La crisi umanitaria in atto nella striscia di Gaza rappresenta una nuova emergenza. Ne è consapevole lo stesso Biden, che ha dichiarato: “I miei team nella regione stanno lavorando, in comunicazione con i governi di Israele, Egitto, Giordania, altre nazioni arabe e le Nazioni Unite, per aumentare il sostegno umanitario”, perché la risposta al dramma di quella regione costituisce per lui una “priorità”. “Non possiamo perdere di vista il fatto che la stragrande maggioranza dei palestinesi non ha nulla a che fare con Hamas”, ha aggiunto nel corso di un viaggio verso la città di Philadelphia. I bombardamenti di Israele stanno costringendo la popolazione civile ad un esodo di massa, operazione che richiede la collaborazione innanzitutto degli attori di quella regione, a cominciare dall’Egitto, per mezzo del checkpoint di Rafah. Dopo, infatti, le prime reticenze del governo egiziano, secondo l’Associated Press è stato raggiunto un accordo in tal senso tra appunto Egitto, Israele e Stati Uniti. Alcuni volantinaggi, messi in atto dall’aviazione israeliana, hanno caldamente consigliato ai civili di spostarsi a sud della striscia, a seguito di operazioni militari che le truppe di Netanyahu dovranno condurre nel nord. L’assedio però della regione è devastante perché senza elettricità, senza gas e senza acqua, la questione è “di vita o di morte”.
Queste le parole usate dall’agenzia Onu Unrwa per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, che denuncia l’assenza di forniture umanitarie da una settimana. E, per questo, oltre due milioni di persone sono a rischio di morte, mentre l’acqua si esaurisce. “Le persone sono ora costrette a usare l’acqua sporca dei pozzi, aumentando i rischi di malattie” si legge in un comunicato. E le persone che non potranno spostarsi dovranno comunque essere protette, una precisa richiesta che la stessa Onu rivolge proprio a Israele: “Donne incinte, bambini, anziani e persone con disabilità non saranno in grado di fuggire dalla zona. Non hanno scelta e devono essere protetti in ogni momento”. Gli stessi rifugi dell’Unrwa a Gaza e nella Gaza settentrionale non sono più sicuri, e questo rappresenta una situazione senza precedenti. Medici Senza Frontiere chiede che medicine, attrezzature mediche, cibo, carburante e acqua “devono poter entrare nella Striscia di Gaza”, superando la situazione di assedio messa in atto. “Dopo cinque giorni, ci sono già stati 1200 morti. Cosa possono fare le persone? Dove possono andare?” si chiede Matthias Kennes, capomissione di Msf a Gaza. “Milioni di uomini, donne e bambini sono vittime di una punizione collettiva sotto forma di assedio totale, bombardamenti indiscriminati e la minaccia incombente di una battaglia di terra”, prosegue Msf. La situazione è talmente critica che sono state utilizzate “tre settimane di scorte in soli tre giorni”, ha affermato Darwin Diaz, coordinatore medico a Gaza.
La Striscia di Gaza “è uno dei luoghi più densamente popolati della terra. Ha una popolazione di 2.1 milioni di persone” afferma Islamic Relief Italia, associazione che fornisce aiuti umanitari nei territori palestinesi, che “condanna fermamente ogni violenza e invita tutte le parti a dar prova di moderazione per evitare vittime civili”. Secondo l’Ue, purtroppo, “l’evacuazione di un milione di persone che lasceranno in nord di Gaza in 24 ore è assolutamente, assolutamente impossibile da attuare”: parole di ieri dell’Alto Rappresentante dell’Unione per Esteri e Sicurezza Josep Borrell, che al momento si trova in Cina, il quale si allinea a quanto già espresso dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Quest’ultimo definiva, questo massiccio primo esodo dalla zona nord, “una grande crisi umanitaria”. Ursula von der Leyen ha annunciato lo stanziamento di 50 milioni di euro per il sostegno umanitario di Gaza. “Stiamo lavorando duramente per garantire che ai civili innocenti di Gaza venga fornito sostegno in questo contesto”, ha aggiunto il capo della Commissione Europea ieri pomeriggio. Purtroppo però, si registrano morti persino lungo i percorsi definiti sicuri per l’evacuazione. Venerdì c’è stato un attacco di un convoglio di veicoli in fuga da Gaza City. Secondo Hamas sono morte 70 persone. Secondo alcuni video che hanno ripreso la strage poco dopo la sua commissione, sarebbero morte 12 persone, “la maggior parte dei quali donne e bambini”, riferisce il ministero della Salute palestinese.