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CAPODANNO CINESE

Le più antiche festività di ogni cultura sono quasi sempre legate all’offerta di sacrifici per onorare la divinità di turno che presidiava il cambio dei cicli stagionali e quindi tutelava le raccolte. Il mito, poi, si è sovrapposto al vero motivo delle festa e il mito stesso finisce con lo sfumare verso il consolidamento di un rito collettivo che aggrega masse di persone senza che vi sia bisogno di una precisa coscienza di come e del perché sia nato.

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A questa evoluzione non fa eccezione il cosiddetto Capodanno Cinese, che affonda le sue radici in una tradizione che risale a 4.000 anni fa ed è legata all’inizio della Primavera (guonian) di questo immenso e splendido Paese. Il mito vuole che un mostro chiamato Nian uscisse dalla tana una volta ogni dodici mesi per mangiare gli esseri umani che, per sfuggire alla cattura, spaventavano il Nian, sensibile ai rumori forti e terrorizzato dal colore rosso, con canti, strepiti, fuochi d’artificio e con l’uso opprimente del colore rosso. Le varie dinastie succedutesi cambiarono via via la data di inizio della festività, fino a quando l’imperatore Wudi (156 – 87 a.C.), nel 104 a.c., promulgò il calendario lunare, secondo cui i mesi iniziano ad ogni luna nuova, e fissò l’inizio della festa in concomitanza del primo novilunio (primo rispetto all’attuale calendario gregoriano), dandole il nome di “suishou”.

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Per effetto di tale sistema, la data d’inizio del primo mese, e dunque del capodanno, può variare di circa 29 giorni, e in realtà coincide con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno, cioè fra il 21 Gennaio e il 21 Febbraio del calendario gregoriano. Nel 2016 la data di inizio effettivo è stabilita al 08 Febbraio, sotto il segno della scimmia, all’interno di un sistema zodiacale di dodici elementi che però hanno ciascuna durata annuale. A partire da questa data le festività durano per quindici giorni, concludendosi con la festa delle lanterne. Il fenomeno ha caratteristiche enormi, poiché la festività viene celebrata in Cina, in molti paesi dell’estremo Oriente e, naturalmente, nelle innumerevoli comunità cinesi sparse in tutto il mondo, in cui predomina su persone e cose il colore rosso e una tendenza generale a propiziare l’allontanamento delle negatività e l’ingresso del bene nella vita di tutti. Ecco perché molta cura, prima dell’inizio della festa, si ha per l’igiene della casa. Tipica del primo giorno è la visita tra parenti e amici, ma ancor più la danza del leone, accompagnata da fragori tumultuosi, quasi certamente collegata alla vecchia esorcizzazione del “Nian”. Seguono poi nei giorni successivi rituali quali la visita delle donne sposate ai genitori (cosa più difficile nei giorni normali), l’omaggio ai defunti, alla divinità della ricchezza, ed una specie di compleanno collettivo (renri).

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Si prosegue con un tributo all’Imperatore di Giada, re del Cielo per il taoismo, e si culmina con la Festa delle lanterne, durante la quale le famiglie escono per le vie cittadine con in mano lanterne accese e colorate per guidare gli spiriti benigni verso le proprie abitazioni. Naturalmente la cucina tipica la fa da padrona in tutte le case. E c’è anche una singolare tradizione che appassionerà molto quelli che con lo stesso gesto, in altri contesti, rischiano pene severe (sulla carta); difatti è molto importante donare buste rosse contenenti denaro, di importo pari, poiché i numeri dispari sono associati con il denaro che si dona in caso di funerali. Ma è probabile che quelli a cui ho accennato prima non vadano tanto per il sottile e accettino qualunque somma, anche dispari. L’importante è che, per salvare le apparenze, ciò avvenga in busta (anche se non è rossa).

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Data:

13 Febbraio 2016