La stella di Betlemme appare raramente nei dipinti rinascimentali, non sembra interessare gli artisti del XV secolo come Benozzo Gozzoli e Sandro Botticelli, tuttavia fu Giotto ad inserirla per la prima volta, con la sua scia luminosa e il suo colore vivido, in una scena nell’Adorazione dei Magi della Cappella degli Scrovegni, a Padova… quasi lanciata come una bomba.
Giotto-Adorazione dei Magi della Cappella degli Scrovegni-Padova
Se Giotto all’inizio del Quattrocento dipingeva cieli stellati reali, blu con piccole luci a somigliar le stelle e la cometa, Lorenzo Monaco, negli stessi anni continuava con gli sfondi oro. Qualche anno fa, in una trasmissione televisiva, in un ennesimo programma sulla ricerca, della presenza di Ufo e di alieni nell’arte, venne proposta, come prova, anche la Natività di Lorenzo Monaco (1409), conservata al Metropolitan Museum di New York. Il motivo sarebbe una nube circondata da raggi dorati che appare sulla testa della Madonna, ammesso che sia un poco strana stilisticamente, come pure è bizzarro il volto di San Giuseppe che guarda in alto in maniera davvero insolita, in una posizione che non può esistere, mi sembra veramente un po’ poco per dimostrare la presenza di un’astronave in questa Natività. Eppure gli ufologi ribadiscono che la nube luminosa potrebbe essere un’astronave aliena. La risposta è molto semplice, della nube luminosa si parla nei Vangeli apocrifi e gli artisti prendevano spunto molto spesso da questi Vangeli, basti pensare che la stessa presenza del bue e dell’asino non è narrata nei Vangeli canonici.
Lorenzo Monaco-Natività -1409-Metropolitan Museum-New York
Il modo magico e strano con cui gli artisti raffigurano il cielo notturno permane anche nel Rinascimento ed è ancora molto lontano dalla scienza moderna, spesso era il committente che richiedeva il tal soggetto, tuttavia il magico cielo notturno con le stelle non intriga più, anche quello della Cappella Sistina viene sostituito dal capolavoro di Michelangelo, il cielo notturno dalla fine del XV secolo in poi appare mitologico e simbolico, è evidente nel dipinto di Raffaello La crocifissione del mondo dove è inserito nel cielo una luna e un sole che hanno volti umani oppure nella Via Lattea di Tintoretto, dove nel cielo stellato è raffigurata la nascita della Via dal latte materno della dea Giunone.
Tintoretto- L’origine della Via Lattea-1575 -1580-National Gallery – Londra
Medesimo soggetto e raffigurazione è L’origine della Via Lattea realizzato tra il 1635 ed il 1638 dal pittore Pieter Paul Rubens, che appare suntuoso e carnale e con un cielo notturno profuso di piccoli puntini luminosi, mentre il carro del sole trainato da grifoni è adagiato su una nuvola col conducente in riposo, diversamente che da quello del Tintoretto che sembra illuminato a giorno, qui, al di là del mito, la sensazione della notte stellata in qualche modo vi appare.
Pieter Paul Rubens-L’origine della Via Lattea realizzato-1635-1638- Museo del Prado- Madrid
L’Europa emerge dai secoli bui del Medioevo, col Rinascimento parte l’indagine nella natura in sé stessa, slegata dal fattore è così perché l’ha voluto Dio, piano piano l’osservazione della natura e del cielo porta l’innovazione nella scienza, nella tecnologia, nella letteratura e nell’arte, gli uomini istruiti iniziano a guardare il cielo notturno con occhi meno timorosi, l’invenzione del cannocchiale, poi Copernico, Keplero, Galileo e infine Newton danno modo di scoprire le leggi che governano il cielo, il modello geocentrico aristotelico-tolemaico è sostituito da quello eliocentrico copernicano.
Studiosi di astronomia e geometria-Artista sconosciuto-inizio del XV secolo
Nei due secoli successivi al Rinascimento, la passione per gli studi porta all’età dell’Illuminismo, la ragione sconfigge le tenebre, si compiono passi da gigante nella scienza, anche grazie alle grandi esplorazioni geografiche.
Nel XVII secolo le persone guardano il cielo con meraviglia, ma non lo vedono più come qualcosa di straordinario e di misterioso, il pittore olandese Lieve Verschuier raffigura la grande cometa del 1680, scoperta da Gottfried Kirch, due settimane prima del suo passaggio, la folla che osserva il fenomeno celeste appare più curiosa che spaventata, vede la cometa più come oggetto di studio, piuttosto che un evento divino.
Lieve Verschuier- La cometa sopra Rotterdam-1680
La magia del cielo stellato riappare nella scenografia teatrale, del grande fondale del Cielo stellato della Regina della Notte realizzato da Karl Friedrich Schinkel nel 1815 per il Flauto Magico di Mozart.
Pittura, architettura e musica si incontrano in un universo cosmico e universale, le linee tracciate dalle stelle, si allungano e si allargano verso il basso con un andamento curvilineo, dando l’idea del movimento e dell’immensità il tutto pervaso di romanticismo e di sublime
Karl Friedrich Scinkel- Cielo stellato della Regina della Notte-1815
Nel XIX secolo col Romanticismo e la perdita di fiducia nell’Illuminismo, non in grado di spiegare le emozioni e il sentimento, sono molti gli artisti che raffigurano i cieli notturni.
Il pittore americano James Abbott McNeill Whistler nel dipinto Notturno in nero e oro- il razzo cadente realizzato più o meno nel 1875, raffigura i Cremorne Gardens, che erano un famoso parco, sulle rive del Tamigi, dove il bel mondo londinese assisteva ai fuochi artificiali. Whistler rappresenta il cielo notturno quasi come una sinfonia musicale.
James Abbott McNeill Whistler- Notturno in nero e oro- Il razzo cadente- 1872 ca. -Tate Britain- Londra
La notte stellata è un tema caro a Jean François Millet, esponente del Realismo francese, tuttavia Millet è assai diverso dagli approcci impietosi del Realismo, i suoi lavoratori appaiono bucolici, sono ripresi in ambienti campestri lirici e sentimentali, soffusi di religiosa accettazione del destino, così come nei soggetti dei lavoratori così è idillico nei notturni.
Jean François Millet- Notte stellata- 1865 circa – Yale University Art Gallery-New Haven-Connecticut
Non è certo una novità che Van Gogh amasse Millet e lo ritenesse una specie di padre spirituale; Millet dipingeva i contadini con dignità e sentimento, la stessa moralità e severità era propria di Vincent Van Gogh. La composizione e i soffusi effetti di luce della Notte stellata di Millet evocano il famoso dipinto di Vincent van Gogh con lo stesso soggetto, una veduta notturna di Arles, che si riflette nelle acque del Rodano, una sinfonia orchestrata da diversi toni di blu e punteggiata dai bagliori di stelle e di riflessi. In questo notturno seppur scuro e buio non vi è il tormento e l’inquietudine dell’altra notte stellata, sempre di Vincent, custodita Museum of Modern Art di New York, che vedremo nel prossimo e ultimo articolo sui cieli stellati.
Vincent van Gogh- Notte stellata sul Rodano-1888- Musée d’Orsay- Parigi
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https://internationalwebpost.org/contents/CIELI_STELLATI_-_(III%5E_PARTE)_28915.html#.Y7mDwHbMKUk
https://internationalwebpost.org/contents/CIELI_STELLATI_-_(IV%5E_PARTE)_28981.html#.Y8PpW3bMKUl