L’uso di nuovi termini, entrati prepotentemente nel linguaggio quotidiano, mi consente di trarne alcune considerazioni. Partendo dal presupposto che anch’io, per motivi professionali, sono costretto ad adoperare una terminologia moderna, contemporanea, della quale non conosco il giusto significato e ignoro persino l’etimologia.
Pertanto, adoperando il computer, ho dovuto imparare termini quali: “taggare, postare, twuittare, ram, modem, wirefire, ipod, ipad o touchscreen”.E’ giusto che il linguaggio si evolva, ma, ditemi di grazia, come si possano dimenticare alcuni termini che hanno rappresentato il “fil rouge” della mia vita. Prendiamo, per esempio, la vecchia ghiacciaia che si è trasformata in frigo, il grammofono, che sicuramente ricorderanno in pochi, diventato prima giradischi per trasformarsi, ultimamente, in lettore multimediale.
Personalmente posseggo una collezione di dischi in vinile a 33, 45 e 78 giri, unico lascito paterno, che sicuramente non potrò più ascoltare in quanto sono diventate introvabili le “puntine” per l’ascolto. Continuiamo ad andare indietro con la memoria.
Chi di voi riesce a ricordare le insegne in legno con su scritto “beccheria”? Oggi i beccai sono diventati macellai, i salumieri salumai e le antiche “salsamenterie” si sono trasformate in “super salumerie”. Il barbiere ha scelto di chiamarsi acconciatore, il conduttore radiofonico, a meno che tu non voglia offenderlo, dovrai chiamarlo “speaker”, il presentatore è assurto al ruolo di “show man” e la cameriera tutto fare “colf”! Effettivamente le qualifiche si sono aggiornate ma, purtroppo, i ruoli sono rimasti gli stessi.
Il vecchio spazzino si è autoproclamato “operatore ecologico” ed il caro bidello, che portava in classe gesso e cassino è oramai assurto al ruolo di “assistente scolastico”. Amarcord con tanta nostalgia il suono stridulo della prima “sirena” che avvertiva noi scolaretti che bisognava entrare a scuola.
Il suo suono invadeva tutto il paese ed i bambini con enormi grembiuloni blu e fiocchi azzurri correvano “garruli” verso l’androne dell’ edificio scolastico che ora si chiamano “circoli didattici”.
E passiamo a parlare dei nomi di battesimo o dei diminutivi.
Molti miei compagni di banco che come primo nome facevano Pasquale venivano chiamati “Ualino”, Emanuele si trasformava in “ Luluccio”, Domenico diventava Minguccio e Francesco, per noi tutti, diventava “Ciccillo”. Oggi sfido chiunque a trovarne un solo bambino con un simile diminutivo. Ora passiamo a parlare dei nomi femminili. Scomparse definitivamente le Addolorata, Filomena, Domenica, Assunta, Costanza, Grazie, Catena o Rosaria. Nomi troppo antichi e piuttosto sgradevoli da usare nelle presentazioni o sui profili della rete. Tutte o quasi tutte le mamme preferiscono, per il bene delle loro fanciulle, caso mai dovessero presentarsi ad un provino televisivo, che ostentino uno nome quale Deborah, Samantha, Corynne, Luana, Belen, Sole, Luce o Chanel.
Ancor oggi non riesco a spiegarmi per quale recondito motivo tutto quello che sa di vecchio debba essere abolito! Ho cercato, provocatoriamente, di parlarne ai miei nipotini i quali mi hanno risposto testualmente: ” zio, non ci disturbare, non vedi che stiamo giocando con il “tablet” che ci ha regalato il “papy” per la festa della cuginetta “Peppa pig”. Caro zietto aggiornati e… visita, piuttosto, la piattaforma tumblr”. Cosa avranno voluto dire?
Fermate il mondo, voglio scendere…ora!