NAPOLI – Un Napoli irriconoscibile quello presentatosi allo stadio Emirates Stadium di Londra, contro il forte Arsenal. Al pronti-via, i Gunners di Arsene Wenger, sfrecciano su e giù per il campo e, nel giro di pochi minuti, vanno a segno per ben due volte. Poi, rallentano il ritmo, senza perdere mai, tuttavia, il controllo del gioco; anzi si è avuta la netta sensazione che l’Arsenal potesse arrotondare il risultato in qualsiasi momento. Il Napoli ha subìto una lezione di calcio da parte della squadra inglese, la quale, non a caso, è in testa alla Premier League. Ma questo non basta a giustificare i partenopei dalla brutta figura rimediata.La prima sconfitta stagionale degli azzurri, coincisa, peraltro, con l’assenza del bravo Higuain ( che ha dovuto rinunciare alla trasferta per problemi fisici ), fa riflettere su quale sia il vero valore del Napoli: quello tenace visto a Napoli, contro il Borussia Dortmund e forte in campionato o quello scialbo visto allo Ashburton Grove (l’altro nome con cui è conosciuto lo stadio dell’Arsenal dall’omonimo quartiere a nord di Londra)? A volte si può imparare più da una sconfitta che da una vittoria e il tecnico partenopeo, Benitez, avrà molto da riflettere su quali possono essere state le cause di questa debacle. Noi ne azzardiamo qualcuna. Probabilmente si è pagata l’inesperienza, forse si è subìto il fascino del nuovo stadio inglese (inaugurato nel 2006), il terzo più grande della città dopo Wembley e Twickenham e, sicuramente, l’approccio alla partita che non è stato dei migliori. A questo va aggiunto che sono mancati all’ appuntamento internazionale gli uomini chiave della squadra partenopea come Pandev e Hamsik da cui ci si aspettava molto di più. Il cammino del Napoli è ora in salita, ma la qualificazione non è compromessa ed occorre fare risultato pieno con il Marsiglia, così come dovrà fare la Juventus dopo il secondo pareggio conquistato in altrettante partite di Champions.
JUVE – Lo stesso Antonio Conte ha affermato intervistato nel dopo partita con il Galatasaray: “Ora il cammino è duro, ma questo non ci deve scoraggiare”. E’ vero, anche se i bianconeri se la dovranno vedere con le Merengues dell’italiano coach Carlo Ancelotti. Il Real Madrid, soprattutto in Champions, sta dimostrando il proprio valore tanto che ha segnato 10 gol in due partite. Certo, quella vista a Torino, soprattutto nel primo tempo, non è la juve a cui siamo stati abituati negli ultimi due anni. E’ sembrata una squadra stanca ed è mancato il giusto approccio alla partita. L’errore di Bonucci ne è un esempio. Il secondo tempo, invece, è entrata in campo una squadra più determinata e più aggressiva. Non sono bastati i due gol di Quagliarella, tuttavia, l’ultimo dei quali all’85’, ad avere ragione di un indomito Galatasaray che, un minuto dopo, grazie ad un’altra disattenzione della difesa, genera il gol del definitivo pareggio. Un risultato che farà riflettere molto il tecnico bianconero, sia da un punto di vista tattico, sia e soprattutto, sulla reale possibilità della Juventus di competere in campo internazionale con squadre del calibro del Real Madrid, Borussia Dortmund, Barcellona, Bayern Monaco e Arsenal .
MILAN – Il Milan, invece, ancora una volta, viene salvato dal solito Balotelli che, al 93’ del secondo tempo si procura un rigore (tra il generoso e l’inesistente) e poi lo realizza regalando il pareggio alla squadra rossonera.
La squadra di Allegri, a differenza di Juve e Napoli, stenta anche in campionato. Tuttavia anche il Milan, inguardabile nel primo tempo, ha una buona reazione nella seconda frazione di gioco. Ma è l’Ajax a proporre gioco e a passare per prima, mentre, i rossoneri, adottano una tattica più attendista. Un punto importante in ottica qualificazione al secondo turno, ma conquistato con tanta fatica e un po’ di fortuna. Ma se il Milan dovesse continuare a giocare in questo modo difficilmente potrà ambire a traguardi ambiziosi. La sensazione è che difficilmente le squadre italiane, viste in questo turno infrasettimanale, potranno ambire a qualcosa di prestigioso in campo internazionale, almeno per quest’anno. Ma il torneo è lungo e il calcio, lo sappiamo, è sinonimo di imprevedibilità.