SAN GIOVANNI BOSCO

Giovanni Bosco è solo una bambino quando fa il sogno che determinerà la sua futura missione. Ce lo racconta lui stesso.
«Mi pareva di essere vicino a casa, in un cortile molto vasto, dove si divertiva una gran quantità di ragazzi. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie mi slanciai in mezzo a loro. Cercai di farli tacere usando pugni e parole. In quel momento apparve un uomo maestoso (…). Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi. Aggiunse: «Dovrai farteli amici non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità. Su, parla, spiegagli che il peccato è una cosa cattiva e che l’amicizia con il Signore è un bene prezioso». Confuso e spaventato risposi che io ero un ragazzo povero e ignorante, che non ero capace di parlare di religione a quei monelli. (…) In quel momento ho visto vicino a lui una donna maestosa (…). Mi fece cenno di andarle vicino e mi disse: «Guarda». Guardai e mi accorsi che quei ragazzi erano tutti scomparsi. Al loro posto c’era una moltitudine di capretti, cani, gatti, orsi e parecchi altri animali. La donna maestosa mi disse: «Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Cresci umile, forte e robusto e ciò che adesso vedrai succedere a questi animali, tu lo dovrai fare per i miei figli». Guardai ancora ed ecco che al posto di animali feroci comparvero altrettanti agnelli mansueti che saltellavano, correvano, belavano, facevano festa attorno a quell’uomo e a quella signora. A quel punto nel sogno mi misi a piangere. Dissi a quella signora che non capivo tutte quelle cose. Allora mi pose una mano sul capo e mi disse: «A suo tempo, tutto comprenderai». (Memorie, Don Bosco)
In questo sogno c’è già il Don Bosco che tutti conosciamo, il più celebre santo piemontese di tutti i tempi.
Giovani Bosco nasce il 16 aprile 1815 a Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco) da Francesco Bosco e Margherita Occhieno, entrambi contadini.
Il padre ha già due figli - Antonio e Teresa Maria - nati da un precedente matrimonio. Rimasto vedovo, si sposa con Margherita da cui ha altri due figli: Giuseppe e, infine, Giovanni.
Quando l’ultimogenito ha soltanto due anni, il padre muore di polmonite e mamma Margherita deve rimboccarsi le maniche per crescere i figli ed accudire la suocera, anziana e inferma.
Sette anni dopo, quando Giovanni ha nove anni, si situa il famoso sogno “profetico”, in seguito al quale il bambino decide che un giorno sarà sacerdote.
Nel 1831, all’età di sedici anni, entra nel Seminario di Chieri, lavorando come garzone e stalliere per mantenersi agli studi. Qui fonda la Società dell’Allegria, il cui scopo è di portare i giovani a Cristo attraverso il gioco e la preghiera. Giovanni, infatti, si esibisce davanti a loro in giochi di prestigio e acrobazie, previa recita del Rosario e lettura di un brano del Vangelo, divenendo così l’”apostolo della gioia”.
In questi anni di studi, Giovanni stringe amicizia con Luigi Comollo, un ragazzo mite spesso bullizzato dai suoi compagni. Per difenderlo, Giovanni non si tira indietro dinanzi alla rissa ma capisce che la mansuetudine del suo compagno non è debolezza ma compassione cristiana. "Posso dire che da lui ho cominciato ad imparare a vivere da cristiano”, confesserà nelle sue Memorie.
Passano gli anni e, nel 1834, Giovanni Bosco chiede di essere ammesso nell’Ordine Francescano ma cambia idea in seguito ad un sogno e al consiglio di Don Giuseppe Cafasso, futuro Santo, canonizzato tredici anni dopo Don Bosco.
A questo punto, Giovanni riprende il percorso sacerdotale e viene ordinato Presbitero il 5 giugno 1841.
Diventato prete, su consiglio del Cafasso, entra in convitto a Torino, dove il teologo Luigi Guala prepara i giovani sacerdoti a diventare preti del tempo e della società in cui dovranno vivere. Dopo una preparazione di tre anni, Don Bosco decide di scendere nelle strade per vedere con i suoi occhi in quale stato di degrado si trovassero i giovani del tempo.
Ragazzi poco più che bambini destinati a morire di fame e di stenti perché poco robusti e, quindi, non adatti al lavoro. Altri - sotto i dieci anni - impiegati nelle fabbriche, senza essere tutelati da un contratto di lavoro comprensivo di mansioni, orari e riposo settimanale.
Si reca anche nelle carceri, inorridendo dinanzi alle condizioni igienico-sanitarie di giovani dai 12 ai 18 anni, accalcati l’uno sull’altro e senza nulla con cui sfamarsi.
Decide quindi di radunare intorno a sé tutti i ragazzi degradati della zona, gettando così le basi della sua futura attività: l’Oratorio. Punti cardine della sua missione sono l’amicizia con i giovani, l’istruzione e l’avvicinamento alla Chiesa.
Il progetto cresce talmente in fretta che Don Bosco deve chiedere l’assistenza di tre giovani preti.
Il giorno di Pasqua del 1846, Don Bosco trova un posto per i suoi ragazzi a Valdocco. Poi, a coronamento della sua lunga esperienza con i giovani, nel 1854, fonda la sua Congregazione, la “Società Salesiana”. Dieci anni dopo pone la prima pietra del Santuario di Maria Ausiliatrice, cuore pulsante della città di Torino.
Nel 1872 fonda, con Madre Maria Domenica Mazzarello, la Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la cui missione è la medesima di Don Bosco ma rivolta alla gioventù femminile.
San Giovanni Bosco e Santa Maria Domenica Mazzarello
Consapevole che l’istruzione professionale è fondamentale per migliorare la condizione sociale e lavorativa dei giovani, apre, all’interno dell’Oratorio, dei laboratori per la formazione delle figure professionali più richieste in quel tempo.
Inoltre, avendo riscontrato in prima persona a quali condizioni disumane di lavoro venivano sottoposti i giovani e i bambini, si presenta dai datori di lavoro come garante pretendendo, in cambio, delle regole ben precise. Bisogna dirlo: i primi contratti scritti per l’apprendistato portano la firma di don Bosco. È l’8 febbraio 1852. Per questo suo impegno sociale, il 9 maggio 2022, su richiesta degli ispettori del lavoro a lui devoti, è stato riconosciuto a Don Bosco dalla CEI il ruolo di protettore degli ispettori del lavoro e degli ispettori tecnici del lavoro.
Ma Don Bosco non si ferma lì. Promuove, anche una “mutua” salesiana per i suoi ragazzi, suscitando non poche resistenze in diversi ambienti.
Infine, memore delle condizioni dei giovani che marcivano nelle prigioni piemontesi, chiede ed ottiene che i minorenni escano di galera per alcune ore al giorno per poter imparare un mestiere. Dopo una primo momento di scetticismo, il progetto prende talmente piede che, anche dall’estero, vengono a studiare il "metodo salesiano" di recupero sociale.
L’urna di San Giovanni Bosco si trova nel Santuario di Santa Maria Ausiliatrice
A partire dal 1875 iniziano le missioni in Argentina dove i “Cooperatori”, considerati da don Bosco stesso come i Salesiani Esterni, si insediano in una parrocchia per emigrati italiani a Buenos Aires.
Nel 1877 arrivano anche le Figlie di Maria Ausiliatrice. Due anni dopo, Don Bosco riesce a realizzare il suo sogno di recarsi in Patagonia.
Giovanni Bosco lascia il corpo il 31 gennaio 1888, a 72 anni di età e le sue spoglie riposano in un’urna all’interno del Santuario di Santa Maria Ausiliatrice.
L’amico dei giovani viene proclamato Santo il giorno di pasqua, 1° aprile 1934, da papa Pio XI e nominato padre e maestro della gioventù da Giovanni Paolo II.
San Giovanni Bosco, la cui memoria liturgica è celebrata il 31 gennaio, è patrono di educatori, scolari, giovani, studenti ed editori.
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