La Cina ha risposto ai dazi imposti dagli Stati Uniti scegliendo una strategia diversa rispetto alla via conciliante adottata dall’Unione Europea. Il governo di Pechino ha annunciato dazi del 34% sui beni americani importati a partire dal 10 aprile , accompagnati da restrizioni all’esportazione di terre rare , risorse fondamentali per l’economia statunitense. Questa mossa segna un’escalation significativa nella guerra commerciale tra le due potenze, con il rischio di un effetto domino globale sempre più concreto.
La Strategia di Pechino: Non Solo Dazi
Il ministero del Commercio cinese ha ufficializzato l’imposizione di dazi doganali del 34% su tutte le importazioni di beni americani, una risposta diretta ai dazi della stessa percentuale imposti dall’amministrazione Trump sui prodotti cinesi. Tuttavia, Pechino non si è limitata a questa misura: ha introdotto restrizioni all’esportazione di sette elementi chimici cruciali, tra cui gadolinio e ittrio , utilizzati in settori strategici come:
- Tecnologia medica avanzata (risonanze magnetiche).
- Elettronica di consumo high-tech .
- Componentistica per veicoli elettrici .
- Sistemi di difesa militare .
La Cina controlla circa l’ 80% della produzione globale di terre rare, rendendole un’arma negoziale potente nelle mani di Xi Jinping . Un precedente significativo risale al 2010, quando Pechino limitò l’esportazione di terre rare verso il Giappone, causando un aumento dei prezzi globali del 750% in meno di un anno.
Implicazioni Strategiche per gli Stati Uniti
La dipendenza americana dalle terre rare cinesi è un punto critico. Senza queste risorse, gli Stati Uniti rischiano di perdere terreno in settori chiave come l’ intelligenza artificiale e l’ automotive , dove la competizione con Pechino è già intensa. Non a caso, Donald Trump ha inserito le terre rare al centro delle trattative con l’Ucraina per raggiungere una tregua con la Russia di Putin.
Il Ricorso al WTO
Oltre ai dazi, la Cina ha scelto di percorrere la via istituzionale, presentando un formale ricorso all’ Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) . Il documento, lungo 47 pagine , articola le accuse cinesi in quattro punti principali:
- Violazione dell’articolo I del GATT (trattamento della nazione più favorita).
- Infrazioni dell’articolo II sulle concessioni tariffarie.
- Mancato rispetto del principio di trasparenza nelle pratiche commerciali.
- Uso improprio delle eccezioni di sicurezza nazionale per giustificare restrizioni economiche.
Nel comunicato ufficiale, Pechino ha definito le misure di Trump una “pratica di bullismo unilaterale” , accusando gli Stati Uniti di minare la stabilità dell’ordine economico globale.
L’Industria Automobilistica: L’Epicentro della Tempesta
Uno dei settori più colpiti dalla guerra commerciale è quello automobilistico. L’ Associazione cinese dei produttori di automobili (Caam) ha reagito con forza alle tariffe aggiuntive del 25% imposte dagli Stati Uniti su auto e ricambi. Le conseguenze si manifestano su più livelli:
- Aumento dei costi di produzione per aziende globali come Ford e General Motors, che producono in Cina.
- Interruzione delle catene di approvvigionamento , già fragili a causa della pandemia.
- Incremento dei prezzi al consumo : gli analisti stimano un aumento medio del 12-18% nei prezzi delle auto sul mercato americano.
- Riduzione delle esportazioni cinesi : nel 2023, la Cina ha esportato veicoli e componenti negli USA per un valore di 21,4 miliardi di dollari .
- Ritorsioni sui brand americani : le autorità cinesi potrebbero intensificare controlli e requisiti normativi sui produttori USA presenti nel mercato cinese.
Le Motivazioni degli Stati Uniti
La nuova ondata di tensioni è esplosa il 2 aprile , quando Trump ha annunciato dazi aggiuntivi del 34% sui prodotti cinesi. Le motivazioni includono:
- Deficit commerciale : nel 2023, gli USA avevano un disavanzo di 328 miliardi di dollari con la Cina.
- Protezione della proprietà intellettuale : Trump accusa Pechino di emulare tecnologie americane, come nel caso della cinese Manus.ai, basata su modelli di linguaggio statunitensi.
Reazioni Globali e Impatti sui Mercati
L’escalation ha avuto ripercussioni immediate sui mercati globali:
- L’indice Shanghai Composite ha chiuso in ribasso del 2,7% .
- Il Dow Jones ha registrato un calo dell’ 1,4% .
- L’euro si è deprezzato dello 0,8% contro il dollaro.
- I futures sulle materie prime hanno mostrato volatilità, con il rame in calo del 3,2% .
L’ Unione Europea , attraverso il Commissario al Commercio Valdis Dombrovskis , ha espresso seria preoccupazione, esortando entrambe le parti a trovare soluzioni conformi alle regole del WTO. Anche Giappone e Corea del Sud , economie fortemente orientate all’export, seguono con apprensione l’evolversi della situazione.
Scenari Futuri: Negoziati o Escalation?
Gli analisti delineano tre possibili scenari:
- Negoziati strategici : entrambe le parti potrebbero utilizzare i dazi come leva per ottenere concessioni.
- Escalation progressiva : ulteriori ritorsioni reciproche con estensione dei dazi ad altri settori.
- Coinvolgimento multilaterale : intervento del WTO e pressioni globali per una de-escalation.
La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti è entrata in una fase critica, con implicazioni che potrebbero ripercuotersi su consumatori e imprese di tutto il mondo. L’economia globale trattiene il fiato, consapevole che ogni mossa potrebbe alterare gli equilibri economici internazionali.