Erano gli anni 70 quando Raycho Marinov, operaio bulgaro scopre, per caso un vero e proprio tesoro. Impegnato nei lavori di escavazione riporta alla luce alcuni resti di oggetti che erano sepolti nel sottosuolo praticamente da millenni. Egli non poteva nemmeno immaginarlo ma aveva scoperto uno dei siti più importanti per la comprensione della preistoria dell’uomo. Successivamente fu l’archeologo Ivan Ivanov ad occuparsi del sito, organizzando gli scavi dal 1972 al 1991, ed anche alla conservazione dei reperti in museo.
Si tratta di una vera e propria necropoli, ed è solo al ritrovamento della sepoltura numero 43 si comprese la portata sorprendente della scoperta. Al suo interno un maschio adulto accompagnata da una ricca varietà di oggetti preziosi in oro mai ritrovati prima. Nell’antica necropoli di Varna sono state scoperte circa 300 tombe e recuperati 22.000 manufatti, tra cui oltre 3.000 oggetti in oro, e il peso del metallo prezioso è di 6 chilogrammi complessivi, superiore a tutti gli altri reperti aurei scoperti in necropoli coeve in tutto il mondo. Altre reliquie includevano oggetti in rame, strumenti di selce, gioielli, conchiglie di molluschi mediterranei, ceramiche, lame di ossidiana e perline. Ma è proprio nella tomba numero 43 che si sono concentrate tutte le ricchezze per il viaggio nell’aldilà di un uomo di alto rango, un sovrano o comunque un leader. Fra i reperti addirittura uno scettro e persino con una guaina d’oro massiccio adagiata sul pene. La sepoltura più ricca del V millennio.
L’analisi delle tombe svelò che la cultura di Varna era una società altamente strutturata: i membri aristocratici avevano diritto ad una sepoltura complessa, che prevedeva sudari con ornamenti d’oro cuciti negli involucri di stoffa, e le loro tombe erano dotate di numerosi oggetti di valore come ornamenti d’oro, pesanti asce di rame e ceramiche riccamente decorate, mentre le persone più povere avevano semplici sepolture con pochissimi elementi come corredo funebre.
La differenza di sesso provocava diversa disposizione all’interno delle tombe: i maschi erano distesi sulla schiena mentre le femmine rannicchiate in posizione fetale. Marija Gimbutas, archeologa lituano/statunitense, ha ipotizzato che proprio alla fine del V millennio a.C. ha avuto inizio la transizione dalle società matriarcali di stampo Indo-Europeo al dominio maschile in Europa. Nella fattispecie, è stato notato che nella cultura di Varna gli uomini hanno iniziato a ricevere il miglior trattamento postumo. Tra le scoperte più sorprendenti c’è sicuramente quella delle tombe simboliche: ossia loculi che non contenevano alcuno scheletro, ma erano le più ricche in termini di quantità di oro e altri tesori trovati al loro interno. Alcuni di questi sepolcri simbolici contenevano anche maschere fatte di argilla cruda poste nella posizione in cui si sarebbe dovuta trovare la testa.
Con la cultura Varna, oggi ci si riferisce ad una civiltà evoluta, più antica degli imperi della Mesopotamia e dell’Egitto e la prima cultura in assoluto che riuscì a creare manufatti in oro. I reperti archeologici mostrano che tra il 4.600 e il 4.200 a.C. iniziò una grossa produzione di oreficeria in questa precisa zona geografica. Grazie all’apprendimento di tecniche sempre più avanzate per la lavorazione dell’oro, i commerci si infittirono e divennero molto redditizi. Gli uomini di Varna stabilirono quindi relazioni commerciali con alcune regioni del Mar Mediterraneo e nello stesso Mar Nero, che consentirono loro di svilupparsi rapidamente. L’intensificazione dell’attività commerciale determinò un certo accumulo ricchezza da parte degli orafi, e molto rapidamente si evidenziò un grande divario sociale fra chi produceva oggetti in oro e chi invece era semplicemente commerciante o agricoltore. È ipotesi comune ricondurre entro la fine del quinto millennio a.C. il decadimento di Varna. Un crollo, probabilmente dovuto ad una combinazione di fattori tra cui il cambiamento climatico, che ha trasformato vaste aree di terreno coltivabile in paludi, ma anche l’incursione di guerrieri a cavallo dalle steppe.