LA GEO BARENTS SBARCA A TARANTO CON 85 MIGRANTI
La Ong attracca in Italia a seguito dell’entrata in vigore del nuovo decreto sui flussi migratori che, probabilmente, ha già violato

La Ong Geo Barents è giunta a Taranto, approdando al “porto sicuro” secondo le direttive e le disposizioni impartite dalla Imrcc (Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo). E, con l’entrata in vigore dell’ultimissimo decreto-legge in materia, ci si appresta a vivere un caso destinato a fare scuola, dal momento che le attività della nave di salvataggio sono state compiute in maniera contraria alle indicazioni normative.
Il decreto-legge n. 1 del 2 gennaio 2023, recante “Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori”, introduce nuove regole concernenti il salvataggio dei migranti in mare e si rivolge direttamente alle Ong (e ai rispettivi comandanti delle navi), alle quali vengono imposti precisi obblighi, sanzionati non più penalmente ma amministrativamente.
Sono infatti previste multe da 10 a 50mila euro per il comandante e per l’armatore per il caso di infrazioni, oltre al fermo amministrativo della nave che si muta in confisca nel caso di ripetute violazioni. Gli obiettivi da raggiungere sono l’assicurazione dell’“incolumità delle persone recuperate in mare” nonché allo stesso tempo la tutela dell’“ordine e sicurezza pubblica”.
Le Ong, da adesso in poi, dovranno rispettare un vero e proprio “codice di condotta”. Effettuato il salvataggio avranno l’obbligo di comunicare con le autorità del proprio stato di bandiera e con il centro di coordinamento competente (che 9 volte su 10 però sarà italiano), chiedendo l’assegnazione del porto sicuro ove sbarcare, da raggiungere senza indugio. Questo significa che viene espressamente vietata l’attività di trasbordo dei naufraghi, da una nave più piccola – che quindi poteva successivamente continuare nell’attività di soccorso – ad una più grande. Stop, di conseguenza, ai soccorsi multipli, perché ad ogni soccorso dovrà seguire un immediato sbarco. Il comandante della nave deve poi acquisire immediatamente sul posto le intenzioni dei naufraghi in merito alle richieste di protezione internazionale, attività che prima invece veniva svolta a terra una volta sbarcati.
Al momento, nei confronti della Geo Barents non sono stati presi provvedimenti, sia da parte della Questura che dalla Prefettura di Taranto, enti a cui sono demandati gli accertamenti amministrativi della condotta assunta nelle scorse ore. Sembra che, avendo agito in conformità alle disposizioni ricevute dalla Imrcc citata, non ci siano responsabilità in capo alla predetta Ong. La nave di Medici Senza Frontiere ospitava 85 migranti, salvati in due distinte operazioni: la prima ha visto il recupero di 41 persone nelle acque internazionali al nord della Libia, tra giorno 1 e giorno 2 gennaio, soccorrendo migranti da una nave capovolta. La seconda operazione, invece, è consistita proprio in una manovra di trasbordo di altre 44 persone da una nave mercantile (manovra oggi espressamente vietata, come indicato in precedenza), ma sia prima che dopo l’attività è stata ordinata dalla Imrcc che ha il comando delle operazioni. Tuttavia, lungo il tragitto verso l’Italia, la Ong si è fermata per rispondere ad una richiesta di Alarm phone, proveniente da un barcone con 170 migranti, circostanza poi che ha avuto esito negativo non avendo trovato nessuno. Attività, anche questa, che le era espressamente vietata dalla normativa.
“Abbiamo a bordo molti minori non accompagnati. Persone che vengono dalla Siria, dalla Palestina, e che raccontano di essere state mesi in Libia, di aver subito violenze e torture. Un ragazzo ci ha detto di aver visto con i propri occhi persone uccise perché non avevano abbastanza soldi per pagare il viaggio”: così riferisce Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi della nave.
“Escludiamo il sequestro della Geo Barents, non c’è un motivo valido”, ha affermato in una dichiarazione Juan Matias Gil, a capo della missione. “Noi stiamo spendendo più soldi in legali che nella ricerca e soccorso. È un paradosso, è ridicolo. Noi stiamo salvando vite e stiamo consultando i legali per contestare ogni misura, ogni nuova regola per vedere se questo è in linea con la normativa, anche internazionale”.
Nel frattempo gli arrivi, anche con l’inizio del nuovo anno, non si fermano: Lampedusa è al collasso (altri 119 sbarcati ieri, 463 l’altro ieri) con un totale attuale di presenze sull’isola pari a 1390 unità. Continuano i salvataggi in Calabria, terzo sbarco consecutivo a Roccella Jonica che porta la conta a 335 negli ultimi due giorni.
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