La stretta sulle ” case green” taglia il traguardo, con l’approvazione definitiva della delibera, da parte dell’ Europarlamento, in un’ ottica più ” soft”, rispetto alla versione iniziale che aveva innescato una serie di malumori generalizzata; ma ciò non soddisfa le aspettative della coalizione di Governo Italiana, che in Aula si oppone, compatta, e vota contro.
Infatti il via libera alla direttiva sull’ efficientamento energetico del patrimonio edilizio – immobiliare passa con 370 voti a favore, 199 contrari e 46 astenuti, su una versione in chiaroscuro, ovvero lo stop alle caldaie a gas viene prorogato al 2040, ma già dal prossimo anno i Governi della U.E. dovranno abolire i bonus per l’installazione.
La contrapposizione dei partiti del Governo italiano, che avevano sempre manifestato la contrarietà del provvedimento, è stata decisa e unitaria, tant’è che nel caso degli europarlamentari forzisti è stato espresso un voto contrario, rispetto alla linea del Ppe, a cui Forza Italia aderisce.
La partenza effettiva della direttiva sarà sancita con la convocazione del Consiglio dei governi ( che avverrà entro la metà di Aprile) e la formale pubblicazione in Gazzetta ufficiale; da quel momento i Paesi avranno due anni( con un ragionevole margine di discrezionalità) per l’adeguamento alle rispettive legislazioni.
Nel dettaglio i pilastri fondanti della direttiva sono quelli concordati dal Consiglio e dal Parlamento U.E. a dicembre, al termine del negoziato; tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero dal 2030, mentre per quelli pubblici o occupati dalla Pa. l’ orientamento è quello di anticiparlo al 2028.
Per l’esistente non vi è, invece,l’ omogeneità delle classi energetiche tra i Paesi ( che vanno dalla A+ alla G, né l’ obbligo del ” salti di classe” cadenzato, da sempre ritenuto troppo stringente e avversato dall’Italia e da una parte del Governo tedesco.
La versione iniziale prevedeva, come criterio, la classe energetica del singolo fabbricato, mentre nella nuova viene fissato, come riferimento, il consumo energetico medio del parco immobiliare residenziale; i Paesi UE dovranno perseguire e garantire la riduzione di almeno il 16%( rispetto ai valori di riferimento del 2020) entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.
Un percorso che implica l’ adozione di interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione e di pannelli solari, fino ad avere case ed edifici ad emissioni zero al 2050.
Sono questi i parametri fondamentali della delibera definitiva, appena approvata; contestualmente vengono indicati e prefissati altri obiettivi da perseguire ed adottare, al fine di una razionale e ragionevole armonizzazione degli obiettivo da raggiungere.
L’alleggerimento della direttiva non è, comunque, bastata per il consenso delle forze di Governo italiano, che ha sempre stigmatizzato la direttiva sull’ efficientamento energetico nell’ edilizia, come ” l’ ennesima follia ” della U.E. ” sorda e cieca rispetto alle esigenze di chi con sacrifici di una vita ha potuto realizzare il sogno di una casa di proprietà “( così si sono espressi il leader della Lega Matteo Salvini e Licia Renzulli di Forza Italia). Oppure, come ha spesso dichiarato il Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa: ” ci siamo battuti, con successo, per due anni, per eliminare le parti più rischiose per il risparmio degli italiani, che imponevano rilevanti e costosi interventi su milioni di immobili, entro decadenze quasi immediate, ma ciò non toglie che nella prossima legislatura l’ U.E. farebbe bene a ripensare” la stretta”.
L’ auspicio è che si possa perseguire e raggiungere, in tempi e modalità ragionevoli, uno standard di ” ECOSOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E CLIMATICO” e , contestualmente, preservare ” LA STABILITÀ ECONOMICA E DI BENESSERE DEI CITTADINI EUROPEI”.