Il primo amore non si scorda mai. Nemmeno in politica

Com’era prevedibile Silvio Berlusconi abbandona Bertolaso per tornare alla sua prima scelta, l’imprenditore Alfio Marchini, sul quale i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e parte degli Azzurri non si erano mostrati d’accordo.
Il primo amore non si scorda mai e qualche volta ritorna. Ma per gli opinionisti più attenti il matrimonio era nell’aria e l’ex Cavaliere stava solo aspettando il giusto tempo per darne l’annuncio.“Con il dottor Guido Bertolaso abbiamo deciso di sostenere e fare nostra la candidatura dell’ingegner Alfio Marchini. Non è una scelta nuova – sottolinea Berlusconi – era stato la nostra prima opzione ed era caduta per i veti posti da un alleato della coalizione”. Finalmente la sfida elettorale capitolina assumerà toni più decisi e sicuramente interessanti.
“Arfio” è simpatico ai romani, ha maturato esperienza nell’ultima consigliatura, al pari di Virginia Raggi e soprattutto è un manager abituato alla gestione della grande impresa. Un particolare non da poco in una Roma che acclama la competenza. Ma se fino a ieri aveva fatto della sua corsa solitaria un motivo di vanto, attirando la simpatia di chi nei partiti non riesce proprio più a credere, oggi dovrà mettere in conto che qualche voto potrebbe perderlo.
Ora però che la spaccatura cittadina del centrodestra è una realtà conclamata, si vedrà sul campo quale animo prevarrà in quel che resta di una coalizione dai colori un po’ sbiaditi: se quello moderato che ha fatto del capitalismo e dello sviluppo industriale il suo stendardo o quello dei nazionalisti e un po’ nostalgici Fratelli d’Italia. O ancora quello innovatore del Movimento “Noi con Salvini” che però nella capitale non ha ancora molti seguaci.
È forse in questo che va cercata la spiegazione di un fidanzamento, qualcuno suggerisce temporaneo, con Giorgia Meloni. A guardarli bene la Lega di Matteo e il partito di Giorgia, non hanno poi così tanto da condividere, anche se entrambi hanno compreso che per conquistare il futuro serve un cambiamento. Ma il “Nuovo” in politica non è cosa semplice e per realizzarlo occorrono maturità, etica e conoscenza. E lo spirito dell’altro Matteo, non ancora del tutto rivelatosi, qualche sorpresa la riserverà.
Ma se nella capitale i due ragazzi avevano creduto, forse un tantino ingenuamente, di aver messo all’angolo il vecchio Silvio, c’era chi, su una sua mossa da maestro, avrebbe scommesso. Del resto le affinità con Marchini sono lapalissiane. E quando la scintilla scocca, persino un passato tendente più a sinistra che a destra, diviene irrilevante.
Ma oggi in fondo cosa è di sinistra e cosa di destra?
Alla domanda saranno gli eventi a rispondere.
Per ora l’unica certezza che sembra profilarsi è che la sfida romana, breve ma intensa, segnerà un punto di svolta per la politica. E per questo sarà ricordata.
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