Caos procure, Salvini: “Da Mattarella parole chiare”
Sulla vicenda che vede coinvolto Luca Palamara e su quanto emerso dalle conversazioni “mi sembra” che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “abbia usato parole chiare per condannare quello che gli italiani hanno letto e hanno visto su molte televisioni e giornali, ma non su tutti” perché per alcuni “è come se non fosse successo nulla perché ad essere attaccato era il ministro della Lega o il segretario della Lega”. Lo ha detto Matteo Salvini, ospite su La7 di ’Non è l’Arena’.
Il leader della Lega ha parlato anche della fase 2 dell’emergenza coronavirus. Visto che anche che alcune nazioni mettono condizioni per l’arrivo di turisti italiani “meno barriere facciamo tra italiani meglio è” ha sottolineato.
Fase 2, Meloni: “Capisco chi scende in piazza”
“Penso che il governo non si stia neanche lontanamente rendendo conto della gravità della situazione economica nella quale ci troviamo. Lo dimostra come è stato impostato un decreto Rilancio fatto di 266 articoli, la maggior parte dei quali serve a moltiplicare le poltrone, distribuire consulenze, a fare cose che nulla hanno a che vedere con la ripartenza dell’Italia. Capisco chi scende in piazza”. Lo ha detto Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, in un’intervista a ’Stasera Italia’, in onda questa sera su Retequattro.
“Il Mes è una grande trappola – ha ribadito – e credo che non sia la soluzione. Spero che arrivino altre risposte dall’Unione europea e vedremo come finirà la vicenda del Recovery Fund. Sento dire dal governo che piovono soldi dall’Europa: bello, siamo contenti, battiamo le mani e aspettiamo di sapere quando verranno fatti i bonifici sui conti correnti degli italiani”.
“Il 2 giugno saremo in oltre 100 piazze italiane con grandi bandiere tricolore per dare voce a milioni di italiani che non ci stanno all’idea di una Italia condannata al declino e che non può ripartire – ha poi sottolineato – Pensiamo che sia il modo migliore di festeggiare la Repubblica italiana: una Repubblica fondata sul lavoro e che torni a credere nel valore dell’orgoglio, della libertà”.
Pentiti e testimoni riacquistano vecchia identità? Ecco pdl che tutela i parenti
(Antonio Atte) – La vita dei familiari di testimoni e collaboratori di giustizia dipende da una identità fittizia che lo Stato assegna loro per sfuggire alla vendetta delle organizzazioni criminali. Non di rado, però, accade che pentiti e testimoni si trovino nella condizione di riacquistare la propria identità originaria. In quel caso, che ne è dei loro cari? Arriva alla Camera una proposta di legge targata M5S che interviene su questo tema e ha come obiettivo quello di tutelare i parenti delle persone che hanno scelto di schierarsi dalla parte dello Stato.
La pdl, che vede come prima firmataria la presidente della Commissione Giustizia Francesca Businarolo, modifica l’articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 1993, n. 119, “in materia di revoca del provvedimento di cambiamento delle generalità per la protezione di coloro che collaborano con la giustizia”. “Si tratta di una proposta di legge che mira a risolvere un problema delicato per tutti i testimoni e collaboratori di giustizia che hanno cambiato le loro generalità e che poi si trovano nella condizione di riacquistare le precedenti”, spiega all’Adnkronos Giulia Sarti, deputata M5S della Commissione Giustizia e relatrice della proposta di legge.
L’obiettivo, afferma la parlamentare, è “evitare che, automaticamente, la cancellazione delle generalità fittizie di tutela riguardi il coniuge o i figli della persona destinataria della revoca e prevediamo che vi sia il consenso da parte degli interessati”.
L’input è arrivato direttamente dal capo politico del M5S Vito Crimi, viceministro dell’Interno: “Siamo intervenuti su sollecitazione di Crimi, presidente della Commissione centrale del Viminale (ex art. 10 legge 82/’91), quella che si occupa di collaboratori e testimoni di giustizia, che ha segnalato la necessità di queste modifiche al decreto legislativo del 29 marzo 1993 che disciplina la materia, per evitare criticità che si presentano non raramente nella delicata gestione della tutela dei testimoni, dei collaboratori e dei loro familiari”.
“Il mio pensiero – aggiunge Sarti – va a tutti coloro che contribuiscono al corso della giustizia, soprattutto ai testimoni, persone estranee a qualsiasi delitto ma che decidono di dare il loro contributo spesso subendo gravissime difficoltà nella propria vita come in quella dei loro familiari. A tutti loro dobbiamo cercare di dare risposte concrete, come intende fare questa proposta”. La pdl verrà incardinata il prossimo giovedì in Commissione alla Camera.
Calabria, mercoledì Consiglio regionale straordinario per abrogare legge vitalizi
Neanche il tempo di approvarla, che il 3 giugno prossimo il Consiglio regionale della Calabria si riunirà in seduta straordinaria per abrogare la proposta di legge 10/XI con la quale, all’unanimità, sono state apportate modifiche a due articoli della Legge Regionale 13/2019. Modifiche che hanno riguardato anche quello che molti ritengono un vitalizio e che prevedono che basti un giorno da consigliere regionale per far sì che, se anche il politico decade per un qualunque motivo (ad esempio perché dichiarato ineleggibile o per un ricorso presentato e vinto dal primo dei non eletti), ha l’opportunità di maturare ugualmente il “trattamento di fine mandato”. La condizione richiesta è che si paghi i contributi per i successivi cinque anni per poter godere dello stesso privilegio di chi è rimasto in carica per l’intera legislatura.
La vicenda, in questi giorni, ha scatenato roventi polemiche politiche, annuncio di passi indietro anche da parte di chi aveva dato parere favorevole, distinguo e precisazioni evidenziate da chi afferma che non è stato ripristinato nessun vitalizio e nessun privilegio. Alle polemiche, dunque, si tenterà di porre fine il 3 giugno in un Consiglio regionale con un unico punto all’ordine del giorno, come annunciato dal presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini, che ha prima sottolineato “l’urgenza di chiarire all’opinione pubblica che l’Assemblea in alcun modo intende favorire, perpetuare o addirittura ripristinare ’privilegi’ che sono stati già cancellati”, per poi evidenziare comunque “l’esistenza di incongruenze nella proposta di legge 10/XI, nonché un non allineamento alle intese Conferenza Stato-Regioni e Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni italiane”.
Si “ritiene pertanto indispensabile – ha spiegato Tallini – che si proceda all’immediata abrogazione delle modifiche introdotte”, perché “non possono esserci ombre sull’azione di un Consiglio regionale appena insediato e che già ha dimostrato di lavorare con impegno e senso di responsabilità in un momento così delicato per la vita del Paese e della Calabria”. Errori “di valutazione e probabilmente un’analisi superficiale del provvedimento in questione possono e debbono essere riconosciuti con onestà – ha aggiunto Tallini -, è però altrettanto necessario dire chiaramente che non c’è stato alcun tentativo di ripristinare i vecchi vitalizi che sono stati aboliti durante la legislatura di Scopelliti e poi adeguati al contributivo con la legge regionale n. 13 del 2019. Non è stato ripristinato nessun vitalizio. La legge n.13 del 2019 resta pienamente vigente e grazie ad essa il Consiglio regionale della Calabria ha rideterminato ben 189 vitalizi in erogazione con un risparmio di spesa pari ad un milione 250mila euro all’anno. Il risparmio rilevato dalla contabilità dell’ente ad oggi è in linea con le proiezioni di risparmio di spesa quantificate nella relazione tecnico finanziaria, considerato che il risparmio medio mensile rilevato a consuntivo è di oltre 100mila euro”.
Per Tallini, dunque, si è “in presenza di mistificazioni e strumentalizzazioni, alimentate dalla peggiore antipolitica e da un sistema mediatico nazionale che non perde occasione per demonizzare la Calabria. Non è un caso che proprio nel momento in cui la nostra regione sta uscendo a testa alta dall’emergenza coronavirus, proponendosi come modello virtuoso nonostante la fragilità del sistema sanitario, si cerchi ad ogni costo di accreditare un’immagine negativa della nostra terra”.
Poi Tallini aggiunge: “Probabilmente a certi settori del nord infastidisce il fatto che una regione del meridione sia arrivata quasi a contagi zero, grazie all’abnegazione dei suoi abitanti, ma anche grazie alla risolutezza delle autorità regionali. Una regione che si apre al resto dell’Italia, che tenta di fare ripartire il motore del turismo, non deve certo fare piacere all’antipolitica e all’antimeridionalismo”. A prendere posizione contro la nuova legge, in queste ore, sono stati anche l’ex capo politico del M5S, Luigi Di Maio, che ne ha chiesto l’immediata abolizione, e il viceministro dell’Economia Laura Castelli.