L’ITALIA PENULTIMA IN UNIONE EUROPEA
Vince per trasparenza la Danimarca, ultime Somalia e Corea del Nord

Diminuisce, sia pur di poco, la percezione della corruzione in Italia, che risulta però essere il secondo membro Ue più corrotto dopo la Bulgaria. Nel rapporto 2015 di Transparency International, l’organizzazione non governativa che ogni anno stila la classifica mondiale sulla corruzione pubblica percepita, il nostro Paese risulta 61esimo, con un punteggio di 44 punti, per corruzione percepita, cioè penultima nella lista dei 28 membri dell’Unione Europea, dove si piazzano meglio del nostro Paese sia Grecia che Romania(entrambe con 46 punti), mentre fa peggio la sola Bulgaria (41 punti). Seppur di poco, in miglioramento rispetto ai 43 punti del 2014. Nel 2014, infatti, l’Italia si era piazzata al 69esimo posto su 175 paesi.
Secondo i dati riportati da Transparency International, anche quest’anno i Paesi del Nord Europa risultano i più trasparenti del mondo, mentre tra quelli più corrotti continuano a figurare nazioni attanagliate da conflitti e violenza, a dimostrazione di quanto i fenomeni siano strettamente correlati. "Le proporzioni del fenomeno sono enormi", sottolinea Transparency, “il 68% dei Paesi del mondo ha seri problemi di corruzione e metà del G20 è tra loro". Classifica alla mano, i dieci paesi meno corrotti sono Danimarca, Finlandia, Svezia, Nuova Zelanda, Olanda, Norvegia, Svizzera, Singapore, Canada e Germania, decima a pari merito con la Gran Bretagna. A trainare la classifica dei virtuosi,è la Danimarca in testa con 91 punti, seguita dalla Finlandia con 90 punti. La nazione più corrotta, secondo il rapporto, è invece la Somalia, a pari merito con la Corea del Nord.
“La corruzione in Italia resta a un livello molto alto, ma la classifica di Transparency International presentata a Roma segna “un passo avanti”, commenta così Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione e aggiunge, “otto posizioni in graduatoria, rispetto al 2014, non è un numero elevatissimo, ma non è neppure insignificante, soprattutto in un anno, nel corso del quale ci sono comunque stati grossi scandali corruttivi, come Mafia capitale. C’è un’inversione, un passo avanti che si registra per la prima volta e che ritengo vada letto anche come un riconoscimento del lavoro fatto sul fronte del contrasto alla corruzione”. Insomma, anche se in lieve miglioramento, anche quest’anno l’Italia ne esce molto male e la percezione della corruzione delle istituzioni governative sfiora il 90%. Dato confermato anche da una ricerca pubblicata di recente proprio dall’Ocse, che cita lo studio Gallup, dal titolo “Curbing corruption” (“Mettere un freno alla corruzione”).
Secondo i dati Ocse, la percezione più bassa è in Svezia ed è inferiore al 15%. Vero è che la percezione della corruzione non necessariamente coincide con il reale fenomeno che coinvolge il Paese. Per l’Ocse, di fatto, c’è una “forte relazione” tra la corruzione percepita e la fiducia nel Governo. Più alta insomma è la corruzione percepita, più bassa è la fiducia nelle istituzioni. E’ dunque il rapporto con le Istituzioni che deve essere recuperato, per ridare slancio al Paese. E una riforma delle Istituzioni diventa il passo decisivo per contrastare ogni forma di illegalità, nonché la base di partenza per le altre riforme di cui necessita il nostro Paese.
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