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ASTUTILLO MALGIOGLIO

I traguardi in carriera sono per tanti un approdo, un traguardo che risucchia nel vortice delle responsabilità che abbagliano la vista facendo perdere il senso di orientamento, la dimensione relazionale e l’importanza della sfera affettiva che contraddistingue l’orizzonte vasto dei rapporti umani. Per tanti diviene una condizione di casta in cui blindarsi. Per tanti altri sono motivo per aprirsi agli altri, ad una prospettiva di utilità sociale nella consapevolezza di dover affrontare ogni sorta di stigma (dalla mera derisione alla gamma variegata della maldicenza), sul posto di lavoro, nella società, persino in famiglia.

I trofei hanno un’importanza marginale in confronto all’Amore per i bisognosi di cure. Amare l’altro significa prendersi cura dell’altro, concretamente e fattivamente. Le parole del Vangelo a proposito del ricco (da un punto di vista economico-sociale, il riferimento evangelico rappresenta palesemente non un ricco qualsiasi ma un ricco avaro) anelante un posto nei Cieli e la metafora iperbolica del cammello (‘In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio’, Mt 19,23-30) sono chiare: bisogna donarsi non solo spiritualmente ma condividendo tutto ciò che si ha senza risparmiarsi e, soprattutto, con il sorriso.

Racconto la storia di un professionista del calcio che ha rinunciato alla gloria e alla ricchezza per assicurare terapie gratuite ai bambini cerebrolesi bisognosi di cure e per l’integrazione nello sport fra disabili e normodotati.
Astutillo Malgioglio, ex portiere di Roma, Lazio e Inter e nella carriera calcistica impegnato anche per Brescia, Pistoiese, Atalanta non è stato semplicemente un giocatore. E il motivo per cui voglio ricordarlo tra le vite che con la loro vita fanno la Storia sta proprio in questo. Ci sono persone per le quali la notorietà nel lavoro non è un identitario di prestigio ma uno strumento per potenziare il proprio impegno nel mettersi al servizio degli altri.
Per Astutillo Malgioglio “la vita non è solo una palla di cuoio”. Il senso della vita per Malgioglio è nell’assistenza e integrazione dei bambini affetti da distrofia e per questo gioca la sua parte non da calciatore ma da essere umano. L’humanitas, come amore degli uomini è la perfezione della tendenza sociale: non basta il rispetto della dignità di ogni uomo e il riconoscimento dei suoi diritti, per qualificarsi come umani bisogna assumersi anche responsabilità verso i più bisognosi e i più deboli, promozione del bene comune, benignità (buona disposizione d’animo) e liberalità (fare il bene). Per definirsi umani basta superare la tentazione di escludere (soprattutto i “diversi”) gli altri dalla propria vita. Basta spezzare il proprio pane con gli altri.
Per l’impegno verso i bambini “diversi” Malgioglio ha ricevuto l’onorificenza al Merito Civile da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Di molti altri particolari della vita di Astutillo Malgioglio parlerò nel mio programma radiofonico settimanale in onda in diretta martedì p.v. alle 12.15 e, in replica, giovedì p.v. alle ore 17.30 su RadioRegional (AM – Onde Medie sulla frequenza 1440 kHz o al link:
https://www.regionalradio.eu/onair/shows/storia-storie/

In podcast al link:
https://www.regionalradio.eu/onair/podcast/storiaestorie/

Data:

30 Dicembre 2024

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