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CARAVAGGIO – CANESTRA DI FRUTTA

La Canestra di frutta è uno dei capolavori del giovane Michelangelo Merisi, commissionata dal cardinal Del Monte per essere regalata al cardinale Federico Borromeo e poi donato da questi all’Ambrosiana.
È l’unica natura morta a sé stante nella produzione di Caravaggio.

Con sguardo fortemente rivolto ai pittori fiamminghi – ovvero, gli specialisti del genere – l’opera descrive didascalicamente una cesta di vimini che ospita grandi quantità di frutta e foglie. Osservando il contenitore, infatti, si può notare come ogni intreccio sia restituito con una dovizia di particolari incredibile, esattamente come le singole venature delle foglie di vite e le piccole ammaccature che è possibile intravedere sulla superficie esterna dei frutti. Il soggetto, inoltre, contrappone la sua realistica tridimensionalità alla struttura bidimensionale e piatta dello sfondo. Non solo: il cesto è rappresentato più in alto rispetto agli occhi di un potenziale spettatore che, stando alla composizione, dovrebbe trovarsi circa all’altezza del supporto in legno. Questi espedienti non fanno altro che enfatizzare il coinvolgimento dell’osservatore nell’opera e il contenitore, così sporgente rispetto al piano di appoggio, sembra essere in procinto di cadere da una mensola fissata alla parete.

Il dipinto è ricco di simbologie sacre, a volte positive, a volte negative, rivelate attraverso i vari frutti presenti nella canestra.
Tra i simboli positivi ci sono:

  • Uva – rappresenta l’eucarestia e la salvezza perché con l’uva si fa il vino, simbolo del sangue di Cristo salvatore degli uomini;
  • Pera – essendo un frutto molto dolce simboleggia la bontà divina ma anche Venere, quindi l’amore, per la sua forma che ricorda le forme femminili;
  • Pesca – rappresenta la Trinità in quanto composta da polpa, nocciolo e seme;

Tra i simboli negativi invece ci sono:

  • Mela – è il frutto proibito mangiato da Adamo ed Eva. Il fatto che sia bacata non è casuale ma vuole sottolineare il peccato originale.
  • Fico – anch’esso è legato al peccato originale in quanto in base alla Genesi (3, 1-7) Adamo ed Eva si fecero indumenti intrecciando delle foglie di fico.

Nel dipinto prevalgono colori caldi e la composizione cromatica è condizionata dal giallo ocra dello sfondo. Alcune foglie inoltre sono in controluce e assumono una tonalità verde molto scura.

Lo sfondo chiaro, luminoso e bidimensionale mette in evidenza la frutta raccolta nella canestra. L’illuminazione è diffusa e rivela ogni particolare presente sulla superficie dei frutti e la particolarità della buccia. Caravaggio riuscì quindi a creare una efficace illusione di tridimensionalità e solidità delle forme.

La canestra è rappresentata con un punto di vista basso e quindi lo sguardo dell’osservatore si trova all’altezza del piano. La canestra sporge leggermente dal piano sul quale è appoggiata come si nota dall’ombra proiettata in basso. Questo particolare rende il soggetto molto realistico e tridimensionale mentre lo sfondo è bidimensionale. Inoltre crea nell’osservatore una certa attrazione per via dello scarto di corrispondenza tra la base della canestra e la larghezza del piano.

Il dipinto di Caravaggio è di forma rettangolare e sviluppo orizzontale. L’inquadratura centrale offre una intera visione del soggetto, incorniciato dal fondo colorato che lo evidenzia nell’ambiente espositivo. L’osservatore, al primo impatto, è sicuramente attirato dalle immagini dei diversi frutti grazie al realismo con il quale sono dipinti. Anche i colori caldi e la resa accattivante delle superfici contribuiscono a rendere così piacevole la vista di quest’opera.

La sua iconicità, però, dipende dalla scelta compositiva scelta da Caravaggio. Intanto, la canestra si trova proprio di fronte al nostro sguardo, posta leggermente più in alto. Il cesto e la frutta si offrono al nostro sguardo nelle loro prospettive più semplici e immediatamente riconoscibili. Inoltre, difficilmente nella nostra esperienza quotidiano abbiamo modo di osservare un cesto di frutta da tale prospettiva. Normalmente, si trova più in basso di noi, poggiato su un piano, quindi osservabile con una prospettiva più complessa. Per riprodurre la stessa esperienza del dipinto di Caravaggio dovremmo abbassarci con lo sguardo a livello del piano, oppure sollevare il cesto e poggiarlo su un piano elevato.

Data:

8 Gennaio 2025

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