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BERLINO: UCCISO A SESTO SAN GIOVANNI L’AUTORE DELLA STRAGE

l’Aggiornamento del 23 dicembre:

E’ stato ucciso Anis Amri, il ventiquattrenne tunisino ritenuto l’autore della strage. Il terrorista sarebbe stato colpito a morte dopo aver sparato a un agente di polizia, durante un controllo di routine a Sesto San Giovanni avvenuto nella notte. Ad essere stato colpito alla spalla con una calibro 22 estratta dal malvivente, uno dei due agenti. E’ stato allora che l’altro, ha esploso due colpi, uno mortale al costato.

Aveva passato dunque la frontiera tedesca Anis Amri, transitando prima di giungere in Italia per la Francia. Da Torino un treno lo aveva portato a Sesto San Giovanni.

L’aggiornamento del 22 dicembre:

Fabrizia Di Lorenzo, l’italiana dispersa nella strage, è deceduta. Ne dà conferma il ministro degli Esteri, Angelino Alfano: “La magistratura tedesca, così come ha comunicato il ministero degli Affari esteri della Germania, ha esaurito le verifiche necessarie e purtroppo, ormai, c’è la certezza che, fra le vittime, c’è l’italiana Fabrizia Di Lorenzo. Sono affettuosamente vicino alla famiglia e ai suoi cari, condividendone l’immenso dolore”.

L’aggiornamento del 21 dicembre:

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Ha lottato Lukasz Urban, l’autista polacco del camion che lunedì sera si è lanciato contro la folla radunata attorno alle bancarelle del mercatino di Natale. Lo ha fatto fino all’ultimo respiro, per cercare di evitare il peggio. L’autopsia ha rilevato numerose ferite da taglio sul suo corpo, segni evidenti di una lunga e disperata colluttazione, ingaggiata con l’uomo che gli aveva rubato il mezzo. A rivelarlo è la Bild, citando fonti investigative che si basano sui risultati dell’autopsia. Lukasz si sarebbe gettato al volante, cercando con tutte le sue forze di deviare quel folle percorso. Era dunque “ancora in vita, nella cabina, al momento in cui il mezzo ha investito la folla”. Una volta fermatosi, sarebbe stato finito con un colpo d’arma da fuoco. L’attentatore sarebbe allora scappato, facendo perdere le sue tracce.

“C’è un nuovo sospettato che viene ricercato. E’ stato emesso alla mezzanotte un mandato di cattura per la Germania e per tutta l’area Schengen, quindi anche per l’Europa”. Sono le parole del ministro dell’Interno, Thomas de Maizière, riferite a un tunisino di 24 anni, Anis A., dopo il ritrovamento di alcuni documenti d’identità all’interno del tir.

L’uomo, arrivato in Germania a luglio del 2015, sarebbe stato in Italia nel 2012. N24 riporta che “avrebbe vissuto in un centro d’accoglienza profughi di Kleve”, al confine con l’Olanda.

Non ancora completata l’identificazione di tutte e 12 le vittime. I tre italiani che avrebbero riportato lesioni lievi, sono già rientrati in patria.

L’aggiornamento: Fabrizia Di Lorenzo, 31enne dispersa

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Delle 12 persone rimaste uccise ieri sera durante l’attentato al mercato di Natale, il più grande e rappresentativo di Berlino, ne sono state identificate sette. Delle quarantotto rimaste ferite, diciotto versano in condizioni gravi.

“Dobbiamo desumere che sia stato un attacco terroristico” aveva detto subito dopo Angela Merkel.

Nella mattinata di oggi è stata diffusa la notizia dell’arresto di un uomo pakistano, fermato intorno alle 21.30 del 19 dicembre nel parco Tiergarten, a poco più di due kilometri di distanza dal camion, che però nega di aver preso parte all’attacco. Probabilmente l’autore si aggira ancora libero tra le strade della capitale tedesca perché il fermato, un richiedente asilo, è stato rilasciato per insufficienza di prove.

Nella serata del 20 dicembre è arrivata la rivendicazione dell’Isis. Amaq news agency, definendo il terrorista un “soldato dello Stato islamico”, ha precisato che si tratterebbe di una vendetta per gli attacchi in Siria.

Il passeggero di nazionalità polacca, trovato morto a bordo del camion, stando alle parole di De Maizière, ministro degli Interni tedesco, sarebbe stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. C’è un altro particolare che rende le indagini più difficili: l’arma non è stata rinvenuta sul tir. Si tratta di un’indiscrezione, non ancora confermata ufficialmente dalla Polizia. Era il cugino di Ariel Zurawski, il titolare dell’azienda di spedizioni, intervistato ieri dall’emittente polacca TVN24. Lo ha confermato dopo aver visto una fotografia scattata dalla polizia tedesca. Sulla vicenda c’è assoluto riserbo, ma almeno un filone d’indagine è probabile stia seguendo la pista del dirottamento. La caccia all’uomo prosegue dunque senza sosta. Stephan Mayer, portavoce per gli Affari interni del gruppo parlamentare della CDU, il partito della cancelliera Angela Merkel, ha detto che sarebbe ingiusto trarre conclusioni sulla politica tedesca nei confronti dei richiedenti asilo, prima di sapere esattamente come siano andate le cose: “Nessuno sa se abbia agito da solo o facesse parte di una rete. Non è chiaro se avesse dei complici o meno. Non si sa ancora se fosse registrato come richiedente asilo in modo corretto e se fosse un islamista, anche se ci sono alcuni indizi che fanno pensare a un ambiente islamista; non si sa se la sua radicalizzazione sia avvenuta in Germania o prima che ci arrivasse. Tutto questo non è ancora chiaro”.

Intanto si apprende che un’italiana, Fabrizia di Lorenzo, 31enne originaria di Sulmona, ma a Berlino dal 2013 per lavoro, risulta dispersa. Il suo cellulare sarebbe stato ritrovato nella zona del disastro. La famiglia teme il peggio: “Abbiamo capito che era finita stanotte all’una e mezza. Siamo stati noi a chiamare la Farnesina – ha detto affranto papà Gaetano, contattato dall’ANSA – Ci siamo mossi coi nostri canali, ma da quanto mi dice mio figlio da Berlino, non dovrebbero esserci più dubbi. E’ lì con mia moglie in attesa del dna, aspettiamo conferme, ma non mi illudo“.

C’è anche un altro italiano tra i feriti, ma fortunatamente non verserebbe in gravi condizioni e verrà sentito dagli inquirenti quanto prima. Sono invece in corso verifiche presso tutti gli ospedali sul coinvolgimento di un ulteriore italiano. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per attentato con finalità di terrorismo, affidato al pm Francesco Scavo.

Il fatto

Ieri sera, intorno alle 20,00, un camion si è lanciato contro la gente che spensierata visitava le bancarelle di Natale, disposte attorno alla Gedächtniskirche, la chiesa rimasta miracolosamente in piedi dopo il bombardamento alleato che la colpì durante la Seconda guerra mondiale. Quel campanile mozzato, divenuto da allora uno dei simboli di Berlino, domina la Breitscheidplatz, che in tanti attraversano per recarsi al Ku’damm, via esclusiva dello shopping, nella parte occidentale della città.

Quello che è apparso da subito un attentato, ha determinato la morte di dodici persone e il ferimento di altre quarantotto, alcune in gravi condizioni. Secondo le notizie arrivate nell’immediatezza, il camion nero con targa polacca, sembra trasportasse acciaio. Per oltre cinquanta metri, ha travolto tutto ciò che si è trovato davanti. Gente a terra, bancarelle rovesciate, doni di Natale sparpagliati. La memoria corre ai fatti della Promenade des Anglais dello scorso luglio. “Mai più” ha scritto su Twitter il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, in un messaggio di solidarietà alla capitale tedesca.

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Foto ANSA

A bordo del tir c’erano due individui. Il senza vita, l’altro, il guidatore datosi immediatamente alla fuga, è stato fermato poco più di un’ora dopo. Alle 22,00 il sindaco, Michael Miller, rassicurava che la situazione era ormai sotto controllo.

Ancora nessuna notizia ufficiale circa l’identità dell’arrestato. La Dpa riferisce di un uomo pachistano di 23 anni, arrivato in Germania nel febbraio scorso, attraverso la rotta balcanica. Nemmeno l’identità del morto è chiara, si sa solo che potrebbe essere un cittadino polacco. Prende dunque corpo l’ipotesi di un dirottamento, anche se non si hanno ancora conferme.

Secondo quanto emerso dell’intervista condotta dall’emittente polacca TVN24 ad Ariel Zurawski, titolare della società di spedizioni, proprietaria del camion, alla guida del mezzo c’era suo cugino col quale aveva parlato al telefono intorno a mezzogiorno. “Non riesco a immaginare che abbia compiuto un attentato. Credo abbiano sequestrato il mezzo”. Il ragazzo potrebbe dunque essere stato costretto, dietro minaccia, a compiere, contro la sua volontà, l’attentato. Questa del resto è stata da subito l’ipotesi avanzata dal Guardian.

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Anche se non ci sono ancora conferme ufficiali, l’intelligence irachena ha riferito di messaggi jihadisti diffusi su Internet. E infatti il caso, come ha detto Heiko Maas, ministro della Giustizia, è nelle mani della Procura federale tedesca, la stessa che si occupa di terrorismo. Anche il tabloid britannico Sun ha parlato di rivendicazioni da parte dell’Isis.

Il fatto segue una serie di episodi violenti che dalla scorsa estate hanno colpito la Germania. Il 18 luglio un profugo pakistano ferì quattro persone su un treno nei pressi di Wuerzburg prima di essere abbattuto dalla polizia. Quattro giorni dopo a Monaco di Baviera, il 18enne tedesco-iraniano, David Sonbody, depresso e sotto trattamento farmacologico, sparò con una pistola contro un gruppo di persone in un centro commerciale. Ne uccise nove e ne ferì venticinque prima di suicidarsi. Il 24 luglio un kamikaze profugo siriano, che aveva appena giurato fedeltà all’Isis, Abu Mohammad Daleel, fece esplodere uno zaino ad Ansbach in Baviera, ferendo quindici persone e rimanendo ucciso. Lo stesso giorno, un altro profugo siriano armato di coltello, uccise una collega a Reutlingen. La donna, di origine polacca, era incinta. Ferì altre due persone prima di essere neutralizzato da un passante che lo investì con l’auto.

In lacrime la cancelliera Angela Merkel che ieri sera ha detto: “Siamo in lutto per i morti e ci auguriamo che i feriti possano essere aiutati”. Messaggi di solidarietà sono arrivati dal presidente francese, François Hollande e dal ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano.

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“Sono profondamente colpito e addolorato dalla notizia dello spregevole attacco di questa sera a Berlino – ha detto il Ministro – e desidero esprimere le più sentite condoglianze e la più calorosa solidarietà al Governo tedesco. Siamo vicini alla popolazione tedesca in questo triste momento che dovrebbe essere piuttosto di gioia e pace in prossimità delle festività natalizie”.

Intanto dell’ambasciata italiana a Berlino si conferma che non c’è al momento “notizia di coinvolgimento di connazionali”. Un messaggio di solidarietà arriva anche dal neopresidente americano Donald Trump: “Il nostro cuore e le nostre preghiere sono con i cari delle vittime di questo terrificante attentato del terrore a Berlino. Civili innocenti sono stati assassinati in strada mentre si preparavano a festeggiare le vacanze natalizie. L’Isis e altri terroristi radicali islamici uccidono continuamente cristiani nelle loro comunità e nei luoghi di culto nell’ambito della loro jihad globale. Questi terroristi e i loro network regionali e mondiali devono essere sradicati dalla faccia della terra, una missione che porteremo avanti con tutti gli alleati amanti della libertà”.

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Data:

20 Dicembre 2016