COVID,OMS:"MASCHERINE SEMPRE CONSIGLIATE"

In Italia ulteriori 84.076 nuovi casi e altri 576 morti - Italia, calano incidenza e ricoveri: sale solo l’Rt - Aifa: calo monoclonali in terapia ma aumento in profilassi

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Covid, Oms: "Mascherine sempre consigliate a fragili e in luoghi affollati"

cms_29036/2_OMS-logo.jpg"Le mascherine continuano a essere uno strumento chiave contro Covid-19". Per questo "l’Oms continua a raccomandarne l’uso nella popolazione in situazioni specifiche". E in un aggiornamento diffuso sulle indicazioni relative ai dispositivi di protezione individuale, all’isolamento per i positivi a Covid e alle terapie contro Sars-CoV-2, l’Organizzazione mondiale della sanità specifica che le raccomandazioni sull’utilizzo delle mascherine valgono sempre, in generale, "indipendentemente dalla situazione epidemiologica locale, data l’attuale diffusione di Covid-19 a livello globale". Invece "in precedenza le raccomandazioni dell’Oms erano basate sul quadro epidemiologico".

"Le mascherine - spiega quindi l’Oms - sono consigliate a seguito di una recente esposizione a Covid " e "quando una persona ha l’infezione o sospetta di averla". Sono inoltre raccomandate "quando una persona è ad alto rischio di Covid grave e per chiunque si trovi in uno spazio affollato, chiuso o scarsamente ventilato".

"Analogamente a quanto raccomandato in precedenza - si legge ancora nell’update - l’Oms consiglia che ci sono altri casi in cui può essere suggerita la mascherina, sulla base di una valutazione del rischio. I fattori da considerare includono le tendenze epidemiologiche locali o l’aumento dei livelli di ospedalizzazione, i livelli di copertura vaccinale e di immunità nella comunità e il contesto in cui si trovano le persone".

L’Oms riduce i giorni di isolamento per i positivi a Covid: per i contagiati senza sintomi, in particolare, l’Organizzazione mondiale della sanità - così come già disposto in Italia - suggerisce ora 5 giorni di isolamento invece di 10. Per gli asintomatici, dopo 5 giorni l’isolamento può finire anche senza tampone di uscita. Può invece terminare anche prima in presenza di un test antigenico negativo.

L’Oms riduce i giorni di isolamento per i positivi a Covid: per i contagiati senza sintomi, in particolare, l’Organizzazione mondiale della sanità - così come già disposto in Italia - suggerisce ora 5 giorni di isolamento invece di 10. Per gli asintomatici, dopo 5 giorni l’isolamento può finire anche senza tampone di uscita. Può invece terminare anche prima in presenza di un test antigenico negativo.

Per quanto riguarda i positivi con sintomi, "senza test - si legge nell’aggiornamento - le nuove linee guida suggeriscono 10 giorni di isolamento dalla data di insorgenza dei sintomi, mentre in precedenza l’Oms consigliava 10 giorni di isolamento dall’insorgenza dei sintomi più almeno altri 3 giorni dalla fine dei sintomi". Anche in questo caso l’isolamento può terminare in anticipo in presenza di un tampone antigenico negativo.

"L’isolamento delle persone con Covid è un elemento importante per impedire che altri vengano infettati", sottolinea l’Oms, ricordando che l’isolamento può avvenire "a casa o in una struttura dedicata, come un ospedale o una clinica". Le evidenze prese in considerazione dal gruppo di esperti incaricato di redigere le indicazioni, precisa l’agenzia Onu per la salute, mostrano che "le persone senza sintomi hanno molte meno probabilità di trasmettere il virus rispetto a quelle con sintomi. Sebbene con un livello di certezza molto basso, le prove hanno anche mostrato che le persone con sintomi ’liberate’ al giorno 5 dall’insorgenza delle manifestazioni cliniche rischiavano di infettare il triplo delle persone rispetto a quelle che terminavano l’isolamento al giorno 10".

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cms_29036/Min_Sanita_ISS_Prot_Civ.jpgIn Italia ulteriori 84.076 nuovi casi e altri 576 morti

Sono 84.076 i nuovi contagi da Coronavirus in Italia nel bollettino settimanale - dal 6 al 12 gennaio - della Protezione Civile e del ministero della Salute. Si registrano, inoltre, altri 576 morti. E’ in calo il tasso di positività per Covid-19 in Italia nell’ultima settimana: si attesta a quota 11% con una variazione di 4,9 punti percentuali in meno rispetto alla settimana precedente quando era al 15,9%.

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Italia, calano incidenza e ricoveri: sale solo l’Rt

Prosegue in Italia la fase di stabilità della curva epidemiologica del Covid. "In calo l’incidenza settimanale a livello nazionale: 143 ogni 100.000 abitanti (6-12 gennaio) contro 231 ogni 100.000 abitanti (30 dicembre 2022-5 gennaio 2023). Lo sottolinea il report con i dati principali del monitoraggio Covid della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.

E ancora: "Nel periodo 21 dicembre 2022–3 gennaio 2023, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,91 (intervallo 0,77-1,11), in aumento rispetto alla settimana precedente ma ancora sotto la soglia epidemica". L’indice di trasmissibilità "basato sui casi con ricovero ospedaliero è in diminuzione e rimane sotto la soglia epidemica: Rt=0,80 (0,78-0,84) al 3 gennaio 2023 contro Rt=0,90 (0,86-0,94) al 27 dicembre 2022", riporta il documento.

La situazione dei reparti ospedalieri Covid continua ad essere sotto controllo. "Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in lieve calo al 3,1% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 12 gennaio) contro il 3,2% (rilevazione al 5 gennaio)", evidenzia il report. Inoltre, il tasso di occupazione "in aree mediche a livello nazionale scende al 10,1% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 12 gennaio) contro il 12,1% (rilevazione al 5 gennaio).

Secondo il report, inoltre, "nessuna regione e provincia autonoma è classificata a rischio alto. Sette sono a rischio moderato e quattordici classificate a rischio basso. Nove regioni riportano almeno una allerta di resilienza. Due Regioni riportano molteplici allerte di resilienza", precisa il report.

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Aifa: calo monoclonali in terapia ma aumento in profilassi

cms_29036/AIFA-LOGO-1280x720.jpgIl calo delle prescrizioni di anticorpi monoclonali anti-Covid in Italia continua per questi medicinali prescritti in terapia, anche alla luce della perdita di efficacia contro le nuove varianti di Sars-CoV-2, ma si interrompe in profilassi. In 7 giorni (5-11 gennaio) le richieste di farmaco diminuiscono del 38,9% per sotrovimab (Xevudy*) e del 9,5% per Evusheld* (tixagevimab-cilgavimab) come trattamento precoce, ma crescono di quasi un quinto (+18,8%) per lo stesso mix somministrato in profilassi. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa sull’impiego di questi medicinali, il numero 68.

Complessivamente, salgono a 91.041 gli italiani che hanno ricevuto anticorpi monoclonali contro Covid-19 dal 10 marzo 2021 - quando questi farmaci sono stati autorizzati in via emergenziale nel nostro Paese - all’11 gennaio, indica il rapporto Aifa sul monitoraggio delle prescrizioni che avvengono in 297 strutture di tutto il territorio. Rispetto all’ultima rilevazione, di 2 settimane fa, i pazienti che hanno ricevuto questi medicinali sono praticamente stabili (+1,3%). Sul totale di 91.041, sono 77.455 (+1%) quelli che hanno ricevuto monoclonali usati in terapia, e 13.586 (+2,9%) quelli trattati in profilassi con Evusheld.

In numeri assoluti, Veneto, Lazio e Campania restano in testa per maggiore utilizzo di monoclonali in terapia, mentre Lombardia, Piemonte e Lazio guidano le prescrizioni di Evusheld in profilassi.

PILLOLE ANTIVIRALI - Netto calo per le prescrizioni di pillole antivirali anti-Covid in Italia. Secondo il 27esimo rapporto dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa sull’impiego di questi medicinali somministrabili a domicilio, nel periodo dal 5 all’11 gennaio le richieste di farmaco sono scese di oltre il 40% (-41,3%) per il molnupiravir (Lagevrio*) di Merck (Msd fuori da Usa e Canada) e di un terzo (-33,5%) per Paxlovid* (nirmatrelvir-ritonavir) di Pfizer.

Complessivamente, salgono a 176.445 i pazienti Covid curati a casa con molnupiravir e Paxlovid: finora i trattamenti avviati per Lagevrio sono stati 61.343 e quelli avviati per Paxlovid 115.102, di cui 76.911 attraverso la distribuzione per conto (Dpc) in farmacia, una voce quest’ultima che in 2 settimane è aumentata di oltre il 13%. Considerando i dati al 10 gennaio, si rileva rispetto all’ultimo rapporto un aumento del 9,6% per i trattamenti avviati con Paxlovid e del 3,5% per Lagevrio. Finora Lagevrio è stato prescritto in un totale di 329 strutture, Paxlovid in 343. Il numero più alto di trattamenti avviati con la pillola di Merck dall’apertura del monitoraggio è quello del Lazio (7.861), mentre per Paxlovid in testa c’è la Lombardia (14.262).

Per quanto riguarda infine l’antivirale remdesivir, le voci sono due, entrambe in calo: risultano in totale 30.772 pazienti non ospedalizzati per i quali è stato avviato un trattamento con questa molecola (+4,9% rispetto all’ultimo monitoraggio di 2 settimane fa) e 112.592 pazienti ricoverati in ospedale trattati col medicinale (+1,5%). Stringendo il focus agli ultimi 7 giorni monitorati (4-10 gennaio), per remdesivir si osserva una riduzione del 30,7% per i non ospedalizzati e del 20,6% per i ricoverati.

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