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BUCCE DI BANANA

La Ministra per le Riforme Maria Elena Boschi è sotto pressione e, con lei, l’intero governo Renzi. Il padre, Pier Luigi Boschi, è stato componente del Consiglio di Amministrazione e poi vicepresidente di Banca Etruria, l’istituto che insieme a Banca Marche, Carife e CariChieti è stato salvato con decreto del governo. Altri parenti hanno lavorato o lavorano con ruoli minori nell’Istituto.

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Il guru Saviano punta il dito contro il conflitto di interessi della Ministra; le opposizioni, da M5s a Lega e FI, vogliono sfiduciarla; dulcis in fundo, Travaglio guida un’ampia cordata di media che completa il ricco plotone di esecuzione. La sfida adesso si è trasferita alla Camera, arena scelta inopportunamente da chi vorrebbe soccombente la rampolla della famiglia Boschi, dato che i numeri sono tendenzialmente a suo favore, e stranamente non al Senato, dove la battaglia le sarebbe probabilmente fatale, legittimando l’illazione che forse i politici vogliono solo fare un gran baccano e nulla più.

cms_3141/foto_2_.jpgLa Boschi, per questo, gongola, accetta la sfida apparente e si difende sostenendo che non v’è alcun conflitto di interessi, poiché nessun risvolto concreto seguirebbe per la sua famiglia dall’attuazione del decreto, sicché non c’è violazione della legge di cui diremo più avanti. Aggiunge che, in ogni caso, lei si è astenuta comunque dal partecipare al Consiglio dei Ministri su riforma, risoluzione e Commissariamento, salvando anche la forma. In Italia, in realtà, con la timida legge 215 sul conflitto di interessi varata nel 2004 (c.d. legge Frattini) non si è risolto nulla, perché ha maglie troppo larghe e vi passa di tutto, sicché il “conflitto di interessi” non è regolato a dovere nella Gazzetta Ufficiale ma resta ancora un grido politico che si usa ad libitum nei talk show. La questione resta perciò tutta nell’ambito dell’etica e della opportunità politica di certe non-decisioni. Sotto questi aspetti, un Governo che naviga in acque così burrascose a livello interno ed internazionale non dovrebbe consentire scossoni tanto violenti quanto evitabili alla scialuppa in cui si trova, perché un eventuale affondamento metterebbe a rischio la stabilità dell’Italia e, in questo momento così delicato a livello internazionale, forse dell’Europa intera, sicché le dimissioni di una sola Ministra costituirebbe un ottimo prezzo per non minare alle fondamenta un Governo arroccato su posizioni francamente indifendibili.

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Del resto, nel decreto salva-banche, Renzi ha chiaramente fatto intendere che per salvare molti ha accettato di distruggere pochi risparmiatori (che queste conseguenze attribuiscono anche alla famiglia Boschi). Non si capisce quindi perché, applicando lo stesso principio, non inviti la Ministra a farsi da parte, in modo da scongiurare il rischio di profonde crisi dell’intero Governo. La Ministra, tanto, prima o poi cederà, poiché la sua immagine è del tutto compromessa (ma non subirà nessuna delle conseguenze inflitte ai risparmiatori di cui sopra). Renzi sembrava poter camminare su ogni cosa. Ha voluto tentare di farlo anche con le bucce di banana, ma questo è troppo anche per il miglior equilibrista.

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Data:

18 Dicembre 2015