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Censis, italiani sempre più social e smartphone addicted

Italiani sempre più social e dipendenti da smartphone e cellulari. A dichiararlo e certificarlo è il Rapporto Censis che nel suo 13° resoconto sulla Comunicazione nel nostro Paese, pubblica numeri e percentuali di una popolazione sempre più connessa e online. Internet in Italia è usato dal 73,7% della popolazione, di cui il 95,9% (praticamente la totalità) è rappresentato da giovani under 30. Secondo la ricerca, la crescita complessiva dell`utenza del web nel periodo tra il 2007 e il 2016 è stata del 28,4%, ed è aumentato soprattutto il pubblico femminile: nel 2016 usa Internet il 74,1% delle donne rispetto al 73,2% degli uomini.

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Gli smartphone si diffondono e si usano ormai come un’appendice del proprio corpo. Mentre il cellulare cosiddetto “basico”, ovvero quello con cui si può solo inviare sms e chiamare è un ricordo lontano e diminuisce del 5,1%, gli smartphone si diffondono sempre di più. Secondo il Censis, ormai il 64,8% degli italiani e l’89,4% dei giovani tra i 14 e i 29 anni, ha tra le mani questa tecnologia di cellulari. Nel complesso vi è una generale impennata dei consumi tecnologici, nonostante gli anni di recessione a partire dal 2007 abbiano frenato gli acquisiti delle famiglie. Gli italiani rinunciano a tutto ma non ai consumi hi-tech, in particolare per ciò che riguarda la spesa per acquistare telefoni e smartphone, una crescita solo nell’ultimo anno che ha prodotto un fatturato di 5,9 miliardi di euro.

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Capitolo social. Facebook e WhatsApp sono le piattaforme di condivisione maggiormente usate. Facebook mantiene il primato tra le preferenze degli italiani con il 56,2% di utenti. WhatsApp, sempre di proprietà di Zuckerberg, è cresciuto esponenzialmente nel 2016: il 61,3% degli italiani è registrato sulla app.

cms_4759/foto_4.jpgIn aumento anche gli utenti di Instagram, dal 4,3% di utenti del 2013 al 16,8% del 2016, e Youtube dal 38,7% del 2013 al 46,8% del 2016. L’indagine del Censis rivela e certifica ancora una volta come Internet nel suo complesso sia divenuto ormai uno strumento fondamentale nelle nostre vite. La fascia degli under 30 naturalmente è quella che rappresenta la fetta più consistente di consumatori del web, con oltre il 95% di navigatori (in solitaria?) sul web. Altra certezza è lo smartphone, strumento indispensabile e imprescindibile nelle vite degli italiani, soprattutto per i più giovani che attraverso i social, vivono letteralmente la loro quotidianità.

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Mentre la spesa per acquisto di libri e giornali continua a ridursi, aumenta senza tregua quella per l’acquisto di strumenti tecnologici, sempre più innovativi ma anche sempre più a rischio obsolescenza. Internet non è solo comunicazione, e questo dato gli italiani lo hanno compreso velocemente, tanto è vero che sempre di più la rete viene usata per prenotare viaggi e vacanze, acquistare beni e servizi, guardare film o seguire partite di calcio, entrare in contatto con le amministrazioni pubbliche o svolgere operazioni bancarie, si è incentivata ed è cresciuta un’opera di disintermediazione costante nel tempo. La nuova credenza nella comunità del web è che la cultura informatica attraverso i suoi meccanismi e le sue tecnologie di social networking ben presto forniranno tutte le risposte ai bisogni della collettività, in maniera efficiente, veloce ed economiche, rinunciando così de facto all’intervento pubblico.

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E gli altri media come stanno? Se Internet domina, gli altri mezzi di comunicazione, fatta eccezione della televisione con una platea consolidata del 97,5% e della sempre verde radio con l’83,9 per cento che grazie alla loro interconnessione con la Rete riescono a raggiungere il loro pubblico, gli altri media non stanno proprio bene. I quotidiani hanno perso il 26,5 per cento di lettori tra il 2007 e il 2016 e raggiungono oggi il 40,5 per cento della popolazione. L’incremento di lettori di quotidiani online, l’1,9 per cento a cui si somma un ulteriore 1,3 per cento di fruitori di siti web d’informazione, è una piccola boccata d’ossigeno ma che comunque certifica la quasi certa scomparsa del supporto cartaceo. Per ciò che riguarda il fronte libri, se i lettori di e-book sono aumentati dell’1,1 per cento nell’ultimo anno, la perdita di lettori dei libri cartacei è stata del 4,3%.

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Il potere di espansione degli strumenti di comunicazione via web e la ormai indispensabilità delle piattaforme social, porta il presidente del Censis a sollevare una condivisibile preoccupazione, la vittoria delle tecnostrutture. «Il singolo – ha detto De Rita – sente di poter risolvere i problemi autonomamente, senza alcuna mediazione. La disintermediazione è percepita come qualcosa di utile ed effettivamente può esserlo nella soluzione dei problemi della sfera personale, ma non è applicabile a situazioni complesse in cui è necessaria la mediazione».

Data:

22 Ottobre 2016