L’idea negativa di una diversità “pericolosa” nasce dal fatto di percepire noi stessi come fulcro del mondo. In quanto tali dobbiamo trovare delle motivazioni che giustifichino le differenze. Quindi, spesso, decidiamo di apporre delle etichette a qualcosa di cui non abbiamo diretta conoscenza. A questo punto interviene l’ospite per eccellenza, quella che punta sempre il dito contro tutti, ossia l’ignoranza. Se la gioca bene lei. Ha pochi argomenti dalla sua parte ma riesce a vincere sfoderando le sue armi migliori. E quando vince, son bocconi amari da mandar giù. Lei vive con poco, le bastano una manciata di mancanza di sapere e un muro di incomprensione. L’ignoranza non rappresenta un’assenza di cultura bensì di apertura mentale.
E’ semplice sedersi intorno ad un tavolo e intrattenere discorsi fondati sulle proprie opinioni. In fondo quello che pensiamo sta nella nostra testa insieme a molte altre cose. Guardare con gli occhi della ragione, sembra soddisfare aspettative e malintesi. Ci dimentichiamo però che noi siamo uomini fatti di carne ed esperienze. Non viviamo secondo una logica lineare, sarebbe estremamente semplicistico. Nei rapporti con il mondo vengono in gioco molteplici variabili. Agire di pancia è deleterio. Mettiamoci nell’ottica che stiamo affrontando un periodo particolare in cui, oltre ad assistere alla riformulazioni di valori nuovi e diversi, stanno venendo ad esistenza nuove concezioni di vita. E’ in corso una trasformazione che interessa qualsiasi persona. Non è possibile ignorarla.
Neppure scontrarsi in maniera contraddittoria e violenta. Insomma la violenza non è figlia di alcun Dio. Se ci sedessimo intorno ad un tavolo nell’ottica di interagire con l’altro piuttosto che imporgli quel che pensiamo, non sarebbe un cambiamento straordinario? Quali situazioni piacevoli potrebbero nascere! Che modo eccezionale di ragionare con il resto del mondo potrebbe aver luogo! Cosa ci vuole? Forza di volontà per cambiare. Ne serve tanta.