LA CONTINUITA’ AFFETTIVA E’ LEGGE
Garantita una corsia preferenziale nell’adozione alle famiglie affidatarie

La legge sul diritto alla continuità affettiva, attesa da anni, è stata definitivamente approvata lo scorso 14 ottobre, con un voto bipartisan, 385 voti a favore e solo due contrari. Fortemente voluta dalle associazioni delle famiglie affidatarie, la legge prevede una sorta di “corsia preferenziale” per le famiglie affidatarie, nel caso il minore a loro affidato fosse dichiarato adottabile.
Questo provvedimento interviene sulla legge n. 184 del 1983 per ridefinire il rapporto tra procedimento di adozione e istituto dell’affidamento familiare, allo scopo di garantire il diritto alla continuità affettiva con la famiglia affidataria del minore di cui sia dichiarata l’adottabilità. Lo scopo è quello di riuscire ad assicurare il diritto alla continuità affettiva deiminori, riconoscendo alla famiglia affidataria un canale preferenziale per l’adozione. In merito al contenuto della citata legge, di cui fanno parte quattro articoli, viene previsto un favore in virtù della valutazione positiva dei legami instaurati in ragione dell’affidamento. L’articolo 1, dispone, ai fini dell’adozione, un canale preferenziale a favore della famiglia affidataria, usufruibile nel caso in cui, asserito lo stato di abbandono del minore, risulti infattibile restaurare il rapporto tra quest’ultimo e la famiglia d’origine.
La senatrice Pd Francesca Puglisi, della segreteria del partito, commenta così il voto: "Finalmente mai più dolori inutili e distacchi traumatici per bambine e bambini, ragazze e ragazzi già provati dalla vita a causa della rigidità delle leggi. Grazie all’impegno delle deputate e dei deputati che ringrazio assieme al relatore Walter Verini, alla presidente della Commissione Giustizia Donatella Ferranti e al Governo, il diritto alla continuità degli affetti delle bambine e dei bambini in affido familiare è legge”.
Di “legge che avvicina i cittadini alla politica”, ha parlato, prima del voto finale a Montecitorio, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. “Abbiamo infranto la barriera che separa molti bimbi dalla loro affettività – ha sottolineato il Guardasigilli –. Questa legge è un primo passo, ed è importante che lo abbiamo fatto tutti insieme”.
L’istituto dell’affidamento familiare è stato creato per dare al minore un ambiente il più possibile sereno durante una “situazione di difficoltà temporanea della famiglia d’origine”. Per questa sua specifica finalità, l’istituto dell’affidamento è nettamente distinto, sul piano legislativo, da quello dell’adozione. Le motivazioni che spingono a scegliere l’affido o l’adozione sono, spesso, molto diverse. Quando si chiede l’accesso all’istituto dell’adozione la motivazione è molto semplice: il desiderio di un figlio o di aggiungere alla propria famiglia un altro figlio rispetto a quelli che già vivono lì, che sono figli di quella famiglia.La motivazione dell’affidamento parte, invece, dalla capacità e dalla volontà generosa di aiutare un bambino in un momento di grande difficoltà. È un atto di grande responsabilità.
Si introduce così nell’ordinamento unprincipio innovativo: il rapporto affettivo continuato e stabile nel tempo è un bene prezioso che il legislatore non può non considerare all’interno della disciplina delle adozioni, dove il minore deve essere sempre più al centro dell’attenzione.
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