“Sono andata sul set e mi sono emozionata anche mentre giravano il film – confessa Sara Doris – Credo che Giacomo Campiotti, il regista, abbia colto con grande sensibilità l’animo di mio padre, della sua famiglia e della sua storia. Vedere il riassunto della sua vita in queste due ore di film è stupendo. È la storia vera e concreta di un essere umano e credo che per questa sua autenticità lasci qualcosa nello spettatore”. Dall’infanzia povera e felice a Tombolo, nel padovano, alla fondazione di Banca Mediolanum e ai successi internazionali, quella di Ennio Doris è la storia di un uomo qualunque che ha fatto strada. Un’impresa che “Se ognuno di noi si applica, se mette a frutto i propri talenti, se rimane fedele alle proprie radici, ai propri valori, può realizzare”, incalza Doris. Il titolo del film, ‘C’è anche domani’, custodisce un aneddoto familiare: “Come si vede nel film, è tratto da un episodio vero del 1953 – racconta la figlia del banchiere – Quando il beniamino di mio padre, il ciclista Fausto Coppi, perse una delle ultime tappe del Giro d’Italia e sembrava avesse perso il Giro. Mio nonno consolò mio padre in lacrime dicendogli: ‘Ennio, ricordati che c’è anche domani’. Il giorno dopo Coppi vinse la tappa e successivamente, il Giro d’Italia. Quindi per mio padre questa frase è diventata una pietra miliare, un fondamento del suo modo di affrontare la vita, anche nei momenti più difficili”. ‘C’è anche domani’ è anche il titolo del libro scritto da Ennio Doris nel 2014. Proprio su quel libro si basa la sceneggiatura del film: “Mi è piaciuta molto – ammette Sara Doris – Il regista e lo sceneggiatore hanno chiacchierato molto con la nostra famiglia e hanno saputo cogliere dei momenti salienti e delle sfumature che raccontano molto dei personaggi. Chi ha realizzato la sceneggiatura è stato bravissimo a cogliere la verità. La realtà”, conclude. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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