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Brexit, voto su accordo a metà gennaio

Brexit, voto su accordo a metà gennaio

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Il dibattito parlamentare sull’accordo per la Brexit riprenderà il 7 gennaio del prossimo anno, mentre il voto finale avrà luogo nella settimana che inizierà il 14 gennaio. Lo ha annunciato alla Camera dei Comuni la premier Theresa May, durante il dibattito dedicato all’esito del vertice Ue della scorsa settimana.

E arriva anche un ’no’ alla proroga dell’Articolo 50: è quanto ha fatto sapere May in risposta alla domanda del deputato conservatore Andrew Mitchell. Non sarebbe “giusto” per il Regno Unito prorogare l’Articolo 50 del trattato dell’Unione europea, rinviando così i tempi della Brexit, ha detto la premier, che continua ad esser convinta che il Regno Unito uscirà dalla Ue con un “buon accordo”.

CORBYN – Intanto il leader laburista Jeremy Corbyn ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti della premier. L’atto dell’opposizione è legato al rifiuto, da parte del primo ministro, di procedere immediatamente al voto parlamentare sull’accordo per la Brexit raggiunto con l’Unione europea.

Global Compact, scontri a Bruxelles

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Violenze ad una manifestazione contro il patto Onu sull’immigrazione a Bruxelles. La polizia è intervenuta usando gas lacrimogeni e cannoni ad acqua dopo che alcuni manifestanti hanno lanciato pietre e altri oggetti nell’edificio della Commissione europea in città, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa belga. Circa 5mila persone hanno preso parte alla ’Marcia contro Marrakech’, organizzata da gruppi fiamminghi di destra e di estrema destra. Almeno 90 le persone arrestate.

Il Global Compact delle Nazioni Unite sulla migrazione, patto mondiale per la gestione “sicura, ordinata e regolare” dei flussi migratori, è stato approvato da oltre 150 Paesi nella città marocchina lo scorso 10 dicembre.

CONTRO MANIFESTAZIONE – Secondo quanto riferito, i manifestanti chiedevano priorità per “il nostro popolo”, per le frontiere chiuse e per le dimissioni del primo ministro Charles Michel. In città anche una contro-manifestazione organizzata da gruppi di sinistra, con almeno un migliaio di persone che hanno tenuto le distanze dai manifestanti rivali.

“Falliti due tentativi di arrestare Battisti”

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La divisione antiterrorismo della polizia federale brasiliana ha effettuato due tentativi di arresto di Cesare Battisti a San Paolo. Lo afferma ’Globo.com’. La polizia è intervenuta presso due indirizzi diversi, sulla base di segnalazioni anonime relative a possibili nascondigli dell’ex terrorista. Battisti, colpito dal mandato di arresto firmato dal giudice Luiz Fux, è latitante da venerdì.

L’antiterrorismo è coinvolta da domenica nell’operazione, che viene condotta dalla polizia federale con la collaborazione dell’Interpol, della divisione immigrazione e dell’intelligence. L’attenzione viene dedicata in particolare al controllo dello sterminato confine di 17mila km.

Nella caccia all’uomo, la polizia federale brasiliana – pur non escludendo alcuna possibilità – sta infatti seguendo “piste serie” nella convinzione che l’ex terrorista non abbia lasciato il Brasile. E’ quanto apprende l’AdnKronos da fonti informate, secondo cui “Battisti potrebbe non essersi allontanato troppo” da Cananeia, nello Stato di San Paolo, dove risiedeva fino a qualche giorno fa.

Oggi e domani sono giornate importanti. Secondo le fonti, l’ex membro del gruppo dei Proletari armati per il comunismo potrebbe essere stato “colto di sorpresa” dalle decisioni del giudice Luis Fux e del presidente Michel Temer di dare il via libera all’estradizione in Italia. Forse “non si aspettava una conclusione così rapida”, nonostante il presidente eletto Jair Bolsonaro ne avesse fatto una delle sue promesse già in campagna elettorale.

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Le fonti ritengono “difficile” che Battisti sia riuscito a lasciare il Brasile e a fuggire in quella Bolivia dove aveva già tentato di trovare riparo un anno fa. E in Brasile, comunque, la rete che lo ha appoggiato per anni potrebbe non essere così potente al punto da garantire quella rete di protezione che finora lo ha messo al riparo dall’estradizione. “Quella rete – dicono le fonti – esiste ancora in parte ma è più ristretta e meno potente. Tra l’altro i latitanti in Brasile non durano tanto, perché la gente parla, il Paese è enorme e la forza delle fazioni criminali sta in carcere, non fuori”.

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La polizia federale brasiliana ha nel frattempo diffuso in tutto il Paese una ventina di foto segnaletiche di Battisti elaborate al computer in modo da mostrare tutti i possibili travestimenti, con occhiali, cappelli e barba finta, che potrebbe usare durante la sua fuga.

Assolto Denis Cavatassi, condannato a morte in Thailandia
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Denis Cavatassi è stato assolto dalla Corte Suprema thailandese. La conferma arriva dal ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale Enzo Moavero Milanesi. Detenuto in Thailandia dal 2011, l’imprenditore abruzzese era stato condannato alla pena di morte nel 2016. “La buona notizia dell’importante sentenza della Corte Suprema della Thailandia consentirà a Denis Cavatassi, prosciolto questa mattina, di rientrare presto a casa in Italia e riabbracciare i suoi familiari. Gli italiani in difficoltà all’estero devono sapere che possono sempre contare sull’assistenza e l’aiuto efficace della Farnesina. Nessuno viene lasciato solo, pur nell’inevitabile riserbo che la delicatezza di tante situazioni impone”, dice Moavero.

Cavatassi era stato arrestato con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio del suo socio in affari, Luciano Butti. Il 50enne, di Tortoreto, che con Butti – ucciso a Phuket a colpi d’arma da fuoco in quello che sembra proprio un agguato – ha sempre affermato di essere innocente. “Denis è innocente ed è finalmente libero!”, scrive su Facebook Romina, la sorella di Denis a nome della famiglia Cavatassi. “La corte suprema thailandese lo ha assolto da tutte le accuse e finalmente potrà tornare in Italia. Ringraziamo tutti quelli che si sono battuti per la sua libertà. La Farnesina, l’ambasciatore Galanti, il direttore Vignali , il presidente della Camera Roberto Fico, l’on. Manconi e l’Avv. Alessandra Ballerini. Ringraziamo l’avv. thailandese Puttri Kuwanonda e il Regno della Thailandia”, scrive ancora. “Ringraziamo ad uno ad uno i tantissimi scrittori a partire da Moni Ovadia, Goffredo Fofi, Roberto Piumini, Tullio Avoledo, Andrea Valente, Alì Eshani, Francesco Casoli, Ferrio Stefano e tanti altri insieme a tanti cittadini che aderendo all’iniziativa ’una lettera per Denis’ hanno contribuito a ridare speranza a Denis e forza alla nostra lotta per sua liberazione”, si legge nel post. “Ringraziamo tutti gli amici che ci sono stati vicini e ringraziamo i giornalisti che hanno fatto da ’cassa di risonanza’ standoci vicini con intelligenza, sensibilità e professionalità: Fabio Fazio, Fabrizio Gatti, Beppe Giulietti, Stefano Corradino e Anna Bredice. Un ringraziamento sentito alla famiglia Regeni che, con empatia e forza, ci ha sostenuti da vicino e alla famiglia Rocchelli. Grazie infine, ma non per ultimi, ai bambini di una scuola per l’infanzia che hanno mandato messaggi meravigliosi a Denis e alle loro meravigliose maestre. Denis torna a casa! Ed è merito di tutti voi”, concludono i familiari.

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18 Dicembre 2018