Leonardo S.p.a. è un fiore all’occhiello italiano sopravvissuto con resilienza all’emergenza Covid-19 che continua ad ampliarsi attraverso lo studio integrato di evoluzione tecnologica e sicurezza applicate alla vita reale. Si tratta di una società che si occupa fondamentalmente dello sviluppo di tecnologia, sicurezza e aeronautica con un fatturato che si aggira intorno ai 14 milioni nel 2019 e quasi 50 mila dipendenti in tutto il mondo, di cui gran parte in Italia e il resto spalmato in diversi paesi come gli USA, l’Inghilterra e la Germania.
Quarta azienda nel mondo, in costante crescita ed incessante espansione, probabilmente attira le attenzioni di molti soprattutto per ciò che riguarda lo sviluppo tecnologico e il sistema di sicurezza utilizzato dallo Stato Italiano come mezzo di protezione. Tuttavia, dal 2015 al 2017, si registrano degli attacchi hacker avvenuti tramite l’ausilio di alcuni dipendenti con lo scopo di impossessarsi perlopiù di informazioni progettuali e di ricerca. Un colpo basso per l’azienda, che da subito collabora con le autorità per rintracciare i colpevoli e comprendere il motivo del gesto. Sicuramente una società che fa gola da ogni punto di vista poiché offre delle soluzioni innovative e pratiche vendibili oltre i confini fatturando parecchio. Nel caso in esame, si tratta di 100.000 file di estremo valore sottratti all’azienda in due anni tra il 2015 e il 2017 attraverso il supporto di un ex informatico mediante una chiavetta USB.
Mentre il virus agisce indisturbato creando una falla sempre più larga, cominciano ad emergere tanti problemi e il dubbio diventa certezza: qualcuno s’è introdotto volontariamente all’interno del sistema. Qualcosa è inevitabilmente successo, l’azienda è derubata di informazioni strettamente segrete e di grande valore economico; perciò cominciano le indagini, avvalorate dai dati informatici. I colpevoli vengono subito identificati e la società si costituisce -giustamente- parte lesa nel processo che, in ogni caso, non potrà mai restituirle il danno causato.
