PROTEGGIAMO IL LORO PRESENTE E IL LORO FUTURO

Con i pediatri e operatori sanitari ciclisti in difesa della salute bambini

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Perché io, che non sono un medico e nemmeno un operatore di settore, ho scritto che sono con i “nostri ciclisti” per la protezione della salute dei bambini? Troverete la risposta alla fine se avrete la pazienza di leggere quanto segue.

cms_27992/1.jpgL’inquinamento atmosferico è una delle maggiori minacce ambientali per la salute umana, insieme ai cambiamenti climatici. Quasi il 99% della popolazione mondiale vive in luoghi in cui i livelli di inquinamento atmosferico superano le linee guida dell’OMS. L’UNICEF stima che circa un miliardo di bambini - quasi la metà di tutti i bambini nel mondo - corrono "un rischio estremamente alto" di impatto dalla crisi climatica. A livello globale, l’inquinamento atmosferico uccide circa 7 milioni di persone all’anno. Nel Regno Unito provoca circa 28.000-36.000 morti premature all’anno (ricordo quella di Ella Kissi-Debrah, 9 anni, morta nel 2013).

L’inquinamento atmosferico contribuisce a condizioni respiratorie come l’asma, così come il cancro ai polmoni e le malattie cardiache. Stanno emergendo prove che contribuisce anche alla demenza, al basso peso alla nascita e al diabete di tipo 2. È sempre più collegato a malattie mentali e malattie fisiche. Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rafforzato le sue linee guida sui livelli di inquinamento atmosferico, descrivendolo come "alla pari con altri importanti rischi per la salute globale come una dieta malsana e il fumo di tabacco". Come per l’emergenza climatica, i bambini sono i più colpiti. Sono più vicini ai gas di scarico, i loro polmoni e il cervello si stanno ancora sviluppando e respirano più velocemente.

I bambini più poveri negli ambienti urbani sono i più esposti, aumentando l’impatto delle disuguaglianze sociali.

Ride for their lives: la mission

cms_27992/2_1666499625.jpgRide for Their Lives è stato lanciato nell’ottobre 2021 quando il personale ospedaliero pediatrico e i leader del settore sanitario hanno pedalato da Ginevra via Londra fino alla COP26 di Glasgow. Hanno consegnato sia la lettera di prescrizione per un clima sano, sia il rapporto speciale dell’OMS COP26 sui cambiamenti climatici e la salute ai delegati del governo sia della COP26 che della COP27 presidenze. Alla luce di quel successo, quest’anno la campagna è diventata globale e, in vista della COP27, ci sono molte corse che si svolgono nel Regno Unito e all’estero. Ride for Their Lives invita i fornitori di servizi sanitari e le organizzazioni a firmare la lettera di prescrizione per un clima sano e a sostenere la richiesta di un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili: entrambi invitano i governi a realizzare un’azione per il clima.

“Proteggiamo il loro presente e il loro futuro” è l’appello dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e Ride for their Lives la campagna globale che vuole ispirare azioni concrete contro l’inquinamento atmosferico e la crisi climatica, pensata e messa in atto da pediatri e operatori sanitari ospedalieri, con leader e specialisti di varie parti d’Europa.

Interamente autofinanziati (sebbene il progetto abbia il supporto di Bupa, un’azienda sanitaria con sede a Melbourne, in Australia) si prefiggono l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulle crisi del clima e dell’inquinamento atmosferico e sui loro effetti devastanti sulla salute e sul futuro dei bambini.

Importante sottolineare che i pediatri in bicicletta per due settimane includono il dottor Mark Hayden, consulente nella Terapia Intensiva del Great Ormond Street Hospital for Children di Londra; la dottoressa Heather Lambert, pediatra in pensione che ha preso parte alla corsa a Glasgow l’anno scorso e ha pedalato da Londra a Ginevra questo maggio per la campagna "Global Walk the Talk" dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per incontrare il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS.

1.500 km per amore dei nostri bambini

cms_27992/3.jpgSono partiti il 18 ottobre per un viaggio in bicicletta di 1.500 km, da Ginevra a Napoli, collegando ospedali e organizzazioni sanitarie italiane lungo il percorso.

Il lungo viaggio ha preso il via dal Palazzo delle Nazioni, sede dell’Ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra, passa per la vicina Unione Internazionale dei Ciclisti (UCI) ad Aigle, sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), della Federazione Internazionale degli Ospedali, degli Ospedali Universitari di Ginevra e del Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito, con la collaborazione delle italiane Associazione Culturale Pediatri (ACP) e UPPA, casa editrice indipendente dedicata ai temi della genitorialità. Al gruppo partito il 18 ottobre si uniranno nel corso di due settimane vari operatori sanitari nelle diverse tappe del viaggio, che passa da Milano, Modena, Firenze e Roma, per concludersi a Napoli, al fine di ispirare un’azione collaborativa a tutela delle persone e del pianeta.

cms_27992/4.jpg"Sono entusiasta di salire in sella alla mia bici per aiutare a evidenziare gli impatti sulla salute della crisi climatica.

Oggi ogni 5 secondi una persona muore a causa dall’inquinamento atmosferico.

Per questo l’Oms chiede ai governi di condurre una graduale, giusta e rapida eliminazione dei combustibili fossili, per raggiungere un futuro di energia pulita che protegga il nostro pianeta e garantisca vite più lunghe e più sane alle persone", ha commentato uno dei ciclisti, il dottor Diarmid Campbell-Lendrum, capo dell’Unità per i cambiamenti climatici e la salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che coprirà la tappa da Ginevra a Milano.

I ciclisti portano con sé la Lettera di prescrizione per un clima sano, firmata da 46 milioni di operatori sanitari nel mondo, e l’appello per un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili: documenti trasportati in una cartella blu, ricoperta di suppliche ai leader mondiali affinché portino avanti azioni coraggiose per il clima. Si tratta delle richieste tratte dal Forum dei giovani del Great Ormond Street Hospitals di Londra.

cms_27992/5.jpgGli appelli all’azione saranno consegnati alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici - la COP27 che partirà in Egitto il 6 novembre - da Omnia El Omrani, presidente della COP27 con delega per i giovani. Questa “corsa” dei pediatri è solo una parte della serie di eventi simili che si svolgono o si svolgeranno in Europa e nel Nord e Sud America per dar voce alla comunità sanitarie mondiali.

"Le cause dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico sono simili e, come pediatra, sento di avere il dovere di parlare del danno che stanno facendo alla salute dei nostri figli. Ci sono soluzioni e stiamo pedalando per ispirare e incoraggiare gli altri a sostenere questa lotta e a richiedere un’azione congiunta a tutti i livelli: politico, istituzionale e individuale", ha aggiunto Heather Lambert, pediatra Great North Children’s Hospital, Regno Unito.

Tra i ciclisti in azione, anche Ron Lavater, amministratore delegato dell’International Hospital Federation (IHF) di Ginevra, che ha dichiarato: “In rappresentanza globale degli ospedali, l’IHF ha la responsabilità di aumentare la consapevolezza sul cambiamento climatico non solo come minaccia ambientale, ma anche come emergenza sanitaria. Sono entusiasta di far parte dell’iniziativa "Ride for Their Lives" e felice di dedicare una giornata al ciclismo con l’obiettivo di un clima più salubre”.

Tra i ciclisti anche due italiani che meritano di essere menzionati: Ilaria Mariotti (pediatra di famiglia a Modena e parte dell’Associazione Culturale Pediatri, ACP, che cura per l’Italia il percorso internazionale) e Lorenzo Calia, ad della casa editrice UPPA, specializzata in genitorialità e infanzia).

Concludo questo articolo rispondendo alla domanda in abbrivio: perché io, che non sono un medico e nemmeno un operatore di settore, ho scritto che sono con i “nostri ciclisti” per la protezione della salute dei bambini?

Perché anche chi non è un operatore sanitario o rappresenta un’organizzazione sanitaria, può dare il proprio contributo aiutando la comunità sanitaria a diffondere il loro messaggio condividendolo e amplificandolo attraverso le proprie reti. Perché le reti non sono solo strumento di autoreferenzialità ma opportunità di fare il BENE COMUNE.

Antonella Giordano

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Antonella Giordano

Rispondo ai lettori - che ringrazio per l’attenzione riservata al tema dell’articolo - circa quanto richiesto relativamente alla "lettera di prescrizione" e al "trattato di non proliferazione". La lettera di “prescrizione” per un clima sano è firmata da organizzazioni che rappresentano 46 milioni di operatori sanitari in tutto il mondo. La lettera avverte che la crisi climatica è la più grande minaccia sanitaria per l’umanità e invita i leader mondiali a portare avanti l’azione per il clima e invita tutti i governi "a scongiurare l’imminente catastrofe sanitaria limitando il riscaldamento globale a 1,5°C e a fare in modo che la salute umana e l’equità è fondamentale per tutte le azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici". Circa il trattato preciso che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e quasi 200 altre associazioni sanitarie e oltre 1400 operatori sanitari hanno chiesto ai governi di sviluppare e attuare urgentemente un Trattato globale di non proliferazione dei combustibili fossili per porre fine alla dipendenza globale dai combustibili fossili, al fine di proteggere la salute delle persone in tutto il mondo. La campagna sollecita i governi ad accettare un piano legalmente vincolante per eliminare gradualmente l’esplorazione e la produzione di combustibili fossili e ha un ampio sostegno dal Dalai Lama e da altri 100 premi Nobel, dal Vaticano, da diverse città e stati insulari e da quasi 3.000 scienziati e accademici....
Commento del 12:49 23/10/2022 | Leggi articolo...



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