SAVE THE CHILDREN, E’ A RISCHIO IL FUTURO DI MILIONI DI BIMBI

"Every Last Child", lʼultima campagna dellʼorganizzazione per la difesa dei bambini, ha fotografato le condizioni tuttora drammatiche in cui vivono i minori

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Ancora oggi nel mondo ci sono 58 milioni di bambini che non vanno a scuola, sei milioni ancora che muoiono per cause facilmente prevenibili e curabili, 400 milioni, addirittura, sotto i 13 anni, che vivono in povertà assoluta e altrettanti che sono discriminati a causa del sesso, della religione, dell’etnia e della disabilità.

cms_3857/foto_2.jpgSono i dati che purtroppo emergono dall’ultimo rapporto di Save The Children, l’ong che da anni si impegna per garantire ai minori una vita adeguata. Per questo l’organizzazione non governativa ha deciso di dare il via alla campagna “Every Last Child. The children the world decided to forget”, mirata a garantire che ogni bambino abbia uguali opportunità di sopravvivenza, di istruzione, di accesso alle cure sanitarie e che possa contare su un’alimentazione che corrisponda ai suoi fabbisogni. I dati del rapporto di Save the Children evidenziano come più della metà dei Paesi per cui sono disponibili i dati hanno visto aumentare le disuguaglianze nelle possibilità di vita tra i gruppi etnici e religiosi all’interno del Paese dal 2000 a oggi. Due terzi delle famiglie in povertà, che hanno difficoltà ad accedere ai servizi di salute, al cibo e all’istruzione, fanno parte di una minoranza etnica. Molti dei Paesi che hanno vissuto una forte crescita economica negli ultimi anni non hanno saputo tradurre questa crescita in condizioni di vita più eque per i bambini e in molti casi le disparità si sono addirittura acuite. Dalla Nigeria, dove nonostante le condizioni economiche del Paese siano migliorate i bambini più poveri stentano ad avere cure mediche ed educazione scolastica, all’Afghanistan dove il 96% delle bambine povere è tenuta fuori dalla scuola.

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All’origine delle accresciute disuguaglianze ci sono anche i numerosi conflitti in corso che hanno generato un numero di rifugiati senza precedenti e la conseguente crisi migratoria. Il 2014 ha visto il numero più alto di sfollati mai registrato: quasi 60 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le loro case, la metà dei quali sono bambini. Secondo i dati diffusi da Save the Children, oggi sono più di 145 milioni i bambini rifugiati nel mondo: solo uno su due frequenta la scuola primaria e il tasso scende a uno su quattro per la scuola secondaria. Questi bambini affrontano ostacoli enormi nell’accesso alle cure e al cibo, sono esposti a maggiori rischi di contrarre malattie infettive e trasmissibili e hanno livelli nutrizionali inferiori alla norma.

cms_3857/foto_4.jpgAlla luce di questi dati, "Save the Children" richiama l’attenzione sull’importanza di far accedere i minori ai servizi di base e rinnova la richiesta di un trattamento equo verso tutti i bambini, tuttora non presente anche in paesi sviluppati e non coinvolti in guerre o tensioni sociali. “Se non verrà permesso ai bambini più vulnerabili al mondo di avere accesso alle cure sanitarie, al cibo e all’educazione di cui hanno bisogno, il mondo non raggiungerà gli obiettivi delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, che si prefiggono di non lasciare nessuno indietro entro il 2030”, afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. Per questo, Save the Children chiede ai leader mondiali di impegnarsi a raggiungere tre garanzie per tutti i bambini: una finanza equa che permetta di accedere ai servizi di base; un trattamento equo verso tutti i bambini; trasparenza su aiuti e fondi.

Mary Divella

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