La California si prepara ad una decisione storica per i discendenti degli schiavi. Non è una novità che lo Stato situato sulla West Coast sia uno dei più all’avanguardia e moderni di tutti gli USA sulle tematiche sociali e di rilievo, e questo specifico caso ne è la riprova. Una commissione appositamente creata e voluta dal governatore democratico Gavin Newsom valuterà e in caso risarcirà oltre 2 milioni di afroamericani che vivono nello Stato a causa della discriminazione abitativa avvenuta tra il 1933 e il 1977. Questa decisione arriva sulla scia della già storica scelta del 2020, diventando il primo stato Usa ad approvare una legge che sviluppa un piano per risarcire i discendenti della schiavitù, che ora dovrebbe divenire realtà. La California in sé non sostenne la schiavitù in passato, anzi non era proprio ammessa, ma non c’erano controlli e la popolazione degli schiavi crebbe a dismisura dal 1850 quando la corsa all’oro portò molti cercatori del sud e sud-est nello Stato. Più nel dettaglio la commissione preparerà un rapporto che a luglio dell’anno prossimo consiglierà le misure di conciliazione sia economiche che sociali da sottoporre al voto della legislatura statale.
Per quanto riguarda i risarcimenti per l’impatto duraturo del razzismo e della schiavitù, ogni afroamericano che possa provare di essere un discendente di schiavi o di altri afroamericani che si trovarono in California prima della fine dell’Ottocento otterrà una cifra intorno ai 200mila dollari. La cifra potrebbe essere consegnata in contanti o sotto forma di servizi, tipo il pagamento delle tasse scolastiche per i figli, l’assistenza nel restauro o nell’acquisto di una casa, il lancio di un’attività commerciale. In totale, secondo i calcoli, il risarcimento dovrebbe spettare a 2 milioni di afroamericani per un totale di oltre 570 miliardi. Questi numeri, ipotizzati dalla commissione incaricata di valutare i casi, prendono in considerazione l’incarcerazione di massa, la svalutazione delle imprese di proprietà degli afroamericani, i sequestri di proprietà ingiusti, l’ingiustizia sanitaria ed il fenomeno dell’eminent domain.
Proprio l’eminent domain, ovvero la requisizione forzata di interi quartieri delle comunità nere, abbattuti per farci passare le famose autostrade californiane, è stato un fenomeno molto presente nello Stato. Studi recenti hanno provato che fra il 1933 e il 1977 i piani regolatori venivano disegnati in modo da proteggere i quartieri bianchi e condannare quelli neri. Altro fenomeno discriminatorio preso in esame è anche stata la politica del “redlining”, che impediva ai neri di comprare o affittare case nei quartieri migliori, abitati dai bianchi, e li relegava invece in zone mal servite, con poche scuole, ospedali, mezzi di comunicazione. In definitiva la California si prepara all’ennesimo passo storico sulle questioni razziali, accodandosi a città come Evanston nell’Illinois, Amherst nel Massachusetts, Asheville nella Carolina del nord che hanno già iniziato a risarcire gli afroamericani. Chiaro è che se il risarcimento e la tematica fossero legiferate a livello statale, come avverrà in California, il messaggio sarebbe nettamente migliore. Sulla legge è intervenuta la deputata dem Shirley Weber, colei che l’ha scritta: “La California ha fatto i conti con molti dei suoi problemi, ma deve ancora venire a patti con il suo ruolo nella schiavitù”.