Il ringraziamento che mi accingo a porgere non può che essere una lettera aperta e non un discorso che, inevitabilmente, porterebbe a farmi inoltrare in formali convenevoli e a scivolare sulla sterile retorica.
Desidero, qui di seguito, con poche ma sentite parole, ringraziare gli oltre diciotto milioni di lettori che si sono affacciati su questa nostra finestra d’informazione internazionale.
Diciotto milioni di grazie per la fiducia accordataci quotidianamente dal lontano 14 Settembre 2013.
Una miriade di pensieri si accavallano nella mia mente, ma quello che sono certo di poter dire è che già da adesso, con lo stesso senso di responsabilità e di professionalità che ci ha contraddistinti, in questi trascorsi anni d’informazione, intensificheremo, al meglio delle nostre potenzialità, questo cammino, ormai stabile, sulla strada della comunicazione e voglio che sia ben chiaro che per noi rappresenta solo un ulteriore punto di partenza, uno stimolo, una nuova sfida per far sì che “l’International Web Post”, possa conquistare tutti gli ulteriori traguardi che merita, proiettato verso una platea sempre più ampia, sempre più globale.
So anche che, per vincere questa sfida, avrò bisogno di tutta la “grande famiglia” della stupenda equipe redazionale che, in questi anni, ha onorabilmente profuso un impegno sempre più crescente e professionale. L’International Web Post oggi vanta una vera squadra, formata da arbitri, ma soprattutto da uomini e donne che, senza “legacci”, cavalcano un’informazione più libera, senza “padrini” e senza “padroni”. “Squadra che vince non si cambia”, magari s’intensifica, perché soltanto insieme potremo ancora avere grandi soddisfazioni e condividere, con i nostri lettori, momenti sempre più positivi vedendo i nostri sacrifici gratificati dal raggiungimento di obiettivi singoli e comuni, come quello, in un contesto e in un panorama globale di assoluta incertezza, di essere portatori di un’offerta informativa nuova, sorretta da una storia che ci caratterizza, da un’esperienza feconda, dai nostri valori umani, civili e sociali. Di vedere insomma la nostra testata degna di partecipare a una sempre più accesa competizione nel panorama dell’informazione internazionale, cercando di nutrirsi di ulteriori consensi.
Nel segno dell’esortazione che ci viene dal Santo Padre, perché il futuro non sia dominato solo da interessi brutali, dalla grande finanza, dalle lobby di potere, occorre lavorare per una rivoluzione culturale e ideale che blocchi il degrado e restituisca alla comunità globale la libertà partecipativa alla crescita del nostro pianeta.
Avrei potuto sintetizzare questi miei ringraziamenti in poche frasi ed espressioni, è vero, ma non avrebbero ugualmente reso la profonda gratitudine che l’attestazione di stima avuta da diciotto milioni di persone che, in sei anni, hanno contribuito a stimolare la nostra voglia di informare, rafforzandoci, ancor di più, certi di aver intrapreso un percorso condiviso che, per quanto minato, non può farci paura.
Concludo con un pensiero di Madre Teresa di Calcutta: “Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe”.
Forse l’International Web Post è quella “goccia”…