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CIELI STELLATI – (I^ PARTE)

Ho iniziato quasi per caso a scrivere sull’arte tramite i soggetti dei dipinti, temi semplici come il gallo, il pavone o il cane, confrontando così come si modificano nei secoli il concetto di bellezza e la simbologia ad essa legata, ma soprattutto cercando, di cogliere ciò che è stato lo spirito sociale, culturale e religioso dell’élite o del popolo di ogni epoca, che è sempre connesso alle scoperte geografiche e scientifiche, chiamiamolo progresso, interpretato dalla personale visione dell’autore, in modo di poter cercare di individuare una norma a priori valida per tutti.

Visto che in dicembre e gennaio solitamente vi sono notti e cieli siderali sia di freddo che di stelle ed è il momento in cui viene celebrata la storia del Natale, con la Nascita in una notte stellata solcata da una cometa, scriverò sul tema dei cieli notturni, iniziando con un’introduzione dedicata a Paul Klee, un artista che mi pare adatto al sentimento natalizio e al cielo stellato di Immanuel Kant.

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Paul Klee- Notte di luna piena- 1920

Ossia, quel concetto di universalità di cui parla Kant… Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata.

Kant sostiene che si deve agire in modo che la nostra azione divenga legge universale e che dobbiamo trattare l’umanità come fine, mai soltanto come mezzo, chi agisce così è virtuoso, ma è sottoposto al dovere e non al me ne frego e faccio quello che voglio; dunque, per Kant è necessario ammettere l’esistenza di un Dio giusto che ci garantisce che operiamo per il sommo bene.

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Composizione Cosmica-Paul Klee-1919

La posizione universalista kantiana secondo cui tutti condividiamo gli stessi valori o principi morali fondamentali e la prassi della virtù, si scontra con l’odierno relativismo etico: le persone appartengono a culture diverse e hanno così opinioni morali contrastanti, secondo cui la verità dei giudizi morali dipende dalla cultura e dal tempo a cui si appartiene.

Personalmente penso che il secondo comandamento, fulcro dell’etica cristiana, sia concordemente valido: … Amerai il prossimo tuo come te stesso, ribadito anche da San Paolo… Amerai il prossimo tuo come te stesso. L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore (Rm 13,8-10)

Paul Klee (1879- 1940) nacque in Svizzera in una famiglia di musicisti e cantanti, il padre professore di musica, la madre una cantante lirica. Fu uno dei padri dell’astrattismo, la sua produzione è assai vasta e diversificata, all’incirca novemila opere tra incisioni, disegni, dipinti, fogli colorati, bassorilievi; inoltre, egli coltivò con passione la filosofia, la poesia, la musica. La critica ritiene che la pittura sia il campo della sua vera arte, questo è certo, ma entrare nell’Orchestra sinfonica di Berna come violinista, vuol dire che interpretava e conosceva assai bene la musica… infatti considerava i suoi dipinti alla stregua di una composizione musicale.

Nel 1900 circa, si trasferì a Monaco di Baviera, a Schwabing, quartiere degli artisti, dove si iscrisse all’Accademia delle belle arti di Monaco, nel periodo in cui vi era l’altro futuro e grande nome dell’astrattismo: Vasilij Kandinskij.

Tuttavia, all’Accademia vi restò poco, perché fu scartato per insufficienza nel disegno di figura.

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Paul Klee- Stella nascente-1931

Klee non si demoralizza continua a studiare da autodidatta; viene in contatto con la corrente Jugendstil, versione tedesca del Liberty italiano; successivamente incontra a Parigi gli impressionisti; poi si appassiona all’incisione, soprattutto ammira quelle di Francisco Goya.

Nel 1911, si unisce a Schiele e a Kubin formando un gruppo artistico, sviluppando le ricerche sull’Espressionismo, in seguito, si unì a August Macke, Franz Marc e Vasilij Kandinskij nel celebre gruppo Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro).

Nel 1914 l’evento che la critica ritiene fondamentale per suo completamento artistico, soprattutto per il colore: un viaggio di due settimane a Tunisi e Hammamet.

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Paul Klee- La notte di Valpurga-1935- Particolare

Tuttavia, non è che un artista vede e poi istantaneamente il giorno dopo cambia completamente, importanti e forse più significativi furono i sei soggiorni in Italia di studio e di vacanza, lungo tutto lo stivale e sino alla Sicilia.

Klee è l’artista delle corrispondenze fra le varie arti, assorbe, assimila, rimugina e poi incasella, la stessa cosa fa in pittura, prende ciò che gli serve dalle varie correnti artistiche e da ciò che ammira nel paesaggio, l’infuocata Tunisia, ma anche l’architettura rinascimentale, lo splendore bizantino dei mosaici ravennati e la terra nivura arsa di suli (nera e arsa dal sole) siciliana; Klee incasella nella mente come un in puzzle da cui attinge non solo per comporre le sue partiture musicali visive, ma anche per il suo stile di vita.

Nel 1920 viene chiamato da Walter Gropius al Bauhaus di Weimar come professore di pittura, qui ha come collega Kandinsky.

La popolarità di Klee si consolida con mostre di successo in tutta Europa e negli Stati Uniti, ma il regime nazista ritiene le sue opere “degenerate” e assieme ai lavori di altri artisti, vengono tolte dai Musei.

Nonostante questo, non smise mai di dipingere, morì a Muralto, vicino a Locarno all’età di 60 anni.

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Paul Klee nel 1915 circa

Forse mi sono dilungata un po’ troppo su Klee, sono un po’ di parte, ma egli rappresenta un messaggio di speranza; il suo volto, l’espressione dolce e profonda dei suoi occhi, avvertibile anche solo in foto, traspare nei suoi dipinti, nei disegni, nelle composizioni che paiono danza e musica, nei colori che sono a volte tristi e malinconici o addirittura paurosi come La notte di Valpurga del 1935 (Klee accusa i primi sintomi di sclerosi sistemica e sente l’imminenza del disastro a cui condurrà il nazismo) ma quando riesce a raggiungere un certo stato emozionale come in Dapprima innalzatosi dal grigiore della notte (presenterò quest’opera in un prossimo articolo) bene, si percepisce la calma, la serenità, la compagnia del singolo attraverso la fratellanza con l’umanità e quest’ultima non è sola né abbandonata… Klee è convinto che alle origini dell’arte ci sia la religione, e che l’arte non rappresenta il visibile ma l’Invisibile che si cela nel visibile.

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Paul Klee- Chiaro di luna-1919

Klee non è da sottovalutare neanche come poeta, scriveva quotidianamente versi poetici sin da bambino, scriveva diari, ed è per questo che lo conosciamo così da vicino, ebbe una sua filosofia di vita che fu molto lontana dalla vita bohemienne, anarchica o scapestrata o chiusa nell’egocentrismo che spesso hanno gli artisti, egli fu un padre molto premuroso e presente nella vita del figlio Felix, anzi spesso abbandonò l’arte per dedicarsi alla delicata salute del piccolo Felix… sono pochi gli artisti che lasciano il daimon dentro di loro per occuparsi di un altro.

(Continua)

Data:

19 Dicembre 2022