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UNA BELLISSIMA COPPIA DISCORDE

“Bianca, come va il tuo caos vitale? Non riordinarlo troppo, perchè allora ti sparirà anche l’interesse alla vita. Tienilo giudiziosamente a mezz’acqua…”.

La frase di Cesare Pavese a Bianca Garufi si erge come un’ode all’imperfezione creativa e alla tensione tra ordine e caos. “Non riordinarlo troppo” non è soltanto un consiglio, ma un principio ontologico che sottolinea la necessità di preservare l’essenza stessa del vivere nel suo disordine naturale. Il “caos vitale” evoca la nostra condizione esistenziale, fatta di conflitti, contraddizioni, dubbi; riordinarlo eccessivamente significherebbe sterilizzare la vita, ridurla a un insieme di categorie rigide che soffocano la complessità dell’essere. Il suggerimento di tenerlo “a mezz’acqua” racchiude una saggezza profonda: accettare l’instabilità come parte integrante del nostro percorso, ma anche evitare di abbandonarsi completamente ad essa. È il fragile equilibrio che dà alla vita il suo interesse, il suo slancio vitale. In un certo senso, Pavese ci invita a considerare il caos come una fonte inesauribile di creatività e scoperta, un terreno fertile in cui le nostre identità possono svilupparsi senza essere limitate da una rigida struttura.

Pavese e Garufi rappresentano due mondi che si incontrano, si allontanano, ma nel loro dialogo restano sempre in bilico tra ordine e disordine, proprio come tutti gli esseri umani nella loro ricerca di senso.

Il carteggio tra Cesare Pavese e Bianca Garufi, raccolto in Una bellissima coppia discorde, curato da Mariarosa Masoero (2023), offre uno spaccato affascinante di una relazione complessa e intellettualmente feconda tra due figure letterarie di rilievo. Questa corrispondenza, che si estende tra il 1945 e il 1950, rivela non solo l’evoluzione del loro rapporto, ma anche una profonda riflessione esistenziale che si intreccia con il contesto storico e culturale dell’Italia postbellica. Il titolo stesso, “coppia discorde”, suggerisce la natura contrastante del loro legame: un’intensità emotiva che si accompagna a una dialettica costante, dove affetto, ammirazione, incomprensioni e conflitti si alternano in un gioco di forze reciproche. Nelle lettere, Pavese emerge come un uomo tormentato, sempre in cerca di risposte, profondamente attratto dalla figura enigmatica di Garufi, poetessa raffinata e intellettuale dallo spirito libero, che appare, d’altro canto, come un interlocutore capace di stimolare e provocare Pavese, mantenendo però una propria indipendenza emotiva e intellettuale. Uno degli aspetti più significativi del carteggio è il dialogo su temi come l’arte, l’amore e la vita. Pavese, con la sua inclinazione filosofica e poetica, si confronta con l’interiorità di Garufi, che spesso lo sfida su un piano più concreto e immediato. Questo dialogo rivela le tensioni tra il desiderio di intimità e la difficoltà di conciliare le proprie fragilità e ambizioni personali. La loro corrispondenza diviene, così, una sorta di riflessione esistenziale condivisa, che esplora i limiti e le possibilità dell’essere umano di fronte all’amore, alla creatività e al fallimento. Il carteggio non è solo una testimonianza della loro amicizia e collaborazione (ricordiamo che Garufi collaborò con Pavese alla stesura di Fuoco grande), ma rappresenta un’opera a sé stante, una narrazione del loro incontro intellettuale ed emotivo. In esso si percepisce la dimensione tragica del vivere paveseano, quella “solitudine cosmica” che attraversa la sua opera, e allo stesso tempo l’incessante ricerca di un significato attraverso l’altro, che sia amico, amante o confidente. Masoero, curatrice dell’opera, offre un lavoro accurato che restituisce la complessità e la ricchezza del loro rapporto, illuminando aspetti spesso trascurati della personalità di Pavese e dando voce a Garufi, troppo spesso rimasta in ombra. La loro relazione epistolare è, dunque, un simbolo di una “coppia discorde”, in cui la discordanza non è distruttiva, ma fonte di crescita e riflessione, un dialogo fecondo che si sviluppa tra le tensioni e le divergenze dei due autori. L’opera si inserisce, infine, in un contesto editoriale importante, arricchendo la comprensione di Pavese non solo come scrittore e intellettuale, ma come uomo profondamente coinvolto in un dialogo umano e intimo che ne arricchisce il profilo letterario. Una bellissima coppia discorde diventa quindi una lettura essenziale per chiunque voglia comprendere meglio non solo Pavese e Garufi, ma anche la complessità delle relazioni umane e intellettuali che plasmano il nostro essere nel mondo.

Data:

1 Novembre 2024