IL CASTELLO DEL BUON CONSIGLIO - TRENTO

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Vi consiglio un luogo da visitare, ricco di fascino e di mistero: il castello del Buonconsiglio.

Il Castello del Buonconsiglio ha svolto la funzione di residenza dei principi vescovi di Trento dal Duecento sino alla fine del Settecento; al superamento del principato vescovile (1803) la struttura venne adibita a caserma.

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Nel 1924, dopo un restauro profondo, divenne monumento da visitare e sede museale.

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All’interno della Torre Aquila, all’estremità meridionale del complesso, merita una visita il Ciclo dei Mesi, considerando a ragione uno dei cicli pittorici a tema profano più riusciti del tardo Medioevo.

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La sezione archeologica è ricca e comprende più di 10.000 reperti, solo una parte dei quali esposti in maniera permanente.

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Essi provengono per lo più da collezioni di " cultori di storia patria", che furono accesi sostenitori dell’italianità della zona: è il caso, per esempio, del conte Benedetto Giovanelli (1775-1846).

Nel loro insieme, i materiali offrono la possibilità di seguire le vicende storiche del Trentino dalla Preistoria al Medioevo.

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Le testimonianze più antiche risalgono al Paleolitico Superiore e non mancano quelle riferibili al Neolitico e alla successiva età del Rame.

L’età del Bronzo è illustrata dai ritrovamenti di Ledro.

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La Tavola Clesiana, una tavola in bronzo sulla quale è inciso il testo dell’editto dell’imperatore Claudio del 15 marzo del 46 d. C.

Vi è quindi uno spazio per gli oggetti riferibili ai Reti, il popolo che le fonti scritte di epoca romana collocano nel territorio alpino Centro-orientale e che devono avere avuto contatti con il mondo etrusco, dato che, per la loro scrittura utilizzarlo un alfabeto di tipo nord-etrusco.

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Le aristocrazie locali presero, sempre dagli Etruschi, l’uso del consumo dei vini nei banchetti, mentre per le armi, in particolare le spade e gli elmi, guardarono maggiormente verso i Celti.

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La presenza romana è ben documentata: ci si può soffermare sulla Tavola Clesiana, un’iscrizione in bronzo rinvenuta a Cles, in Val di Non, che ricorda un editto emanato dall’imperatore Claudio nel 46 d. C.

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La fase successiva alla destrutturazione del mondo romano è illustrata dai resti dei vari popoli che s’insediarono in zona: eccezionale per la sua ricchezza è il corredo della "principessa" Longobarda rinvenuto a Civezzano.

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Croce e orecchini provenienti dal corredo della "principessa" longobarda rinvenuto a Civezzano.

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L’inizio della diffusione della fede cristiana è testimoniato soprattutto da Lucerne con simboli paleocristiani.

Ilaria Leccese

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