UN MONSIGNORE GAY CONFESSA. SCANDALO IN VATICANO? NO! SOLO TEMPI CHE CAMBIANO!

IL PAPA REVOCHI OBBLIGO CELIBATO

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La legge morale dentro di me il cielo stellato sopra di me”. Ritengo che questa debba essere la frase più idonea per spiegare come e perché un personaggio di alta cultura filosofica e teologica, il polacco Krzysztof Charamsa, abbia finalmente rotto il silenzioso tormento di anni per dichiarare apertamente e coraggiosamente la sua condizione di sacerdote omosessuale.

cms_2805/Immanuel_Kant_3.jpgAppare chiaro che kant con la suddetta espressione metta l’uomo e la sua soggettività al centro di ogni cosa perché il sapere non deriva dall’ oggetto della conoscenza ma dal soggetto che conosce e sperimenta. E’ l’esperienza soggettiva infatti che decide anche dei comportamenti esteriori che sono conseguenza di una conoscenza profonda di se stesso e di un pensare la vita, l’amore, il mondo secondo una personale visione ma soprattutto secondo un personale sentire. Dunque sono le cose esterne che devono conformarsi alle categorie mentali di un individuo e non viceversa. Ciò significa che la morale è una legge soggettiva che non può essere imposta dall’esterno né tantomeno dall’alto .

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Nessun Governo e nessuna religione hanno il diritto di imporre con delle regole ciò che nasce spontaneamente dalla natura e dalle esperienze di ciascun individuo. Secondo questa mia interpretazione la morale è un fatto soggettivo e del tutto relativo. Ciò che era amorale nel medioevo quando cioè le autorità religiose ma anche civili si arrogavano il diritto di giudicare e di punire chiunque si fosse macchiato di atti da loro ritenuti amorali e perversi, oggi non lo è . Ma per arrivare a questa libertà sono passati secoli di repressione psicologica , di conflitti silenti e mortificanti che hanno lacerato la psiche e l’anima di uomini e donne colpevoli di aver obbedito semplicemente ad una diversa ma pur sempre naturale inclinazione ad amare il proprio partner.

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A spingere il prelato polacco verso una dichiarazione così scioccante per tutto il mondo cattolico deve essere stata la famosa frase che papa Francesco pronunciò come risposta ad una domanda sull’omosessualità. “ Chi sono io per giudicare”. Una frase che deve aver fatto breccia nel cuore di mons. Krisztof e infuso in lui quella carica di fiducia quasi inebriante che lo avrebbe liberato dal peso di una verità segreta svelando la quale, l’intera comunità religiosa ne avrebbe giovato in quanto finalmente libera dalla ipocrisia e dalla paura della diversità di alcuni suoi militanti . L’apertura di questo papa che senza paura decide di aprire le porte della verità investigando in quasi tutte le direzioni :amministrative, politiche , finanziarie, morali , come anche negli errori passati e presenti commessi dal clero sia interno che esterno al vaticano, è una vera e propria rivoluzione di pensiero e di azione. La Chiesa , con questa dichiarazione sincera che nulla toglie alla dignitosa e rilevante personalità dell’emerito teologo, ha finalmente l’opportunità di scegliere la via del cambiamento. Quel cambiamento che tantissimi cittadini cattolici praticanti e non, hanno sempre sperato si avverasse: La libertà per il sacerdote di contrarre matrimonio come avviene in quasi tutte le chiese non cattoliche.

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Naturalmente in modo assolutamente libero!. Non è detto che tutti debbano volere una compagna al fianco. Chi decide di sacrificare la propria libertà per un una più alta posizione nella gerarchia ecclesiastica , magari in Vaticano dove la presenza di una compagna di vita potrebbe essere inopportuna, allora continuerebbe nel suo celibato.

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Chi sceglie di predicare il Vangelo del grande Maestro Gesù della cui vita si sa ancora poco, in quanto discordanti sono gli scritti che lo vedono anche marito affettuoso di Maria Maddalena, potrebbe esercitare la sua missione in qualsiasi parrocchia, magari affiancato da una compagna spiritualmente simile con cui dividere l’arduo compito della gestione di una parrocchia. La vita di un sacerdote è una vita difficile e solitaria che si consuma tra le mura silenziose e fredde di una chiesa che , tranne le funzioni domenicali, è quasi sempre vuota. Non ci può essere amore totale a Dio se il cuore, tentato da bisogni estremi di affetto, continua a rimanere privo di amore.. L’amore di Dio si completa attraverso lo slancio d’amore verso altro simile.

cms_2805/La_castità__nella_chiesa.jpgLa castità nella chiesa, richiesta al clero come disciplina spirituale è tutt’altra cosa rispetto allo svolgimento delle funzioni parrocchiane. La castità è in realtà una pratica essenziale per chi, totalmente innamorato di Dio, decida volutamente di rimanere celibe per volare in alto e vivere una esperienza mistica che si esplica con fenomeni di luce o visioni; esperienze a cui solo pochi ‘eletti’ è naturalmente concesso accedere. Questi eletti solitamente sono ‘ i santi ‘, ovvero quei sacerdoti o frati che nella preghiera continua e solitaria o nella meditazione profonda sono riusciti a potenziare la loro energia , non dispersa all’esterno da atto sessuale, al punto da renderla operativa in azioni tradizionalmente taumaturgiche o miracolose. I territori a cui hanno accesso i mistici , sono dimensioni ove la realtà si sublima attraverso una luminosità eterea definita da chi l’ha sperimentata di estrema ‘beatitudine’. Talvolta questa anomala ma indicibile esperienza , spinge il mistico verso uno stato di estasi da cui possono emergere acquisizioni di poteri che rendono l’uomo o il religioso un essere virtuoso e umanamente perfetto. Questo aspetto, solitamente mai discusso , è verità scientifica che parte dallo Spirito dell’Uomo che attraverso la preghiera , la meditazione , la contemplazione continua diventa Cristo- simileSia la letteratura cristiana che quella induista e buddista è piena di tali fenomeni che si ripetono ovunque nel mondo con visioni diverse a seconda della cultura religiosa di ogni paese.

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Dunque lasciamo al clero la libertà di servire Dio senza rinunciare a quella parte di umanità nella quale Dio è comunque, sempre presente. Nel contempo lavoriamo affinchè la omosessualità venga accettata come condizione da rispettare, non giudicare, né discriminare in ogni parte del mondo. Invitiamo i governi occidentali a deplorare e sanzionare quei paesi teocratici musulmani che ancora condannano a morte e a ripugnanti torture quei poveri giovani omosessuali ricordando loro che l’uomo è essenzialmente spirito senza del quale nessuna nascita sulla terra sarebbe possibile. Lo Spirito non ha sesso e può essere maschile o femminile a seconda della sua frequenza vibrazionale.

Elena Quidello

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