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CINA: “TAIWAN SARÀ RIUNIFICATA”

Il principio della ’Unica Cina’ è riconosciuto universalmente e Taipei e Pechino “devono essere unificate, è un trend della Storia”. Il ministro degli Esteri Wang Yi ha messo in guardia sul fatto che la Cina ha “la capacità di confrontarsi contro qualsiasi spinta separatista: deve essere chiaro che non c’è alcun margine di compromesso o per concessioni”. Le dichiarazioni sono avvenute nella conferenza stampa a margine dei lavori della sessione annuale plenaria del Congresso nazionale del popolo, l’organo legislativo del Parlamento cinese. Continua dunque incontrastato l’ormai palese progetto imperialista del governo di Pechino che, dopo aver messo in ginocchio, a suon di violenze e leggi liberticide, ultima delle quali una riforma elettorale che escluderà definitivamente i partiti critici verso Pechino, la democrazia nella città-Stato di Hong Kong, sta ora agendo, incontrando persino minore resistenza, per asservire nuovamente la regione di Taiwan allo Stato centrale. Anche in questo caso, si trattava di una regione dove vigeva un regime multipartitico, cosa, questa assolutamente invisa al dittatore Xi Jinping.

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Taipei, pur non essendo riconosciuta ufficialmente da alcun membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha sempre goduto di una certa protezione da parte degli Stati Uniti, che intrattengono con la regione rapporti commerciali e, di recente, si sono spinti persino a degli incontri diplomatici, volti anche a rivendicare il proprio sostegno contro la voracità cinese. Di fronte a questa attenzione statunitense, il Governo di Pechino reagisce giungendo addirittura a minacce non troppo velate, tanto che il Ministro degli Esteri, alle proprie dichiarazioni, ha aggiunto: “Auspichiamo che gli Stati Uniti capiscano quanto sia sensibile la questione e non giochino con il fuoco”. Secondo Wang Yi, gli Stati Uniti avrebbero usato la democrazia e i diritti umani come basi per interferire arbitrariamente con gli affari di altri Paesi. Un’affermazione curiosa, se si considera che fa il paio con frasi come “la Cina non accetterà mai accuse infondate e calunnie”. Quando si dice “dare il buon esempio” (ndr).

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Tra le accuse a cui si riferisce il Ministro cinese, ci sono quelle riguardanti il genocidio della popolazione di religione musulmana (gli Uiguri, ndr) nel territorio dello Xinjiang, riguardo il quale il nuovo Segretario di Stato USA, Antony Blinken, sta mantenendo la medesima posizione del suo predecessore Mike Pompeo. Secondo gli esperti ONU, un milione di Uiguri si ritrovano detenuti in campi di concentramento cinesi, in nulla diversi dai lager e dai gulag che tristemente ricordiamo. La Cina, di fronte all’impossibilità oggettiva di negare l’esistenza di questi campi, ha dichiarato che si tratterebbe di luoghi adibiti alla formazione professionale e necessari per combattere l’estremismo. Hong Kong e Taiwan, tra le altre cose, sono due dei luoghi da cui più spesso sono giunte grida di allarme rivolte al Mondo Occidentale riguardo gli orrori della dittatura cinese, che, alla fine, ha deciso che per essa è tempo di mettere a tacere queste grida una volta per tutte.

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Data:

8 Marzo 2021