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BENVENUTI NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE CON IL POLITECNICO DI BARI

Una cerimonia inaugurale non scontata quella dell’anno accademico 2017-18 del Politecnico di Bari, a 27 anni dalla sua fondazione.

L’aula magna “Attilio Alto”, come ogni anno, gremita di autorità civili, militari, religiose, diplomatiche, oltre al personale amministrativo, tecnico, bibliotecario e studenti.

Dicevamo non scontata, perché il discorso del Rettore Eugenio Di Sciascio, non ha soltanto snocciolato i dati di un bilancio, ma ha esplicato l’autentico amore di un papà che tiene concretamente al futuro dei propri figli.

“Per ridurre il ’brain drain’ – dice Di Sciascio – resta fondamentale offrire non solo un lavoro, ma un lavoro adeguato al livello di formazione che garantiamo. E’ qui il nostro impegno sarà forte al fine di far crescere il tessuto industriale locale in termini di innovazione”.

Non più fuga di cervelli se il capitale umano formato e sfornato dal Politecnico di Bari potesse lavorare nella terra in cui è nato e cresciuto. E a tal proposito, “il Politecnico intende candidarsi al bando per i centri di competenza del programma ’industria 4.0’, insieme ad altre università pugliesi e campane, affinché si realizzi un polo di innovazione di sicuro riferimento per le imprese impegnate nella ’trasformazione digitale’ della quarta rivoluzione industriale. Il Politecnico – precisa il Rettore – è giunto preparato a questo momento, ma resta fondamentale l’impegno di Confindustria, dei partner industriali e della Regione Puglia”.

“l’Italia ha pochi laureati e a livello UE solo la Romania fa peggio di noi, si registra una crescente carenza di competenze, e in questa fase economica, solo una crescita di laureati – insiste Di Sciascio – e delle competenze più richieste del mercato del lavoro, possono dare una svolta al nostro sistema produttivo”.

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La parola d’ordine è orientamento: “è necessario avere il coraggio – dice il Rettore – di fare orientamento nelle scuole, spiegando chiaramente che nel prossimo futuro ci saranno professioni che richiederanno un numero minore di addetti e che, invece, vi sono settori (in particolare quelli legati alla trasformazione digitale) in cui esistono reali opportunità per il futuro. Bisogna dire chiaramente ai ragazzi che di fronte ai livelli di disoccupazione intollerabili, ci sono professioni che garantiscono lavori stabili e ben retribuiti e in cui si assiste ad un evidente ’skill shortage’.”

Tuttavia Di Sciascio non tira solo acqua al suo mulino ma oggettivamente ammette che “anche le scienze umanistiche debbano evolvere e continuare ad avere un ruolo illuminante, per reinterpretare il ruolo dell’uomo nella nuova società”.

Resta un dato forte: il Politecnico di Bari con le sue 27 candeline e oltre 10mila iscritti, dimostra “quotidianamente che sa far fruttare i propri talenti siano essi giovani menti desiderose di imparare e crescere, siano finanziamenti e opportunità. E’ un’università statale giovane – rincara il Rettore – con un’ottima reputazione, risultati occupazionali più che soddisfacenti, dotata di dipartimenti e gruppi di ricerca ad altissimo livello e rapporti con le aziende in continua crescita”.

Citando Winston Churchill, “non c’è investimento migliore per una nazione che dare latte cibo e istruzione ai bambini”: investire oculatamente sul futuro dei nostri figli, puntando sulle università e sull’istruzione altamente qualificata.

Di Sciascio preme l’acceleratore sul “migliore investimento possibile oggi” ossia la ricerca scientifica di eccellenza: “dalla ricerca infatti nascono le innovazioni che migliorano la vita di ogni giorno, che aumentano la produttività delle imprese e la qualità del lavoro, che possono cambiare le sorti di un Paese in un particolare momento storico”.

E il Politecnico di Bari offre la formazione giusta affinché i giovani siano ben attrezzati per affrontare la sfida della Quarta Rivoluzione Industriale.

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Lo conferma Peretz Lavie, presidente della “Technion Institute of Technology” di Haifa, Israele, l’ospite d’onore della cerimonia, che prende spunto dalla ricerca resa nota al Forum Economico a Davos, nel gennaio 2016. “Nel 2025 – dice Lavie – il 90% della popolazione avrà accesso permanente ad Internet e il 10% delle auto negli USA, potranno essere guidate senza alcun ausilio da parte dell’uomo. L’intelligenza arrtificiale rimpiazzerà gli esseri umani in molti settori e milioni di persone perderanno il proprio lavoro nei prossimi 20 anni”.

“E’ interessante notare – aggiunge Lavie – che la nascita del Politecnico di Bari coincida con le scoperte scientifiche che hanno decretato l’avvento della Quarta Rivoluzione Industriale, ossia il progetto del Genoma umano prese ufficialmente forma nel 1990 e nel dicembre dello stesso anno Tim Berners-Lee testò il software del World Wide Web (www.)”.

“Noi – sottolinea Lavie – dobbiamo assicurare che i nostri studenti siano in grado di affrontare le prossime sfide della Quarta Rivoluzione Industriale”.

In che modo? Ecco i punti di azione che Lavie cita: le competenze dovranno coincidere con ciò che richiederà il mercato nel 2025; i metodi di insegnamento devono cambiare; è indispensabile una formazione continua e sempre aggiornata. E’ essenziale inoltre un dialogo costante tra università, aziende ed istituzioni: il feedback ricevuto è cruciale per lo sbocco occupazionale dei neolaureati. Inoltre, anche la ricerca universitaria deve cambiare per evolversi. Infine, la sfida della Quarta Rivoluzione non può essere vinta senza l’istruzione di scienze umanistiche, e nella fattispecie quelle sociali, di comunicazione e delle arti.

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Intervengono alla cerimonia inaugurale anche Giuseppe Garofalo, e Andrea Barletta.

Garofalo, in rappresentanza del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario: “Noi tutti, professori, ricercatori, tecnici amministrativi e bibliotecari, strutturati o precari siamo tutti colleghi perché concorriamo tutti, con compiti e responsabilità certamente diverse, con il nostro lavoro alla vita di una pubblica istituzione. Dobbiamo preservare la funzione pubblica dell’Università e l’autonomia universitaria. Dobbiamo fare di più per l’effettiva parità uomo-donna. Penso ad un asilo nido e un dopo scuola nel Campus per i figli di tutti i lavoratori del Politecnico, strutturati o precari. Penso all’introduzione sperimentale di telelavoro su richiesta del dipendente. Lo scorso anno accademico è stato segnato da una salutare svolta nel dialogo tra sindacati e Politecnico e quindi voglio ringraziare in questa occasione solenne, il Magnifico Rettore e il Direttore Generale. Il dialogo sociale sta dando ottimi frutti, ed è la strada per superare le sfide, cambiando un mondo che cambia sempre più velocamente”.

Barletta, presidente del Consiglio degli Studenti: “Il Politecnico di Bari ha risposto attivamente al bando regionale ’community library’ promuovendo una proposta che finalmente, consentirà a tutti noi di poter usufruire di spazi per lo studio e la condivisione. Il nostro ateneo deve iniziare a prevedere nei propri budget annuali un incremento del fondo riguardante le strutture e gli spazi per gli studenti, investendo anche nelle sedi decentrate di Taranto e Foggia, parti integranti della nostra università. Ricordo che le immatricolazioni delle lauree di primo livello registrano una continua crescita da diversi anni, dando pregio all’appetibilità del Politecnico. Occorrono investimenti importanti in laboratori didattici. Per poter essere al passo con i tempi, il nostro ateneo deve accelerare il completamento della digitalizzazione dei servizi allo studente. E’ necessario che ci sia la volontà di aumentare la vigilanza sui luoghi frequentati da tutti quotidianamente nel campus, affinché questa università sia un luogo accogliente e sicuro”. Barletta infine chiede di “non perdere di vista un concetto fondamentale: il diritto allo studio universitario”, riferendosi implicitamente alle tasse che al momento, sono aumentate di quasi il 40%, una nota dolente per una università pubblica, e per cui una rappresentanza di studenti ha fatto sit-in di protesta nei pressi dell’Aula Magna.

Data:

31 Gennaio 2018