È di un team di archeologi polacchi la clamorosa scoperta della prima mummia egiziana incinta. Ribattezzata recentemente “The Mysterious Lady” fu portata in Polonia nel 1826. La mummia e il suo sarcofago furono donati all’Università di Varsavia da un uomo di nome Jan Wezyk-Rudzki, che sosteneva che provenissero dall’antica Tebe. Anni dopo, nel 1917, furono trasferiti al Museo Nazionale di Varsavia, dove sono rimasti fino ad oggi. Il fatto che il sarcofago recasse un’iscrizione col nome di un sacerdote, aveva dato per scontato l’appartenenza del corpo al genere maschile. Solo grazie ad uno studio iniziato nel 2016, per mezzo di un’analisi computerizzata si è giunti alla sorprendente verità: non solo era donna ma è stato possibile osservare mano e piede di un feto. Nel corso di tale ricerca, il team di esperti ha rivelato alcuni indizi interessanti. Questa tecnica avanzata permette uno studio approfondito che non richiede la rimozione delle bende della mummia.
Il cadavere aveva una struttura scheletrica delicata, e un’analisi più dettagliata li ha convinti che il corpo fosse femminile, data l’assenza di organi riproduttivi maschili, la presenza di seni e lunghi capelli. Di alto rango sociale, vissuta nel I secolo a. C. con una età compresa fra i 20 e i 30 anni, era probabilmente morta per cause riconducibili alla gravidanza, si trovava tra la ventiseiesima e la trentesima settimana. Non si conosce il motivo per cui il feto non è stato asportato dal grembo materno e mummificato a parte. La presenza di questa mummia in un sarcofago sbagliato sarebbe riconducibile alla pratica del XIX secolo di alcuni antiquari, forse, di spacciare dei reperti per un valore superiore. Per questo la mummia si ritrova nel sarcofago di un sacerdote, una tesi supportata anche dal cattivo stato delle bende, irrimediabilmente danneggiate. Rinvenuta nel 1800 nelle tombe reali dell’Alto Egitto, per accompagnare la giovane nel regno delle anime, come da usanze egiziane, accanto ai suoi resti erano stati deposti amuleti e strumenti.
Wojciech Ejsmond, socio del team di scienziati polacchi, ha dichiarato che “tutto ciò apre la possibilità di un maggiore apprendimento sulla gravidanza e su come venissero trattate le complicazioni nei tempi antichi”. In base all’eccellente qualità dell’imbalsamazione, gli studiosi ritengono che si possa retrodatare la sua esecuzione ad un periodo precedente del primo secolo a. C., come sostenuto finora.
Le scoperte del Warsaw Mummy Project su questa e altre mummie al Museo Nazionale di Varsavia sono state pubblicate questa settimana sul Journal of Archaeological Science.