La tanto attesa stagione delle primarie democratiche statunitensi è finalmente arrivata, muovendo i primi passi nel gelido Iowa. Come di consueto, il piccolo e variegato staterello ha ospitato le ormai celebri caucuses, note per il loro ruolo “premonitore”. Da qualche anno a questa parte, infatti, sembra che chi vinca in Iowa sia poi destinato a correre, quasi certamente, per la Casa Bianca. Quattro anni fa, ad esempio, Hillary Clinton ebbe la meglio su Bernie Sanders, seppur con un minimo vantaggio, e si ritrovò qualche mese dopo faccia a faccia con Donald Trump. Nel 2008, Barack Obama vinse con il 37,6 % contro John Edwards e la stessa Hillary Clinton, divenendo poi il primo Presidente degli Stati Uniti afroamericano. Il termine “Caucus” indica gli incontri tra gli attivisti e gli iscritti ad un partito, che riunendosi in chiese, scuole, palestre, biblioteche, indicano i delegati scelti da inviare alla convention nazionale, dopo un’accurata e accesa discussione. È evidente la natura intrinsecamente caotica dell’evento. Non a caso, quest’anno il partito si era premunito di un’applicazione apposita per accelerare i tempi del processo.
Sfortunatamente, però, l’applicazione sembra aver fatto cilecca, tanto da stuzzicare l’attenzione di Donald Trump, che non si è lasciato scappare l’occasione di scagliarsi contro i suoi rivali: “Non sono riusciti a gestire le caucuses in Iowa, e vorrebbero governare il Paese?” ha cinguettato su Twitter il Presidente, che ha ottenuto invece un enorme consenso nelle caucus repubblicane. Pertanto, ad oggi, non sono ancora chiari i risultati ottenuti dai democratici, che possono solamente far affidamento su un conteggio manuale delle oltre 1600 assemblee costituitesi il 3 febbraio. Dai pochi dati a disposizione, tuttavia, è possibile prevedere un grande vantaggio da parte di Bernie Sanders, nonché di Pete Buttigieg. I democratici, nonostante il disastroso ritardo, non si perdono d’animo e fermi, fiduciosi e sicuri affermano: “Stanotte è l’inizio della fine di Donald Trump, il Presidente più pericoloso della storia degli Stati Uniti d’America, un Presidente corrotto, un bugiardo patologico”.
Le prossime primarie sono previste nel New Hampshire, martedì, 11 febbraio ’20, e quest’anno, più di ogni altro anno, rappresentano il vero e proprio apripista, in quanto caratterizzate da maggiore formalità, rispetto ai caucuses dell’Iowa. L’inaspettato incidente registrato in seno al partito democratico potrebbe in qualche modo influenzare l’andamento delle primarie e persino determinare la riconferma dell’attuale Presidente, al momento sotto impeachment, soprattutto se quest’ultimo riuscirà, ancora una volta, a giocare bene le sue carte.
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