Asad Alrafaan, di anni 19, e Sabhi abu Shakir, di anni 20, sono i due uomini di origini palestinesi identificati dalla polizia israeliana sospettati di essere i responsabili dell’attentato terroristico ad Elad, in Israele, in cui sono morti tre israeliani e ne sono rimasti feriti quattro.
Entrambi vivono nel villaggio di Rumana vicino Jenin, nel nord della Cisgiordania.
Le forze di sicurezza hanno avviato una vera e propria caccia all’uomo basandosi su ogni indizio raccolto sulla scena del crimine e sulle segnalazioni della popolazione locale.
Durante la giornata di festa per il 74esimo Giorno dell’Indipendenza i due soggetti, muniti di un’ascia, di un coltello e di armi da fuoco, si sarebbero scagliati contro la gente che passeggiava nei pressi del Parco dell’Anfiteatro di Elad, in un centro urbano prevalentemente ultraortodosso situato una ventina di chilometri a est di Tel Aviv.
Nell’attentato hanno perso la vita tre persone di circa quarant’anni, mentre altre quattro persone sono rimaste ferite, di cui due sono ricoverate presso l’ospedale Sheba di Tel Aviv in gravi condizioni.
Appena appresa la notizia del tragico evento Benni Gantz, ministro della difesa, e Aviv Kochavi, capo di stato maggiore dell’esercito, hanno convocato una riunione e subito dopo hanno chiesto alle forze dell’ordine di setacciare tutto il territorio alla ricerca dei responsabili.
Lo stesso Binyamin Gantz aveva dichiarato che “la gioia del Giorno dell’Indipendenza si è interrotta in un istante, l’attacco omicida a Elad terrorizza il cuore e l’anima. Non cederemo al terrore. Non permetteremo ai terroristi di spaventarci. Le forze di sicurezza cattureranno gli assassini ed i loro mittenti”.
Anche il presidente palestinese, Abu Mazen, ha duramente condannato l’accaduto dichiarando che “l’uccisione di civili israeliani e palestinesi non fa che accrescere l’escalation in un momento in cui tutti ci sforziamo di raggiungere la stabilità e prevenire l’escalation stessa. Solo una pace duratura, comprensiva e giusta è la via più corretta per garantire sicurezza e stabilità ai 2 popoli e alla regione”.
La tensione nella regione era alta da diverse settimane. Dopo la fine del Ramadan, l’area della Spianata delle Moschee è stata aperta alle visite dei non musulmani solo lo scorso giovedì. Ricordiamo che la Spianata rappresenta un luogo sacro anche per gli ebrei, poiché vi sorgeva il tempo di Gerusalemme. Numerosi attentati si sono susseguiti nell’ultimo mese, con attacchi a città come Beersheva, Bnai Break e Tel Aviv.
“Il popolo palestinese è determinato a difendere i suoi luoghi sacri, ogni profanazione verrà punita”: con queste parole And al-Latif al-Qanou, esponente dell’organizzazione terroristica che controlla Gaza, ha rivendicato l’attentato di Elad.