La normativa italiana prevede che l’attività di prevenzione e contrasto del traffico di migranti via mare si sviluppa attraverso un’attività di carattere diplomatico per prevenire il fenomeno alla fonte nei Paesi di origine dei flussi o interessati al transito; nell’esercizio, da parte della Marina militare, della Guardia di finanza, del Corpo delle capitanerie di porto dei poteri di polizia dell’alto mare diretti al monitoraggio, alla sorveglianza, all’individuazione, al controllo degli obiettivi navali in navigazione ed all’accertamento dei flussi migratori clandestini, nelle acque internazionali; tramite le unità ed i mezzi navali in servizio di polizia, con il concorso, ove necessario, delle navi della Marina militare, nelle acque territoriali. Le attività in mare sono di sorveglianza, intervento di soccorso, intervento di polizia.
L’attività di sorveglianza si articola su dati operativi provenienti dalla rete radar costiera della Marina militare e dai dispositivi di «scoperta» delle altre amministrazioni che effettuano vigilanza nella acque territoriali; pattugliamento delle unità navali impiegate per tali attività; sorveglianza coordinata a lungo raggio a mezzo velivoli di pattugliamento marittimo della Marina militare e di aeromobili della Guardia di finanza e del Corpo delle capitanerie di porto; concorso eventuale di tutti gli altri assetti aeronavali della Marina militare, della Guardia di finanza, delle altre Forze di polizia e delle Capitanerie di porto che perseguono i fini istituzionali delle proprie amministrazioni quali compiti primari; valorizzazione delle informazioni provenienti da altri comandi operativi internazionali operanti nel bacino del Mediterraneo o da organismi di intelligence.
Ciò nonostante, sembra che l’unica attività in mare che ad oggi viene svolta è quella del soccorso. Il problema dell’immigrazione pare essere di poco conto per il nostro premier che, a fronte dell’ennesima tragedia verificatasi nel Mediterraneo, così commenta “i fatti sono ancora nebulosi nella loro ricostruzione” e propone un accordo con il governo libico per poter effettuare un blocco nelle sue acque territoriali. Ci si chiede cosa ci sia da ricostruire. Sono anni che il nostro Paese ospita i sopravvissuti alle stragi ed i corpi delle Capitanerie di porto contano i cadaveri nei nostri mari. Inoltre, se fosse stato possibile raggiungere questo “accordo”, ci si chiede come mai l’uomo che è in grado di “salvare l’Italia” e che trova una soluzione ad ogni problema, non ci abbia pensato prima. Fortunatamente c’è il Presidente della Camera dei Deputati, On Laura Boldrini, secondo la quale “quello che succede nel Mediterraneo è un tema complicato”.
E, nel frattempo mentre Matteo Renzi ed Angelino Alfano, il nostro Ministro dell’Interno, pensano a come affrontare questo tema “complicato”, Matteo Salvini, con la sua proposta del “blocco navale” nelle nostre acque territoriali, per dare prontamente una risposta a coloro che si interrogano su come mai il nostro è diventato il Paese Magico in cui tutti i popoli possono trovare asilo, trova il consenso di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento Cinque Stelle.
Attendiamo quali provvedimenti verranno presi, e speriamo presto, per affrontare questa emergenza.