La Russia “è pronta a rompere le relazioni con l’Unione Europea“. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov al programma Soloviev Life. “Non vogliamo essere isolati, ma se la nostra economia dovesse essere a rischio, siamo pronti a tagliare i rapporti. Se vuoi la pace prepara la guerra”, ha spiegato Lavrov, aumentando così ulteriormente la tensione tra la Russia e l’UE sul caso Navalny, il dissidente russo il cui arresto ha causato un’ondata di proteste nel Paese, represse con grande violenza dall’amministrazione di Vladimir Putin. Situazione, quella di Navalny, che aveva spinto l’Alto Commissario per gli Affari Esteri dell’Unione Europea, Josep Borrell, a fare visita a Mosca minacciando, per l’appunto, sanzioni economiche nel caso in cui il regime russo non avesse liberato l’illustre prigioniero. Putin, però, ha risposto picche, e la persecuzione non si è limitata al solo Navalny, ma anche agli uomini a lui vicini: molti di loro sono stati incriminati, ed il medico dell’ospedale di Omsk, Sergej Makshimishin, che gli aveva salvato la vita dopo l’avvelenamento da Novichok avvenuto ad agosto è deceduto improvvisamente.
Le fonti ufficiali hanno parlato di un arresto cardiaco, ma si tratta delle stesse fonti che avevano negato il fatto che Navalny fosse stato avvelenato, cosa invece poi accertata soltanto quando il paziente fu trasferito in Europa. La Germania ha reagito alle dichiarazioni di Lavrov definendole sconcertanti ed incomprensibili, mentre la Commissione Europea le considera una chiara dichiarazione di intenti da parte di Mosca, come ha spiegato il portavoce della Commissione, Peter Stano: “Borrell voleva verificare se fossero disposti a fare marcia indietro. Quindi quello che i russi stanno facendo è sottolineare la loro idea di come vedono le relazioni con l’Unione Europea”. Lo sconcerto dell’UE ha però spinto il Cremlino a correre ai ripari, gettando un po’ di acqua sul fuoco.
Così, attraverso il portavoce Dmitri Peskov, il governo russo ha fatto sapere che le parole di Lavrov sarebbero state male interpretate: “I media sono così, mettono un titolo sensazionalistico, dato senza contesto ed è un grande errore da parte dei media, in quanto tale errore cambia il senso. Il senso che è per l’appunto che noi non vogliamo niente del genere, vogliamo coltivare le nostre relazioni con l’Ue, ma se l’Ue sceglierà un’altra strada, allora sì, saremo pronti. Perché bisogna essere pronti al peggio”. Dichiarazioni, queste, che dimostrano che, nonostante Mosca cerchi di fare la voce grossa, sono grandi le preoccupazioni per la prospettiva di ulteriori sanzioni da parte di coloro che rimangono i suoi principali partner commerciali. A questo punto, Putin si ritrova a scegliere tra rimettere in libertà colui che rappresenta la più grande minaccia alla sua comunque fortissima leadership, oppure fronteggiare delle conseguenze economiche gravissime che rischierebbero di rafforzare un malcontento che la crisi economica causata dal coronavirus ha già da tempo scatenato nel Paese.