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CLAUDE MONET – Lo stagno delle ninfee

Nel quadro, ammiriamo quasi esclusivamente la superficie stagnante di un acquitrino in cui si riflettono le frasche ed i fiori circostanti, mentre sulla superficie di questo specchio dai mille colori, possiamo intravedere isole di ninfee le cui corolle predominano sulle verdi foglie galleggianti.

Si può ammirare il ponticello che attraversa il lago e la superficie delle acque scandita dallo scalarsi delle foglie di ninfee.

Dipinto da Monet, nel 1899, nel suo giardino a Giverny

Il maestro visse 43 anni nella sua residenza in Normandia e vi dipinse la serie delle ninfee che lo hanno reso celebre. Nel giardino erano presenti molte varietà di ninfee e altra vegetazione. Sulle sponde crescevano salici piangenti, altri alberi e molti fiori.

Claude Monet si occupava in prima persona della cura del giardino che era un vero e proprio teatro verde e offriva molti spunti per la sua pittura. In seguito per aggiungere un ulteriore motivo di ispirazione Monet fece costruire un ponte in stile giapponese.

Il suo amore per la cultura del Giappone era inoltre testimoniato dalla presenza di peonie e bambù.

Le pennellate sono rapide e descrivono con un andamento diverso le superfici vegetali. Lo specchio d’acqua dello stagno è suggerito con l’uso di brevi tratti orizzontali. La vegetazione della riva poi è poi resa con pennellare oblique e verticali. Si individua chiaramente il salice le cui fronde sono caratterizzate da segni curvilinei pendenti verso il basso. Infine a destra altri alberi sono descritti con piccoli segni curvilinei.

Le forme sono solamente intuibili e vengono suggerite dalle diverse superfici e dai contrasti cromatici. Come in tutti i dipinti in stile impressionista il fine principale di Monet fu quello di creare una istantanea del momento e non un dipinto descrittivo.

I colori scelti da Monet sono puri e saturi. Gli impressionisti rifiutarono l’uso del nero e anche il bianco non trova posto in questo dipinto del maestro. Il titolo allude ad un abbondante utilizzo di colore rosa tipico del tipo di ninfea presente sullo specchio d’acqua. Altre tonalità di rosso e sono poi distribuite tra la vegetazione nelle zone d’ombra.

Il contrasto che si crea con il verde abbondantemente diffuso è complementare. Questo tecnica fu tipica dei dipinti impressionisti e molto utilizzata nelle serie di Monet quali i pioppi, le facciate della cattedrale di Rouen e i covoni. I contrasti di luminosità permettono di alternare sole e ombra sulla scena. Il dipinto si trasforma in evocazione di luce, come nella vegetazione di sinistra contro l’ombra del primo piano e tra gli alberi.

Lo spazio nel dipinto si coglie grazie al ponte giapponese che con la sua linearità determina immediatamente le dimensioni della scena. Contribuiscono poi a determinare la profondità le superfici diversamente trattate della vegetazione. Il laminato vegetale che ricopre lo stagno si intensifica sullo sfondo e si rarefà in primo piano. I cespugli verdi con i rametti verticali si alternano in obliquo e si richiamano con variazioni d grandezza. Infine le fronde del salice chiaramente riconoscibili permettono di stabilire la distanza degli alberi oltre il ponte.

Il formato dell’opera è quasi quadrato e l’impianto compositivo pone al centro del dipinto lo stagno delle ninfee rosa. Il laminato vegetale che galleggia sull’acqua occupa quasi la metà della superficie del piano o campo pittorico. Pur con difficoltà si individuano il primo piano con la vegetazione sulla riva. In secondo piano si trova il ponte e sullo sfondo il bosco. Lo stagno ha funzione di raccordo spaziale e unisce in profondità i vari piani dell’immagine. L’inquadratura è di tipo fotografico e presuppone una continuazione della scena oltre i bordi del dipinto.

L’opera presenta una leggera simmetria e le masse principali si rispecchiano verticalmente sul fondo. le masse cromatiche si dispongono in prossimità degli angoli, lasciando libero quello a destra in basso. Il principale centro di attrazione visiva è il ponte che attira immediatamente lo sguardo grazie alle sue linee decise e curve.

La direzione del movimento delle direttrici principali segue il corso d’acqua e procede dal fondo verso il primo piano. Lo stagno occupa circa l’esatta metà inferiore del dipinto mentre la metà superiore è destinata al ponte con il bosco sullo sfondo.

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Data:

26 Marzo 2025