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BUCAREST IN FIAMME – Proteste e Arresti dopo l’Esclusione di Georgescu dalle Elezioni

La capitale rumena, Bucarest, è stata teatro di violenti disordini dopo che l’Ufficio Elettorale Centrale ha escluso il candidato populista di destra e filo-russo Calin Georgescu dalle prossime elezioni presidenziali. La decisione, che ha scatenato proteste di massa, ha portato all’arresto di sette persone e al ferimento di 13 agenti di polizia. La tensione politica e sociale nel Paese è palpabile, con accuse di incitamento alla violenza e un clima di divisione che rischia di destabilizzare ulteriormente la Romania.

Scontri e Arresti: La Notte di Caos a Bucarest

Secondo la polizia rumena, i disordini sono scoppiati davanti alla sede dell’Ufficio Elettorale Centrale (BEC) dopo l’annuncio dell’esclusione di Georgescu. I manifestanti hanno travolto le transenne, lanciato oggetti e bottiglie contro le forze dell’ordine e dato fuoco a diversi oggetti. Le tensioni si sono aggravate ulteriormente quando il BEC ha pubblicato le motivazioni della decisione, spingendo i sostenitori di Georgescu a lanciare petardi e pietre divelte dal selciato. Le forze dell’ordine hanno risposto con gas lacrimogeni per disperdere la folla.

L’emittente Digi24 ha riferito che tre deputati del partito di estrema destra Alleanza per l’Unione dei Rumeni (AUR) erano presenti tra i manifestanti. Sebbene il portavoce di AUR, Dan Tanasa, abbia ammesso la loro presenza, ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’organizzazione o nel coordinamento delle proteste.

Georgescu e il Ricorso alla Corte Costituzionale

Calin Georgescu, al centro della controversia, ha annunciato che contesterà la decisione del BEC presso la Corte Costituzionale della Romania. In un video pubblicato sui social, Georgescu ha dichiarato: “Andremo avanti insieme fino alla fine. Pace, libertà e democrazia.” Nel video, appare accanto a George Simion, leader del partito AUR, e ad Anamaria Gavrila, presidente del Partito dei Giovani (POT). Georgescu ha ringraziato il popolo rumeno per il sostegno, invitando alla calma e alla non violenza: “Non dobbiamo dare adito a violenze o ad altri episodi simili a quelli di ieri sera. Andiamo avanti con grande fiducia per il futuro di questo Paese.”

Accuse di Incitamento alla Violenza

L’ufficio del procuratore ha avviato un’inchiesta per incitamento alla violenza, puntando il dito contro un “leader di partito” che avrebbe alimentato le tensioni. Sebbene i magistrati non abbiano fatto nomi, i media locali indicano George Simion come il principale sospettato. Simion avrebbe dichiarato che i membri della commissione elettorale responsabili dell’esclusione di Georgescu dovrebbero essere “scuoiati sulla pubblica piazza,” un’affermazione che ha ulteriormente infiammato gli animi.

Appelli all’Unità e alla Mobilitazione

Nonostante le accuse, Simion ha invitato i suoi sostenitori a rimanere uniti e a seguire le indicazioni organizzative in modo pacifico. “Nei prossimi due o tre giorni dovremo essere molto attivi. Seguite le indicazioni dei membri di POT e AUR, solo attraverso l’unità usciremo da questa situazione,” ha dichiarato. Un appello simile è arrivato anche da Anamaria Gavrila, che ha esortato i sostenitori a non perdere la speranza: “Siamo insieme e siamo più uniti che mai. Non perdete la speranza, siamo i più forti.”

Le Conseguenze Politiche

La decisione del BEC, approvata con dieci voti favorevoli e quattro contrari, ha messo in luce le profonde divisioni politiche in Romania. L’esclusione di Georgescu, una figura controversa con posizioni filo-russe, ha polarizzato l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla trasparenza e l’equità del processo elettorale. La situazione rischia di aggravare ulteriormente le tensioni sociali e politiche nel Paese, con implicazioni che potrebbero estendersi ben oltre le elezioni presidenziali.

La notte di disordini a Bucarest rappresenta un momento critico per la Romania, un Paese già segnato da profonde divisioni politiche e sociali. Mentre Georgescu si prepara a contestare la decisione del BEC, il governo e le autorità elettorali devono affrontare la sfida di garantire un processo elettorale trasparente e pacifico. Con il clima politico sempre più teso, il futuro della Romania appare incerto, e il rischio di ulteriori escalation non può essere sottovalutato.

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Data:

11 Marzo 2025

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