LA SQUADRA DI PALAZZO CHIGI

Dopo aver espresso soddisfazione per l’elezione in tempi rapidi dei presidenti di Senato e Camera, così come auspicato nei giorni scorsi, Meloni ha quindi lavorato per tutta la giornata "ai dossier urgenti che l’Italia si trova a dover affrontare", spiegano fonti di Fdi. "Avevamo promesso agli italiani di procedere a passi spediti. Ci siamo riusciti: ora continuiamo a lavorare con la stessa velocità per le altre scadenze", ha detto uscendo dall’Aula.
Dopo un breve saluto nel cortile della Camera con Matteo Salvini, Meloni ha passato la sua giornata negli uffici di Montecitorio, insieme ai suoi collaboratori. Tante le riunioni per affrontare i dossier più urgenti come la legge di bilancio, il caro energia e l’approvvigionamento energetico. Su questo ha avuto contatti in giornata con il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Tutti temi per i quali all’Italia serve "un governo autorevole" e su cui "non c’è tempo da perdere", come ha spiegato su Facebook. Intanto a chi le ha chiesto novità sulla composizione e la squadra di governo, Meloni ha ribadito che "per parlare del governo bisogna prima avere un incarico".
Di certo, fino all’incarico c’è ancora una settimana, che in politica sono un’eternità, per formare la futura squadra di palazzo Chigi, ma la definizione almeno della griglia di base, una volta eletti i presidenti del Parlamento, non può essere rinviata più di tanto. Bisogna riprendere il confronto all’interno del centrodestra dopo lo ’strappo azzurro’ sulla nomina di La Russa a seconda carica dello Stato. Bisogna superare subito le frizioni Fdi-Fi per non avvelenare ancor di più il clima, dice a mezza bocca un big azzurro, che sta seguendo da vicino il totonomi.
Per ora sarebbe congelata tra gli azzurri l’idea di fare consultazioni separate al Colle (anche se ci sarà tempo per discuterne in maniera approfondita) ma Fi, raccontano, non accetterà mai l’idea di farsi dettare la lista dei ministri dalla Meloni, indipendentemente dal ’no’ alla Ronzulli.
Secondo gli ultimi boatos, oltre a Tajani, sarebbero ’graditi’ a Fdi Maurizio Gasparri e Annamaria Bernini (entrambi ex aennini), l’ex presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati (che Meloni voleva come candidato della coalizione alle ultime elezioni del capo dello Stato) e l’ex viceministro del Mise, Gilberto Pichetto Fratin.
Quindi, replicando alle critiche di Enrico Letta sull’elezione di Lorenzo Fontana a presidente della Camera, Meloni sottolinea: "E’ interessante questa sinistra che ci parla di rispetto delle istituzioni ma è un rispetto che vale solo se le rappresentano loro, è un’idea curiosa di democrazia che però abbiamo già sperimentato"."Agli esponenti di sinistra che stanno rilasciando dichiarazioni irrispettose verso i nuovi presidenti delle Camere, ricordo che le istituzioni vanno rispettate sempre e non solo quando sono loro espressione. Aggredirle in questo modo è un’offesa allo Stato e alla volontà popolare", ha scritto successivamente in un tweet.
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