LEGGE ELETTORALE, VERSO IL MODELLO TEDESCO

Cominciano, in Parlamento, gli incontri del Partito democratico con le altre forze politiche

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Manca ormai poco alla conclusione delle trattative per scrivere una nuova legge elettorale. Tutti i partiti sembrano intenzionati a scegliere il sistema tedesco come prossimo modello elettorale. Anche il M5S ha aperto al Pd per trovare un’intesa ed è pronto a rimodulare il sistema tedesco. Di fatto, quindi, Grillo apre un canale di comunicazione con il Pd: non a caso il blog del garante del M5S, nel giorno in cui è scaduto il termine per gli emendamenti al testobase nella commissione Affari costituzionali della Camera, annuncia l’intenzione di rispondere alla richiesta di incontro in Parlamento del Partito democratico e lancia un referendum on line tra gli iscritti su “un sistema elettorale di impianto tedesco che siarispettoso della Costituzione, eventualmente con l’introduzione di correttivi di governabilità costituzionalmente legittimi”.La legge elettorale tedesca, che piace a Forza Italia e che potrebbe diventare il sistema di voto su cui convergono le maggiori forze politiche, a partire dal Pd, è un sistema misto ma fortemente proporzionale, con uno sbarramento al 5%. E questa soglia è una degli aspetti su cui si tratta con l’ipotesi di scendere al 4 o al 3 per cento.

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Il Partito democratico ha presentato diverse proposte. Ora sembra deciso a passare dal maggioritario del Mattarellun e del Verdinellum al proporzionale tedesco.Ettore Rosato (PD), capogruppo alla Camera, difende la sua creatura, il “Rosatellum”, ma poi alza le braccia. “Su quello ci siamo noi e la Lega perché Mdp si è sfilata”. E allora? Fondamentali saranno le consultazioni che tra oggi e domani, i dem faranno con i big delle altre forze politiche, da Forza Italia al M5S, prima della direzione di martedì, quando il segretario Matteo Renzi, tirerà le somme e annuncerà la decisione finale.

Il tipo di riforma elettorale verso cui si è orientati è, tecnicamente, un sistema “simil-tedesco”. Rispetto al Rosatellum, il testo base depositato dal Pd in commissione (50% collegi uninominali, 50% collegi plurinominali proporzionali), se ne discosta solo nel metodo di elezione. Nel Rosatellum, i due canali – collegi e listini – non si parlano e possono produrre risultati numerici diversi. Nel modello tedesco, i seggi spettanti devono rispettare la cifra, pur ripartita tra collegi e listini, raggiunta da ogni partito che sta oltre il 5%. Restano dei problemi tecnici (i peggiori tra i vincenti nei collegi, specie nei partiti grandi, rischiano di non essere eletti), ma gli esperti di sistemi elettorali dei due partiti (Parrini per il Pd e Sisto per FI) ci stanno lavorando con emendamenti in commissione.

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Matteo Renzi, dal canto suo, pone “paletti” che reputa indispensabili per la nuova legge elettorale, quali "la presenza del nome o dei nomi sulla scheda accanto al simbolo: perché la gente deve sapere per chi vota, non come con il Porcellum dove si votava un simbolo e neanche si conoscevano i nomi dei candidati. E naturalmente lo sbarramento al 5%: se deve essere modello tedesco, che tedesco sia anche lo sbarramento".Comunque, i prossimi giorni sono decisivi. Da oggi il Pd darà il via agliincontri con tutte le forze politiche, ma non al Nazareno, bensì in Parlamento. La riforma elettorale è attesa al voto in Aula, alla Camera, a partire dal 5 giugno e non può superare, al Senato, luglio.

Mary Divella

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