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BIELORUSSIA: DECIMO WEEKEND DI PROTESTE

I cittadini bielorussi non ne possono più del regime oppressivo di Aleksandr Lukashenko, e, nonostante la costante repressione applicata con ogni mezzo ed in ogni dove, dalle strade alla stampa passando per Internet, la popolazione non si arrende al giogo statale e continua imperterrita a scendere in strada.

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È dal 9 agosto che ogni domenica i manifestanti continuano a scendere per le strade di Minsk e di altre città della Bielorussia contro il risultato elettorale che ha riconfermato Alexander Lukashenko alla guida del Paese. Per il decimo fine settimana consecutivo hanno manifestato in migliaia, nonostante le minacce delle autorità di aprire il fuoco in maniera letale “se necessario”. Le forze di sicurezza hanno usato gli idranti e bloccato con i mezzi pesanti l’accesso alle strade in cui era concentrata la manifestazione.

“Finora più di 100 persone sono state fermate a Minsk” ha detto la portavoce del ministero degli Interni bielorusso, Olga Chemodanova. Il regime di Lukashenko continua a disattivare periodicamente l’elettricità e le reti telefoniche, creando il caos all’interno del proprio stesso territorio pur di mantenere salda un’egemonia che ormai è palese non sia legittimata dalla volontà popolare.

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In un messaggio trasmesso prima della protesta, Tikhanovskaya ha esortato i bielorussi a portare avanti le loro richieste “pacificamente, ma con insistenza”. “Ci fermeremo solo quando ogni prigioniero politico sarà libero, quando i membri delle forze dell’ordine inizieranno a difendere il popolo, e lo stato di diritto e le elezioni oneste torneranno in Bielorussia”, ha dichiarato, inviando persino un ultimatum al dittatore: se egli non si dimetterà entro il 25 ottobre, sarà indetto uno sciopero generale. Se tale sciopero dovesse veramente avere luogo, il rischio di violenze indicibili da parte dello Stato sarà elevatissimo, specie considerando che la Bielorussia ha revocato il visto a tutti i giornalisti stranieri indipendenti. Non possiamo sapere se il 25 ottobre si fermerà davvero tutto nell’ex colonia sovietica, ma c’è un fattore che possiamo prevedere: quel giorno, Lukashenko non ci penserà neanche a lasciare il posto che occupa ormai da più di cinque lustri.

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Data:

19 Ottobre 2020