Calenda: “Da Inps bugie inaccettabili, Tridico si dimetta”
“Gli italiani meritano uno Stato che funziona e una politica che mantiene ciò che promette, invece di mentire per nascondere le propria incapacità. Il 26 marzo Giuseppe Conte aveva promesso che tutti i lavoratori che stavano aspettando il pagamento della Cassa Integrazione in Deroga sarebbero stati pagati entro il 15 aprile. L’8 giugno il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha assicurato lo stesso risultato ’entro il 12 giugno’. Ma il giorno prima di quest’altra scadenza bucata, l’11 giugno, la ministra Catalfo ha spostato nuovamente la scadenza ’entro pochi giorni’”. Lo dichiarano in una nota Carlo Calenda e Serena Brandini, leader e responsabile Lavoro di Azione.
“Oggi sono ancora oltre 200 mila i lavoratori – spiegano – che devono ancora ricevere gli assegni. Sono queste le cose che, in piena emergenza, fanno sì che un Paese ne esca vivo o malconcio. È questo il dovere dello Stato, ed è stato disatteso. Si sentono spesso gli esponenti della maggioranza bofonchiare che siamo in una situazione inedita per giustificare questi ritardi, è inaccettabile. Per coronare il tutto, Tridico (e mezzo Governo, citandolo) ha mentito sull’efficacia del Reddito di Cittadinanza, affermando che nel 2019 il tasso di povertà assoluta è calato del 60%, quando secondo dati Istat le famiglie in povertà assoluta sono diminuite, purtroppo, solo dello 0,6%”. “Le cose sono due – concludono Calenda e Brandini – o l’Istat è passata all’opposizione o il presidente dell’Inps ha sommato a gravissimi ritardi anche le bugie sul Reddito di Cittadinanza. In un Paese normale si va a casa per molto meno. E l’Italia è un Paese normale, chiediamo quindi formalmente le immediate dimissioni del Presidente Tridico”.
“Oltre metà delle imprese ancora in attesa di finanziamenti”
Più della metà delle imprese che hanno inoltrato domanda di accesso ai prestiti bancari, previsti dai decreti ’Cura Italia’ e ’Liquidità’ sono ancora in attesa di finanziamento. È quanto emerge dalla terza indagine di monitoraggio ’Il ruolo delle banche nelle misure a sostegno di imprese e lavoratori’, svolta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro tra il 12 e 17 giugno 2020 sugli iscritti all’Ordine. Secondo gli intervistati, solo il 41,4% delle aziende che hanno fatto richiesta di accesso ai prestiti entro 25mila euro a copertura pubblica, che rappresentano la parte più consistente delle domande pervenute alle banche (secondo l’ultimo monitoraggio Mise diffuso oggi pari a 580 mila domande), ha ricevuto l’erogazione.
Ancora più bassi, invece, sono i risultati con riferimento ad altre forme di finanziamento: solo il 24% dei richiedenti ha ricevuto i prestiti a garanzia pubblica sopra i 25 mila euro, mentre per quanto riguarda la Garanzia Sace, la percentuale si attesta al 27,2%.
Molteplici sono le criticità che ancora contraddistinguono l’erogazione dei prestiti, come segnalato dal 54,7% degli intervistati. In particolare, i rallentamenti dell’istruttoria da parte delle stesse banche (31,8%), la richiesta di documentazione ulteriore rispetto a quanto previsto (28,7%), la disorganizzazione degli istituti bancari, che non sono ancora pronti con modulistica e personale (22,3%); il 9,2% segnala poi la proposta di prodotti finanziari alternativi, mentre l’8% la richiesta di apertura di conto corrente presso la stessa banca.
Tra i temi più discussi, spiegano i consulenti del lavoro, vi è anche quello relativo ai tassi di interesse che le banche stanno applicando, in un momento drammatico ed emergenziale come quello attuale. Sempre dalle indicazioni emerse dal campione, con riferimento ai prestiti fino a 25mila euro, circa la metà (50,9%) degli intervistati indica il tasso di interesse ricompreso tra l’1% e 1,50%, il 25% un tasso tra l’1,5% e il 2%, mentre il 5,2% lo individua al di sopra del 2%.
Al crescere tuttavia dell’entità dei prestiti, e presumibilmente della loro durata, i tassi di interesse tendono ad alzarsi: per i prestiti superiori ai 25 mila euro, il 37% del campione indica un tasso di interesse medio tra l’1,5 e 2% mentre il 21,7% un tasso superiore al 2%; similmente avviene con riferimento ai prestiti Sace, per cui il 32% segnala un tasso di interesse tra l’1,5% e il 2% e il 24% superiore al 2%.
In estate -56 mln presenze, “dato peggiore ultimi 20 anni”
Il turismo italiano, alle prese con le conseguenze dell’emergenza Covid, si prepara all’estate peggiore degli ultimi 20 anni, con prenotazioni che non decollano – nonostante la ripresa della mobilità nazionale ed internazionale- e una stima di 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti in meno rispetto all’estate 2019.
È quanto emerge da uno studio condotto da CST Firenze per Assoturismo Confesercenti, su un campione di 2.118 imprenditori della ricettività, e che disegna una brusca frenata che potrebbe cancellare oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato, di cui il 52% per le attività extralberghiere e il 48% per il comparto alberghiero.
A pesare è soprattutto il calo dei visitatori stranieri: sui 56 milioni di pernottamenti perduti, ben 43 milioni sono di turisti esteri che quest’anno non giungeranno nelle località del nostro Paese, con un crollo del -43,4% rispetto all’estate 2019: quasi un dimezzamento. La flessione sarà invece più contenuta per la domanda interna dei viaggiatori italiani (-11,6%).
I risultati peggiori saranno registrati dal comparto alberghiero con una flessione del -28,7%, mentre l’extralberghiero si attesterà al -23,7%. La tendenza negativa interesserà tutte le aree, anche se gli andamenti peggiori sono stati segnalati dagli imprenditori del Nord Ovest (-32,9% di pernottamenti). Valori negativi più o meno omogenei sono attesi per il Nord Est (-28,7%) e Centro (-25,8%) mentre meno pesante, ma comunque rilevante, sarà la riduzione per il Sud e le Isole (-19,3%). Analizzando le destinazioni italiane per tipologia, ipotizziamo un calo delle presenze turistiche del -38,3% per le località lacustri e del -36% per quelle termali. La flessione si attesta al -34,3% per le città d’arte e affari, del -31,4% per mete rurali e collinari, del -21,8% per le località montane e del -20,9% per quelle marine.
Alla riduzione della domanda corrisponderà anche un netto calo dell’offerta del settore ricettivo: Saranno infatti circa 23mila le strutture che quest’estate non apriranno affatto, di cui 3mila nel comparto alberghiero. Molte altre – per ragioni di sostenibilità e di distanziamento sociale – hanno ridotto le disponibilità. Secondo le indicazioni ricevute, è prevedibile per l’estate 2020 una riduzione complessiva di 1,8 milioni di posti letto.
La riduzione concomitante della domanda e dell’offerta avrà anche un importante effetto occupazionale: si stima infatti che ad oggi siano oltre 82 mila gli addetti (fissi e stagionali) del sistema ricettivo rimasti senza posto di lavoro, di cui solo una parte protetta dalle misure economiche messe in atto dal Governo. Il 66% degli addetti era attivo nel comparto extra alberghiero e il 34% nelle imprese alberghiere.
Bonus vacanze, ecco l’app da usare
Un’app per usare il bonus vacanze. Per usufruire dello ’sconto’ introdotto dal decreto Rilancio, è necessario un’applicazione che consentirà, al momento del pagamento nella struttura ricettiva, di effettuare i controlli necessari per sapere se il turista ha diritto o meno all’agevolazione. Si tratta dell’app IO, disponibile sugli store di Apple e Google, come evidenzia laleggepertutti.it.
Come ha stabilito il provvedimento firmato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, per l’erogazione del bonus sarà necessaria anche una verifica da parte dell’esercente al momento del pagamento. L’albergatore dovrà collegarsi all’area riservata del sito delle Entrate, inserire il Qr-Code contenuto nell’applicazione e attendere il via libera con lo sconto da applicare. In caso di esito positivo, l’esercente potrà utilizzare il credito d’imposta dal giorno successivo.
Una volta scaricata l’app IO, occorre accedere con lo Spid (il sistema di identità digitale) oppure con la carta d’identità elettronica (al momento solo su Android, dal 1° luglio anche sui dispositivi iOS). Dopo la prima registrazione, l’utente potrà accedere più facilmente digitando il Pin da lui scelto o tramite riconoscimento biometrico (impronta digitale o riconoscimento del volto).
Una volta entrati nell’app (creata anche per altre agevolazioni fiscali), sarà possibile scegliere il bonus vacanze nella sezione Pagamenti. A questo punto, verrà generato un codice Qr che identifica il bonus attribuito ad un nucleo familiare. Sarà quello il codice da mostrare all’albergatore per poter usufruire dello sconto al momento del pagamento.
Inoltre, attraverso la funzione Condividi presente nella schermata di riepilogo del bonus, l’applicazione crea una copia del codice univoco e del relativo QR-code che il richiedente può inoltrare (come una semplice immagine) ai componenti del nucleo familiare che non hanno accesso all’app.
Va ricordato che il bonus vacanze (dell’importo massimo di 500 euro per i nuclei familiari di 3 o più persone) è riservato a chi ha un’Isee non superiore ai 40mila euro. Circostanza che verrà verificata, appunto, dall’esercente tramite l’invio del Qr-Code all’Agenzia delle Entrate. Il periodo di fruizione del bonus è dal 1° luglio al 31 dicembre 2020. L’80% sarà utilizzato come sconto sul corrispettivo mentre il 20% in forma di detrazione fiscale che sarà presente nel modello 730 precompilato dell’intestatario della fattura o scontrino o ricevuta fiscale emessa dalla struttura. Il bonus, ricorda l’Agenzia, può essere utilizzato da un solo componente del nucleo familiare, speso in una unica soluzione nella struttura.
Pernigotti è salva, al via piano con 5 mln di investimenti
“Dalla situazione attuale emerge un quadro più che positivo in quanto l’azienda ha riconosciuto il valore dello storico marchio e ha confermato il proprio impegno a rilanciare il sito di Novi Ligure. Il Mise continuerà a monitorare l’evoluzione della situazione, confermando la determinazione del Governo nel sostenere il Made in Italy, tutelando patrimonio produttivo e lavoratori”. Così la sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde al termine dell’incontro con il Cfo della Pernigotti, Piero Colombi sottolineando che la crisi dell’azienda “è risolta”.
Nel corso dell’incontro è stato illustrato il piano industriale che prevede investimenti fino a 5 milioni di euro nel periodo che va da luglio 2020 a luglio 2021, in modo da poter ammodernare gli impianti e fare interventi sullo stabilimento per passare da una produzione stagionale ad una continuativa. Inoltre, la proprietà turca porterà a Novi Ligure – nello storico stabilimento dell’azienda dolciaria – la produzione di crema spalmabile e di tavolette di cioccolato con due nuove linee da affiancare a quelle di torrone e cioccolatini.
Il 3 agosto, data in cui terminerà il periodo di cassa integrazione per Covid, partirà un anno di Cig straordinaria per la riorganizzazione che riguarderà i dipendenti delle sedi di Milano e Novi Ligure.
“Sono tre gli interventi strategici previsti dal piano industriale presentato dall’azienda”, commenta Todde. “L’obiettivo è il consolidamento e lo sviluppo nel settore confectionary e del progetto di rilancio produttivo. Infatti, il piano prevede il trasferimento dalla Turchia al Piemonte della produzione delle creme spalmabili. Le funzioni amministrative saranno riunite presso una sede unica a Milano, in modo da garantire una maggiore sinergia ed efficienza professionale, mentre le attività commerciali verranno riorganizzate in basi agli sviluppi di mercato”, sottolinea la sottosegretaria.
“Abbiamo parlato non soltanto della risoluzione della crisi ma anche dei prossimi passi di sviluppo. In particolare, abbiamo affrontato il tema della costruzione di un distretto di eccellenza per il cioccolato a Novi Ligure, e delle iniziative possibili per poter rendere la catena produttiva più resiliente”, aggiunge Todde.
Costruzioni, crollo della produzione
Ad aprile 2020 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni continui a diminuire per il terzo mese consecutivo, registrando un crollo del 51,5% rispetto a marzo 2020. Lo rileva l’Istat. Nella media del trimestre febbraio – aprile 2020, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni mostra una flessione del 33,2% rispetto al trimestre precedente.
Su base annua la produzione nelle costruzioni cala drasticamente, registrando flessioni mai toccate prima. L’indice corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di aprile 2019) diminuisce del 67,8%, mentre l’indice grezzo mostra una riduzione del 66,7%. Nella media dei primi quattro mesi dell’anno, sia l’indice corretto per gli effetti di calendario sia l’indice grezzo decrescono, rispettivamente, del 25,2% e del 24,4%.
Nel quadro dell’emergenza sanitaria in corso, la raccolta delle informazioni che consentono di calcolare l’indice di produzione delle costruzioni ha avuto un esito positivo. In particolare, la rilevazione sulle casse edili nel complesso si è svolta con gli esiti consueti in termini di tasso di risposta. Le azioni messe in atto per fare fronte a queste perturbazioni nella fase di raccolta dei dati hanno consentito di elaborare e diffondere gli indici relativi al mese di aprile 2020, conclude l’Istat.
Il drastico calo della produzione nelle costruzioni è conseguente alla prosecuzione delle misure di contenimento della pandemia di Covid-19, commenta l’Istat. L’indice destagionalizzato, in forte caduta rispetto al mese di marzo, raggiunge il minimo storico della serie (iniziata nel 1995). Anche la flessione su base annua è la più ampia mai registrata, e comporta una forte diminuzione tendenziale per il complesso dei primi quattro mesi dell’anno, conclude l’Istat.